La squadra
Come si fa a staccare un biglietto per la Big Dance? Semplice, si battono una dopo l’altra due squadre da ranking come Kansas e Texas Tech. TCU sa come si fa ed ecco che dall’inferno della Big12 sono spuntati i ragazzi di coach Jamie Dixon che saranno una delle squadre tutt’altro che materasso tra quelle con il seed alto.Brutti, sporchi e cattivi, attaccati ai maroni come un gatto arrabbiato, gli Horned Frogs sono la classica mina che non vuoi incontrare alla March Madness perchè l’upset è dietro l’angolo. Anche perchè non muoiono mai: per info, chiedere a Texas avanti di 20 nel torneo della Big12 e poi rimontata ed eliminata.
Difesa alla morte, tanta energia a rimbalzo soprattutto in attacco (secondi per % nella Division I) e un attaccante veramente temibile come Mike Miles che gioca costantemente con la palla tra le mani la rendono quantomeno faticosa da battere. Poi il talento è quello che è e gli Horned Frogs possono anche farmi male da soli, perchè il trattamento di palla non è esattamente la prima delle loro qualità (oltre 14 le palle perse per partita) e il tiro da fuori funziona poco e male (neanche il 30% di squadra). Ecco quindi che di difetti ben visibili ce ne sono ma meglio non portarseli attaccati punto a punto fino alla fine, perchè si rischia davvero di farsi male.
I giocatori chiave
Mike Miles – So – G – 188 cm – 88 kg
Avete presente quando andate al campetto e trovate un giocatore basso e sgraziato a cui non date un euro e poi vi fa un culo a capanna? Ecco, Mike Miles è quel giocatore lì, il classico funambolo del canestro che non arriva a 1.90 cm in grado di segnare nei modi più improbabili e fastidiosi. Gioco sempre in suo controllo, decide lui quando tirare o quando concedere il pallone ai suoi compagni, cosa che fa comunque piuttosto bene (4 gli assist a partita), al suo secondo anno si sta confermando uno dei giocatori che incidono di più della Big12 e non solo.
Damion Baugh – Jr – G – 194 cm – 90 kg
Il compagno di merenda e di reparto di Miles, dopo due anni a Memphis con poche soddisfazioni, la sua terza stagione è quella buona per un ruolo da titolare fisso e da solida spalla del leader della squadra. La mano non è mai stata e tuttora non è particolarmente rotonda, ma sa rendersi utile in tanti modi, ed è comunque giocatore da rispettare in attacco.