La squadra
E’ stato un anno davvero complicato per Michigan. Il primo sospiro di sollievo i tifosi l’hanno tirato quando la squadra è stata selezionata per la March Madness e con il suo record non era per nulla scontato. Non solo, ma la sensazione è che in panchina le acque siano ancora agitate dopo la sospensione di coach Juwan Howard per la rissa con un assistente di Wisconsin. Nelle partite di assenza di Howard, la squadra è stata gestita da Phil Martelli, che ha portato i Wolverines a vincere sul campo di Ohio State, di fatto garantendo l’accesso al Torneo Ncaa.
Poi è tornato finalmente in panchina Howard, ed è arrivata una brutta sconfitta per Michigan al torneo di conference contro Indiana. Brutta perché a 11 minuti dal termine i Wolverines erano in vantaggio 60-43 e si sono beccati in faccia un parziale di 31-9 in 10 minuti. Con che animo arriva la squadra alla March Madness, quello della rivalsa o quello dei predestinati a uscire?
Chiariamo che Michigan avrebbe le carte in regola per fare bella figura. Ha un centro da NBA come Hunter Dickinson e due prospetti intriganti come Caleb Houstan e Moussa Diabate. In più, DeVante’ Jones è una point guard esperta ed Eli Brooks una garanzia in difesa e nel tiro da 3. E quindi cosa non ha funzionato? Principalmente la difesa, che era stata un marchio di fabbrica della squadra nelle scorse stagioni (top 30 dal 2018 al 2021).
L’attacco va e anche bene ed esegue come sempre in maniera spesso efficace, ma Michigan fatica poi ad arginare gli avversari, risultando spesso poco aggressiva sulle linee di passaggio o in ritardo nelle rotazioni. Se però l’attacco avversario è in serata storta o si inceppa da solo, ecco che i Wolverines possono prendere fiducia e fare male.
Giocatori chiave
Hunter Dickinson – So. – C – 216 cm, 115 kg
Si è presentato all’inizio dell’anno tirato a lucido e pronto a lavorare sulle sue skill. Non a caso Dickinson ha aggiunto ai suoi movimenti in post basso anche il tiro da 3, fondamentale sul quale è evidente abbia lavorato in estate e continui a lavorare. E così il lungo di Michigan è passato dallo 0/4 dello scorso anno al 18/57 della stagione in corso. E’ migliorato anche nella sua efficacia nel tiro da 2 (84.7% in Big Ten) e ai tiri liberi. In sostanza è la squadra che è peggiorata, non lui.
Caleb Houstan – Fr. – SF – 203 cm, 92 kg
Il canadese era in teoria il grande atteso della stagione in corso, uno dei recruit più alti dai tempi dei Fab Five. Inutile nascondersi dietro un dito, per ora nonostante abbia mostrato lampi di talento, Houstan è sembrato acerbo e non ha impattato come ci si aspettava. In teoria doveva essere un tiratore mortifero sopra i due metri, in realtà il suo tiro è stato incostante anche se è andato migliorando (36.6% da 3) ma sono i suoi movimenti con la palla che non convincono.
Moussa Diabate – Fr. – 211 cm, 95 kg
Partito in sordina, un po’ oscurato dalla presenza di Houstan e un po’ dalla presenza di Dickinson in post, il giocatore francese (quindi quantomeno interessante per l’Europa) si è pian piano ritagliato un posto al sole, giocando via via sempre più minuti (da dicembre Howard l’ha spostato nel quintetto base). Si capisce che è ancora acerbo, ma fisico e convinzione sembrano essere dalla sua parte.