La stagione 2022-23 volge al termine stanotte (ore 3.20 italiane, ESPN Player) con l’epilogo di una grandiosa e indimenticabile March Madness. UConn cerca il suo quinto titolo, San Diego State il primo.
Come sono arrivate qui
UConn. È la sesta squadra capace di arrivare in finale vincendo sempre con doppia cifra di scarto. Ha dominato con Iona, Saint Mary’s, Arkansas, Gonzaga e Miami. Se nel primo weekend aveva avuto qualche difficoltà di approccio alla partita, nelle restanti tre partite hanno azzannato subito con ferocia, difesa e tiro da tre. Non c’è stato un singolo momento in cui gli Huskies sono sembrati in pericolo. Delle sei squadre di cui sopra, solo una ha perso: North Carolina 2016. Quella Final Four si giocava Houston, come oggi.
San Diego State. Grit and grind. Tolta la dominante performance contro Furman, la March Madness degli Aztecs è stata una lotta nel fango fatta di spallate, difesa e rimbalzi offensivi dove ad emergere, in un modo o nell’altro, sono stati sempre loro. Alabama credeva di aver vinto dopo l’ottimo inizio di secondo tempo, Creighton pensava di aver sufficienti munizioni in attacco per potere avere la meglio, Florida Atlantic aveva toccato addirittura il +14. Il risultato è che San Diego State è a 40 minuti dal titolo nazionale, trovando in ogni gara un eroe diverso.
Perché vince UConn
È stata la squadra più continua, brillante e devastante dell’intera March Madness. Mai andata in affanno, non si è mai scomposta, nel primo weekend dopo due complicati primi tempi è uscita di forza alla distanza. Possono segnare in area con Adama Sanogo, da fuori con Jordan Hawkins e la batteria di tiratori, occhio a farli scatenare in transizione dove Andre Jackson è inarrestabile e la difesa è sempre ottima ma diventa eccellente quando scende in campo Donovan Clingan. Coach Dan Hurley rimane in silenzio, mansueto, a bordo campo a vedere la sua macchina perfetta schiacciare gli avversari. Sembrano essere davvero troppo anche per una squadra esperta come San Diego State. La lotta a rimbalzo sarà decisiva, ma gli Huskies sono ben equipaggiati.
Perché perde UConn
Contro Miami le cose si erano messe anche un po’ di traverso: i due falli iniziali fischiati ad Jackson e i tanti palloni persi (gli Huskies sono #239 in D1 per TO%) hanno tenuto in partita gli Hurricanes nel primo tempo, ma comunque nella ripresa gli Huskies sono scappati toccando anche il +20. Si deve inceppare l’attacco: Sanogo che non riesce a prendere spazio sotto canestro e Hawkins che non riesce ad entrare in partita. E sperare che i vari Joey Calcaterra, Tristen Newton e Alex Karaban non compensino queste mancanze e inizino a perdere palloni. Sono davvero tanti “se”.
Perché vince San Diego State
71-40: questo il parziale negli ultimi dieci minuti delle ultime tre partite al Torneo. Gli Aztecs salgono di livello nel finale e nessun parziale precedentemente costruito è al sicuro. San Diego State dovrà impostare lo scontro sulla fisicità e sulla lotta a rimbalzo, sporcare le linee di passaggio verso Sanogo, non lasciar entrare in ritmo i tiratori di UConn (concedono il 28.3% da tre agli avversari) e forzare tanti palloni persi. Ma l’impresa più complicata è quella di trovare punti facili contro quella difesa. Contro Creighton e Florida Atlantic Jaedon LeDee è stato cruciale negli ultimi metri di canestro e servirà sicuramente la stessa verve al tiro, vista contro gli Owls, di Matt Bradley, oltre che la precisione dei vari Lamont Butler e Darrion Trammell. Se i ragazzi di coach Brian Dutcher riusciranno a imporre un contesto sporco e fisico, UConn potrebbe anche vacillare.
Perché perde San Diego State
Si può anche pensare di fermare l’attacco di UConn, ma poi bisogna segnare e la difesa degli Huskies solitamente non te lo lascia fare volentieri. Circumnavigare Clingan sembra un’impresa, ma anche con Sanogo in campo la difesa tiene e si fatica ad entrare in area. San Diego State non è una squadra molto efficiente al tiro, si affida molto al mid range (un tiro su tre viene da lì) e spesso ha avuto periodi di secca prolungati, anche durante la March Madness. UConn potrebbe piazzare un parziale spacca partita ogni qual volta gli Aztecs smettono di trovare la retina.
Pronostico
UConn. FiveThirtyEight gli dà il 70%, KenPom il 69% e BartTorvik il 64% di possibilità di vittoria, ma senza indicare scarti ampi. Ottimisti, diremo noi, ma in effetti UConn lungo tutto il percorso non ha mai incontrato una squadra così tosta ed esperta come gli Aztecs che soffrono la loro incostanza al tiro, ma riescono sempre a trovare un momento della partita in cui bullizzare gli avversari. Nella Big East qualche partita l’hanno persa, ma gli Huskies ci sembrano troppo completi, equilibrati e pieni di risorse per poter perdere questa partita.