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Final Four tra sorprese e grandi attacchi

Final Four 2023
Autore: Manuel Follis
Data: 31 Mar, 2023

Tre squadre che fino a qui non sono mai arrivate e l’unica università in grado di vincere 4 titoli negli ultimi 25 anni. E’ una Final Four molto più che inedita che certifica l’assoluta imprevedibilità della March Madness, davvero mai così pazza come quest’anno. Vediamo pregi e difetti delle quattro squadre che si giocheranno il titolo Ncaa a Houston.

#5 Miami – #4 UConn – La sfida tra i due migliori attacchi del Torneo

Sulla carta tra UConn e Miami non dovrebbe esserci partita, ma questa storia gli Hurricanes l’hanno già sentita prima delle gare contro Indiana, Houston e Texas. Gare diverse tra loro, ma che alla fine Miami ha sempre vinto. Dall’altra parte Connecticut ha giocato sempre da favorita, ma ogni volta l’avversario doveva essere ostico da superare, a partire dal primo turno contro Iona e invece alla fine gli Husikes hanno vinto i primi 4 incontri con uno scarto di 24, 15, 23 e 28 punti. Insomma hanno dominato.

Sarà una sfida tra quelli che sono stati statisticamente finora i due migliori attacchi del Torneo. Diciamola tutta: UConn ha giocato quattro gare di March Madness perfette, tanto che oggi per Kenpom è la squadra numero uno della nazione e si torna al “sulla carta non dovrebbe esserci partita”. Fattori chiave saranno il gioco in velocità degli huskies (e quindi la transizione difensiva di Miami) e gli accoppiamenti.

I quintetti (UConn/Miami)

PG: Jordan Hawkins / Nijel Pack
SG: Tristen Newton / Isaiah Wong
SG/SF: Andre Jackson /Wooga Poplar
SF/PF: Alex Karaban / Jordan Miller
PF/C: Adama Sanogo / Norchad Omier

La chiave del match saranno probabilmente le due sfide tra lunghi (o semi-lunghi nel caso di Miami). Jordan Miller finora è stato il giocatore più determinante per gli Hurricanes, capace di partire da lontano e fare male in penetrazione. Sarà marcato probabilmente da Alex Karaban (o ci saranno sorprese?), che è stato nominato freshman of the year nella Big East, ma resta sempre un giocatore al primo anno. Norchad Omier invece è un manzo di 2 metri che dall’inizio dell’anno fa a sportellate sotto canestro con giocatori più alti di lui. Una coppia come Adama Sanogo e Donovan Clingan non l’ha mai affrontata, ma sarà più lui a far male con la sua mobilità “da esterno” o loro a punire nei pressi del ferro, soprattutto a rimbalzo offensivo?

Final Four - Adama Sanogo

Final Four – Adama Sanogo (Uconn)

Per il resto i due terzetti di guardie si equivalgono. La differenza è che Miami gioca con un sostanziale “5 fuori” mentre i piccoli di UConn sfruttano spesso gli spazi creati da Sanogo sotto canestro. Difensivamente gli Huskies sembrano messi meglio e sono più fisici dei pari ruolo avversari, che in compenso hanno maggiore ballhandling e creatività nell’attaccare il ferro e schierano il player of the year della ACC ossia Isaiah Wong.

Anche la questione falli avrà il suo peso. Miami arriva alla Final Four sulla scia di molte critiche per i tanti tiri liberi tentati, soprattutto contro Texas, ma che sono stati anche frutto della scelta di attaccare il canestro appena possibile. Connecticut però ha una panchina più lunga, quindi potrebbe essere messa meno in difficoltà. Viceversa Miami ha una produzione offensiva quasi inesistente al di fuori del quintetto base e per questo dovrà stare molto attenta a gestire i falli.

 

#5 San Diego State – #9 Florida Atlantic – Due sorprese che cercano un posto nella storia

Di bracket noti che avevano previsto questa semifinale ce ne sono sei al mondo, e probabilmente sono di amici dei giocatori o dei giocatori stessi di San Diego State e Florida Atlantic. Perché questa è davvero una partita che più inedita non si può e che più sorprendente non poteva essere. Due mid major che si giocano l’accesso all’atto finale della March Madness non si vedevano dal 2011 ed è solo la seconda volta nella storia del torneo che accade, ma entrambe sono dove devono essere perché hanno giocato una gran pallacanestro, eliminando squadre in grande forma come Alabama e Kansas State.

I quintetti (SDSU/FAU)

PG: Darrion Trammell / Bryan Greenlee
SG: Lamont Butler / Nicholas Boyd
SG: Matt Bradley / Alijah Martin
SF/PF: Keshad Johnson / Johnell Davis
PF/C: Nathan Mensah / Vladislav Goldin

Sono però due mid che hanno tutto sommato un solo punto in comune: entrambe hanno rotazioni piuttosto lunghe senza avere particolari star. Per il resto, vincerà chi tra le due saprà imporre le proprie caratteristiche e quelle di San Diego State sono pacifiche e certificate dai numeri: nessuna squadra delle F4 difende meglio degli Aztecs, nessuna gioca a un ritmo più lento, nessuna ha giocatori così esperti. La difesa, in particolare, è la vera arma di coach Brian Dutcher: 4/a nella nazione per adjusted defense (cioè punti presi per 100 possessi), nelle ultime 7 partite, cioè da quando è iniziato il torneo della Mountain West a oggi, tutte le avversarie hanno segnato meno di 65 punti, tirando malissimo da 3 con una percentuale che è scesa dal 28% in stagione al misero 17% messo insieme da Charleston, Furman, Alabama e Creighton, cioè dalle squadre eliminate alla March Madness.

E la sfida si gioca in gran parte qua: se le 4 guardie di Florida Atlantic riusciranno ad avere buone percentuali e ad aprire il campo per servire il loro centrone russo in area, allora gli Owls hanno buone probabilità di venire a capo di una partita senza veri favoriti e dall’esito davvero incerto. Vi abbiamo raccontato qua la storia di questo piccolo college della Florida e, tra le due squadre, quella che gioca la pallacanestro migliore è senz’altro quella di coach Dusty May, che ha vinto e divertito e ha già battuto un’avversaria come Tennessee che punta a distruggere il gioco altrui più che vincere con il proprio, esattamente come San Diego State. Più bilanciata, con un attacco che funziona e una difesa tutt’altro che facile da battere, Florida Atlantic ha una squadra composta per lo più da sophomore che possono accendersi uno dopo l’altro, da Johnell Davis ad Alijah Martin, e ha un centro di peso che sotto canestro può dare fastidio ai lunghi longilinei di SDSU. Vladislav Goldin, 2.15 piombato dalla Russia meridionale alla Florida, ha usato tutti i suoi centimetri contro giocatori simili nella gara contro Kansas State e, se ripeterà una gara da 14+13, ecco che FAU avrà parecchie chance di arrivare in finale.

Ma San Diego State è squadra che non muore, stracolma di senior e fastidiosa come le zanzare del Po. Gli Owls hanno fatto sembrare un attaccante come Brandon Miller più giovane di un freshman, costringendolo a una gara da 3/19 dal campo senza che ci abbia capito mai nulla. E l’attacco scintillante di Creighton da 80 punti di media nelle prime tre partite si è inchiodato a 56 nell’Elite Eight vinta dagli Atzecs grazie al libero di Darrion Trammell. Proprio il piccolo play è l’anima di un gruppo che farà di tutto per entrare nella storia. Ma di fronte ci sarà una squadra con la stessa fame e ambizione. E allora mettiamoci tutti comodi e godiamoci lo spettacolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma

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