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Pac 12 – È l’anno di Arizona?

BasketballNcaa - Allonzo Trier - Arizona Wildcats
Autore: Stefano Russillo
Data: 5 Nov, 2017

La conference

Tra le power conference è quella con la maggior astinenza dal titolo nazionale, l’ultima volta che una squadra della Pac 12 ha sentito le note di One shining moment è stato nel 1997 con l’Arizona di Mike Bibby, Miles Simon e Jason Terry. Proprio i Wildcats, nonostante le ombre dell’inchiesta dell’FBI, sono i principali favoriti non solo per portare a casa regular season e torneo di conference ma per mettere fine al digiuno in quel di San Antonio il prossimo aprile. La scorsa stagione quattro squadre della Pac 12 sono arrivate al Torneo Ncaa e tranne sorprese quest’anno saranno le stesse oltre a Zona: USC, UCLA e Oregon. A proposito di possibili outsiders attenti a Stanford con uno dei candidati al premio di Pac 12 player of the year (Reid Travis) e un’ottima classe di freshmen (Davis-Da Silva-Okpala) e all’Arizona State dell’elettrizzante backcourt duo Tra Holder-Shannon Evans. Oregon State sarà la mina vagante se riuscirà ad avere un Tres Tinkle in salute. Anno di transizione per Utah, California e Colorado dopo aver perso allo scorso Draft i loro top players.

La favorita – Arizona Wildcats

Coach Sean Miller ha il giusto mix tra giovani e veterani grazie al solito recruit di  talento (Ayton, Akot, Randolph, Barcello, Lee) e al ritorno della miglior guardia del college basket: Allonzo Trier. Squadra bilanciata e pericolosa in qualsiasi spot con un mostro a tre teste in backcourt Jackson Cartwright-Trier-Alkins e due torri gemelle come Ayton-Ristic, probabilmente la miglior coppia di lunghi di tutto il college basket. Attenzione a Dylan Smith, transfer da UNC Asheville, che rischia di essere il sesto uomo decisivo per vincere la conference e tornare finalmente alle Final Four (mancano dal 2001).

 Le contender – USC Trojans, UCLA Bruins e Oregon Ducks

USC è la candidata numero uno per insidiare il trono di Zona grazie all’esperienza, la qualità e la profondità di un roster che conta con il ritorno del 97% dei minuti totali della passata stagione più l’aggiunta del transfer da Duke Derryck Thornton e il McDonald’s All-American Charles O’Bannon Jr. UCLA è all’anno “I d.L.” (primo dopo Lonzo) e punta (come ci ha raccontato Tyus Edney) sulla trasformazione di Aaron Holiday da miglior sesto uomo della nazione a go to guy capace di essere il leader (insieme a quella macchina da doppia-doppia di Thomas Welsh) di un gruppo giovanissimo con un imbarcata di freshmen di talento (Hands e Wilkes su tutti). Sarà essenziale vedere come si adatteranno allo stile di gioco “shot&run” di coach Alford.

USC Trojans (il quintetto)

Oregon dopo aver salutato la squadra più forte mai passata dalle parti di Eugene (è rimasto solo Payton Pritchard) capace di riportare i Ducks alle Final Four dopo 77 anni, riparte dai transfer (ben tre: Elijah Brown, MiKyle McIntosh e Paul White) e da Troy Brown Jr, il freshman più intrigante della Pac12. A proposito di freshman occhio a Abu Kigab, SF canadese protagonista dell’oro all’ultimo mondiale under 19. Cosa serve per competere con Arizona? Trovare subito la giusta chimica di squadra e riuscire a mantenere un’alta efficienza difensiva nonostante la perdita del duo Bell-Boucher.

UCLA (Jaylen Hands e Aaron Holiday)

I prospetti

L’anno scorso con ben 14 giocatori selezionati al Draft la Pac12 ha scritto il record all-time di conference per scelte tra i pro. Gli occhi di tutti gli scout saranno puntati su DeAndre Ayton settepiedi dall’apertura di braccia di 7’5 e un atletismo fuori dal comune che ne fanno un “freak” capace di fare tutto e in maniera eccellente: dominare in area, correre il campo, metterla da fuori e proteggere il ferro. Chiamata sicura in top5 ha le sue chance di essere il primo nome chiamato da Adam Silver il prossimo giugno. Allonzo Trier e Rawle Alkins sono gli altri due Wildcats che si giocano una chiamata tra fine primo giro e inizio secondo, il primo grazie al suo talento cristallino da scorer, l’altro con la combinazione di fisico e tiro che lo rendono una guardia two-way al piano di sopra. I freshmen Emmanuel Akot e Brandon Randolph avranno presumibilmente una stagione da role players e quindi ritorneranno a Tucson l’anno prossimo.

 

USC ha mezzo roster che può aspirare al Draft. Chimezie Metu è l’unico che pare avere un posto assicurato in lottery con un fisico e potenzialità da rim protector alle quali abbina un ottimo skill-set in post e un tiro dalla media sul quale si può lavorare. Bennie Boatwright è un perfetto stretch-four in una Nba sempre più small-ball mentre le guardie Elijah Stewart, Jordan McLaughlin e De’Anthony Melton si giocheranno le proprie chance tra i pro a seconda dell’andamento stagionale. A UCLA occhi puntati sui senior Aaron Holiday e Thomas Welsh con il primo che intriga per le qualità da tiratore e passatore condite da un ottimo IQ cestistico e il secondo che è uno dei lunghi più sottovalutati e tecnici nonché efficienti del college basket ( in tutta l’Ncaa per rating offensivo). Kris Wilkes e Jaylen Hands sono materiale da lottery/primo giro e sono rispettivamente un’ala atletica capace di avere impatto su entrambe le metà campo e una combo-guard dall’atletismo esplosivo. Chiudiamo con Troy Brown Jr. di Oregon, prospetto capace di giocare play, guardia o ala grazie alla rara combinazione di ball-handling, visione di gioco, capacità balistiche e forza fisica che lo rendono un giocatore dal potenziale two-way devastante.

 

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