La conference
Chiamatela dittatura, impero o dominio incontrastato ma la sostanza rimane sempre quella: da quando Bill Self si è seduto sulla panchina di Kansas, il nome dei Jayhakws è sempre stato il primo della classifica alla fine della regular season della Big 12. Lo scorso anno la squadra ha avuto vita facile finendo con un record interno alla conference di 16-2, una mattanza praticamente. Però dietro di lei ci sono squadre migliorate. La sorpresa della scorsa stagione, Baylor, pur avendo perso Johnathan Motley si ripresenta come una delle possibili guastafeste mentre West Virginia, nonostante abbia perso pedine chiave, schiera ancora le due principali bocche da fuoco, Jevon Carter e Esa Ahmad. Interessante vedere come cambieranno Texas e Oklahoma, mete di due recruit 5 stelle come Trae Young e Mohamed Bamba, e occhio alla possibile sorpresa TCU, che dopo anni avrà una squadra che potrebbe essere davvero competitiva.
La favorita – Kansas Jayhawks
Lo scorso anno ha segnato una sorta di rottura con la recente tradizione dei Jayhawks, che sono passati da avere una difesa granitica e un gioco offensivo codificato con schemi per i due lunghi che ricevono in post a giocare un attacco molto moderno con quattro esterni che minacciavano da tre punti e un rim runner. La squadra ha perso tre giocatori importanti, come Frank Mason, Landen Lucas e Josh Jackson e quest’anno dovrà puntare sull’evoluzione definitiva di Devonte’ Graham (uno dei pretendenti al NPOY), sulla saggezza cestistica di Svi Mykhailiuk e sperare che Udoka Azubuike possa essere il giocatore che si è intravisto prima dell’infortunio. Se lo scorso anno erano corti, quest’anno lo saranno ancora di più, a meno di clamorose esplosioni della combo freshman Marcus Garrett e del tiratore Sam Cunliffe.
Le pretendenti – West Virginia Mountaineers, Baylor Bears
Entrambe si sono arenate dietro Kansas in regular season, entrambe non sono riuscite a vincere il torneo di conference e hanno fermato la loro corsa al torneo alle Sweet Sixteen perdendo più o meno nettamente dalle avversarie. Ora, pur avendo perso pezzi importanti, iniziano questa nuova stagione sperando di migliorare la precedente. I Mountaineers partono avvantaggiati grazie alla presenza di un santone in panchina come Bob Huggins, alla trentatreesima stagione in Division I, che però avrà una squadra molto più fisica quest’anno e sotto canestro farà affidamento sui sophomore Sagaba Konate e sul polacco Maciej Bender. Molto della stagione di West Virginia passerà dalle loro performance. Baylor riparte da Manu Lecomte, all’ultimo anno di una fantastica carriera collegiale, e da Jo Lual Acuil Jr., uno dei migliori stoppatori della nazione. Da trovare sicuramente un paio di role player che dovranno sostituire l’apporto di Al Freeman e Ishmail Wainwright. I candidati principali sono Jake Lindsey che partirà in quintetto e Terry Maston che dovrà prendere l’ingombrante posto di Motley.
I prospetti
Pochi prospetti Nba in Big 12 rispetto alle altre Power five, ma molti giocatori da tenere d’occhio. Il più interessante è Mohamed Bamba, lunghissimo centro di Texas, che sarà il volto, e possibile salvatore, della prossima stagione di Shaka Smart e dei Longhorns. Poi a Kansas si passa dalla poliedricità dell’ala tuttofare Mykhailiuk, alla modernità sotto canestro di Billy Preston, passando per Graham e Azubuike che hanno le maggiori chance di entrare al draft. In ottica Nba ci sono anche Trae Young, piccolissimo play dei Sooners, Matt Coleman, play di Texas e la coppia di TCU composta da Jaylen Fisher (da vedere come reagirà dopo l’infortunio subito nella tournee estiva in Australia) e dal lungo slovacco Vladimir Broadziansky. Quest’anno ci sarà anche un italiano, Davide Moretti, che giocherà alla corte di Chris Beard a Texas Tech.