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Jaime Jaquez, le due anime di UCLA

Jaime Jaquez Jr
Autore: Paolo Mutarelli
Data: 21 Feb, 2023

Jaime Jaquez: talmente un tuttofare da diventare anche leader offensivo di UCLA. Questa è la storia del senior, cresciuto fino a diventare uno di quelli che possono maledire Zach Edey, perché senza il dominio del centrone di Purdue sarebbe in corsa per il premio di National Player of the Year. Mick Cronin se lo gode e sa che per fare un’altra grande corsa alla March Madness servirà un Jaquez in grande spolvero.

 

Due anime in un corpo solo

Jaime Jaquez è tornato a UCLA con l’obiettivo chiaro di vincere e il risultato è stato la miglior regular season della gestione Cronin. Il senior viaggia a 16.8 punti di media toccando il massimo in carriera per volume (26.8 di Poss% e il 27.9% di Shots%), mantenendo costante il livello intravisto sul finale della stagione scorsa quando, a causa di una distorsione alla caviglia, su una gamba sola ha viaggiato a 19.3 di media nelle ultime otto partite. Tralasciando i numeri però, l’ala ha completato la transizione da glue guy a leader tecnico che si prende i tiri pesanti, come visto nel finale contro Stanford.

Il californiano di origine messicane ha unito tutto l’armamentario del classico collante, tosto da morire in difesa e che gioca nelle pieghe dell’attacco, al repertorio del solista anni ’90 che risolve le partite a suon di fadeaway. Per gran parte della partita lo vedrete tagliare, spingere in transizione, lottare a rimbalzo, mettersi al servizio dei compagni e difendere alla morte contro il miglior avversario (UCLA ha la #2 difesa della D-I), per poi trasformarsi in uno che la risolve con un isolamento dal mid-range nei finali o quando la squadra lo necessita.

Proprio come dimostra il video di ShotQuality qui sotto, Jaquez è uno dei migliori scorer nella zona meno ambita del campo e lo è da sempre. Dopo i primi due anni in cui era perlopiù un tiratore da tre sugli scarichi, Jaimito ha iniziato a modificare il suo terreno di caccia avvicinandosi progressivamente a canestro. L’attacco dei Bruins è un elastico che si muove tra perimetro e penetrazioni in un penetra-e-scarica perenne. Tutti gli esterni, ora anche Amari Bailey, sono in grado di fare questo lavoro, oltre a fare da partner nei giochi a due con Adem Bona. Jaquez non è il più efficiente degli scorer o il più atletico dei finisher, ma unendo il mid-range al lavoro sporco nella metà campo difensiva, è il principale contender di Azuolas Tubelis per il premio POY della Pac-12.

Il basket nel sangue

Jaquez nasce e cresce in una famiglia devota al basket a tal punto che al posto del consueto “Come stai? Hai mangiato?” le conversazioni con mamma Angela, ex giocatrice, si basano su “Com’è stato l’allenamento? Come hai giocato?”. Da nonno Ezequiel a Little Jaime e sua sorella Gabriela, anche lei a UCLA, la famiglia Jaquez è un brand riconoscibile nella Ventura County con un paio di famigliari anche nella Hall of Fame sportiva della zona.

I Jaquez sfruttano il loro nome con il NIL in una storia che non è fatta di brand famosi bensì di uno solo, piccolino, rivolto ai Latinos negli Stati Uniti d’America. Si tratta di Tricolor Holdings, un rivenditore di auto nel Texas che fa finanziamenti agevolati ai cittadini di origine messicana negli States. Nel mini-documentario prodotto sentiamo la storia della loro famiglia: dall’incontro a Guadalajara dei nonni al loro trasferimento in America, della passione per il basket e l’MLB fino ad arrivare al ruolo dello sport che c’è in questa famiglia e alle radici messicane ancora profonde.

Jaime e Gabriela Jaquez sono la prima coppia di fratelli a Los Angeles dai Meyers, la leggendaria coppia di fratelli che portò a Westwood l’ultimo titolo dell’era Wooden grazie a Dave e il primo e unico titolo femminile grazie a Ann. L’aspirazione è la stessa e entrambe le squadre sono presenze fisse nella Top 25. La squadra maschile inoltre ha anche la più lunga striscia di vittorie casalinghe in D-I, 22. Coach Cronin lo sa bene che per rendere un programma vincente bisogna avere le radici ben piantate nel terreno di casa propria.

Nonostante questo, Mick Cronin si è sentito snobbato e preso in giro dal comitato di selezione della March Madness. Nella recente Top 16 che fa da preview alla Grande Ballo, UCLA è l’ottava squadra della nazione e quindi al seed #2. La questione è ambigua: da un lato il record di 5-4 contro avversarie del Quad 1 non regala molto lustro ai Bruins che hanno come migliore vittoria un +27 a Maryland, dall’altro è anche vero che ogni ranking statistico, tra cui il NET, li premia e li mette in Top 5.

Il grande pregio degli ultimi due anni di UCLA è stato però lo scontro diretto: dalla cavalcata del 2021 a quella interrotta solo da un ormai rarissimo fulgore di Caleb Love lo scorso anno, Cronin e questo gruppo di ragazzi hanno già accumulato sette vittorie alla March Madness. L’unica cosa che manca è un titolo della Pac-12, sempre sfuggito. É ancora presto per dire se Jaime Jaquez Jr. riuscirà a portare al termine l’obiettivo prefissato ma sicuramente grazie alle sue due anime, latina e americana, tuttofare e leader, è riuscito a riportare UCLA dove merita.

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