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Donovan Clingan, un ciclope con gli occhi sull’NBA

Donovan Clingan - Draft Nba 2024
Autore: Manuel Follis
Data: 13 Mag, 2024

Torniamo indietro per un secondo al 3 aprile del 2023. Connecticut ha appena vinto la sua prima Final Four e Donovan Clingan ha giocato 10 minuti. Di buon livello, ma sempre 10 minuti. Le tre precedenti partite del Torneo è invece stato in campo 13 minuti di media. Il centro protagonista non era lui, era Adama Sanogo, il migliore per gli Huskies per tutta la Final Four. Allora, poco più di un anno fa, i tifosi di Connecticut si chiedevano come avrebbe reagito la squadra alla partenza del loro centro africano. La risposta è: benissimo. Perché Clingan ha giocato una stagione da urlo che ha finito per proiettarlo nella Top 10 del prossimo Draft. Qualcuno dice persino che potrebbe essere una prima scelta assoluta, ma diciamocelo: sarebbe un po’ una sorpresa.

Tutti i dubbi, dal fisico all’attacco

Ok sa difendere ma poi? I principali dubbi su Clingan riguardavano le sue capacità offensive, al netto di quelle difensive (da sempre suo punto di forza) e anche la sua tenuta fisica. Quando a gennaio il lungo del Connecticut ha dovuto saltare 5 partite consecutive i detrattori sono tornati a mugugnare. Dal suo ritorno in poi, il centro di 218 cm per 120 kg è stato un fattore determinante. Dominante. Partiamo dalla difesa, che sarà pure l’aspetto più “scontato” di Clingan, ma per quanto già noto non si può soprassedere. Clingan è uno di quei giocatori capaci di cambiare le partite nella propria metà campo, coprendo l’area grazie a una wingspan di 235 cm ma risultando spesso molto più mobile del previsto e quindi non trovandosi completamente spaesato in marcatura sui piccoli lontano da canestro.

Ha finito la stagione con 2.5 stoppate e 7.4 rimbalzi di media in 22 minuti di gioco. Numeri che non dicono quanti tiri avversari ha influenzato e quante penetrazioni al ferro ha scoraggiato. Una presenza che lo ha reso appetibile per la NBA in quanto “immediatamente spendibile”. Certo, spazi e regole difensive NBA sono diverse da quelle del college, ma la sensazione degli addetti ai lavori è che sia difensivamente un giocatore plug-and-play. Per il mix tra mezzi fisici e senso del tempo.

Diverso il discorso riguardante l’attacco. I limiti di Clingan sono evidenti. Il centro di UConn è a suo agio (e funzionale a una fase offensiva) solo a pochi metri da canestro. Ha buon tempo sul roll, ma non è devastante in fase di chiusura. Il suo gancio è efficace ma non è una sentenza e tira i liberi con poca costanza. Insomma, c’è molto da lavorare, ma non sono molti i giocatori di 218 che sanno rendersi utili anche lontano da canestro. Non sono tutti Wembanyama. In realtà, la buona notizia per Clingan è che ha mostrato miglioramenti da un anno all’altro e che tutto sommato i suoi limiti non sono tali da fargli perdere la Top 10 del Draft.

Le origini italiane

Lo diciamo subito: è improbabile che Clingan prenda il passaporto italiano. Via il dente, via il dolore. Ma. C’è un “ma”. Il ragazzo è irlandese da parte di padre, ma la madre si chiamava Stacey Porrini, un cognome che porta evidentemente a immaginare una connessione con l’Italia e a sognare l’arrivo di un passaporto. La signora Porrini è morta sei anni fa per un tumore al seno e Clingan gioca con il numero 32 in onore della madre che fu una delle stelle dell’università del Maine con cui ha giocato per tre volte la March Madness. Ma ecco, da qui a pensare all’arrivo di un passaporto la strada è lunga. Per capirci, era più probabile vedere Banchero in azzurro e sappiamo come è andata.

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