È da anni la conference con più talento e con le squadre più forti insieme alla ACC, è una meta ambita dai transfer e dai più forti giocatori provenienti dagli junior college ma ovviamente anche dai freshmen. Ecco i volti nuovi della prossima stagione. Partiamo da Kansas, che negli anni ha perso qualche colpo in fase di reclutamento ma ha compensato con i transfer. Il prossimo anno se ne potranno osservare ben tre, tra cui il possibile NPOY Dedric Lawson da Memphis, che si inserisce perfettamente nella tradizione delle ali grandi di Kansas con le sue doti da scorer sia in area che dal perimetro. Proprio il tiro da fuori è stato il fondamentale sul quale ha lavorato di più nel suo anno di stop. A Lawrence, ovviamente, è arrivata anche un’ottima classe di freshman guidata da Quentin Grimes. Il neo eletto Mvp dei Fiba Americas Under 18 è una guardia moderna che sa gestire l’attacco con la palla in mano, creando il tiro per sé e per gli altri, ma è anche un tiratore affidabile sugli scarichi. La Kansas della prossima stagione sarà una squadra ben assortita e talentuosa, ma con alcuni problemi di chimica da risolvere per spiccare il volo verso la vittoria.
Chi contenderà fino all’ultimo il titolo di regina a Kansas saranno i rivali locali di Kansas State che si sono aggiudicati il quinto miglior Juco della nazione Austin Trice da Wabash Valley, che è stato a lungo anche nel mirino di Illinois. Come dichiarato da Bruce Weber, Trice è un fit perfetto per i Wildcats. Infatti Kansas State l’anno scorso si è classificata 301esima (su 351) per rimbalzi presi ma Trice è un fenomenale rimbalzista (oltre 12 di media quest’anno). É un 6-9 molto mobile e lungo, il che gli consente di saper difendere anche contro attaccanti più agili di lui. Il suo motore perennemente acceso lo rende un buon target in transizione e un rimbalzista affidabile, che non perde di efficacia nel secondo salto. I Wildcats ritroveranno i primi sette realizzatori della scorsa stagione e con l’aggiunta di Trice puntano a confermare le Elite Eight conquistate quest’anno.
Altro college che viene da una grande stagione (sfiorato il titolo della Big 12 e l’ingresso alla Final Four) è Texas Tech, che però ha perso cinque senior tra cui il suo miglior giocatore. Potrebbe significare ricostruzione, ma Chris Beard sta dando vita ad un sistema che coniuga i senior e gli underclassmen, dando fiducia a tutti (11 giocatori sopra i 10 minuti di media di utilizzo) e ciò rende la scorsa nidiata di freshmen ben preparata.
Il nuovo volto più interessante è quello di Matt Mooney, transfer da South Dakota ambitissimo da mezza Ncaa, seguito da Tariq Owens, proveniente da St. John’s. Mooney è il gran colpo che rilancia le ambizioni di Texas Tech e dovrebbe essere l’erede di Keenan Evans, che per massimizzare le sue capacità da tiratore, sia dal palleggio (dove è impressionante) che dagli scarichi, dovrebbe giocare con un altro trattatore di palla accanto.
Owens è al secondo cambio di università e deve dare prova di tenuta mentale, ma potrebbe dare un’altra dimensione all’attacco dei Raiders. La sua esplosività e la sua velocità lo rendono un giocatore ottimo in movimento vicino a canestro ma sa anche essere una minaccia dalla linea dei tre punti (33% su 37 tentativi nell’ultima stagione).
Chiude il gruppetto Khavon Moore, il prospetto più alto reclutato dall’università da quando esiste il ranking Espn (2007) e appena sbarcato a Lubbock sono partiti i paragoni con Zhaire Smith. I due sono accomunati dalla versatilità (Moore ha piazzato oltre due stoppate e due rubate di media nell’ultima stagione in HS) e dall’atletismo dirompente e Moore spera di ripercorrere il percorso del suo predecessore.
Un giocatore simile a Moore, per posizione in campo e skillset è Kaden Archie freshman di TCU. Il ragazzo, reclutato insieme al suo compagno di AAU Russell Barlow, dovrebbe essere il primo cambio dalla panchina tra le ali garantendo impatto immediato grazie alle doti da difensore e alla sua esplosività. Il fattore X della stagione di TCU potrebbe invece essere il neozelandese Yuat Alok, miglior Juco della nazione da Chipola College, sostituto naturale di Vladimir Broadziansky (laureato) anche se è più lungo rispetto allo slovacco, e può garantire punti anche dal perimetro.
Shaka Smart a Texas confida che il transfer da Mount St Mary’s Elijah Long garantisca punti dal perimetro. Si tratta di un giocatore estremamente intelligente in campo, dalle mille soluzioni dal palleggio e dal tiro efficace ma andrà verificato il suo impatto in una conference più fisica della Northeast.
Altro giocatore che ha dovuto aspettare un anno prima di esordire in Big 12 è Marial Shayok, che la lasciato Virginia per Iowa State. Il sistema dal ritmo lento di Tony Bennett non permetteva a Shayok di mettere in mostra le sue doti offensive, mentre ora potrà scatenarsi in campo aperto grazie al gioco che genera molti possessi voluto da coach Steve Prohm.
Anche Baylor e Oklahoma hanno cercato di sopperire ai loro problemi di playmaking puntando su graduate transfer. Uno su tutti è Makai Mason da Yale, che proprio due anni fa al torneo fece a pezzi la difesa dei Bears con 31 punti. Il suo arrivo dovrebbe sollevare dagli oneri del playmaking Jake Lindsey. Scott Drew dovrà scegliere come innescare Mason, forte nella creazione dal palleggio, soprattutto in isolamento (0.94 punti per possesso nella sua stagione da sophomore). L’incognita è il recupero dalla frattura da stress al piede destro subita lo scorso anno che gli ha fatto saltare l’intera stagione.
Oklahoma, invece, ha piazzato un doppio colpo in regia, poiché anche il backup di Trae Young, Jordan Shepherd, ha deciso di lasciare il programma. Per fortuna sono arrivati due giocatori dalle caratteristiche simili che potrebbero dividersi il pallone, lasciando inalterato il sistema attuato da Lon Kruger nella scorsa stagione. Aaron Calixte da Maine dovrebbe essere il titolare, abituato a giocare tanti possessi, (26% di Usg%) e tirare da tre, mentre Miles Reynolds è più passatore rispetto al compagno. I due potrebbero quindi stare in campo insieme, magari in quintetti molto piccoli, con Brady Manek, futuro go-to-guy della squadra, da 5.