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Da Okoro a Anthony, ecco le star del futuro

Autore: Giovanni Bocciero
Data: 6 Ago, 2018

L’edizione 2018 del Peach Jam, atto finale del circuito Nike Eybl, potrebbe passare alla storia come ultimo appuntamento aperto ai coach universitari. Da anni ormai l’evento che si disputa a North Augusta coincide con l’inizio della prima finestra di reclutamento dei prospetti liceali, ma è al vaglio della Ncaa l’idea di impedire ai tecnici di visionare i prospetti nel mese di luglio così da combattere la corruzione nella scelta del college. Diversi addetti ai lavori si sono espressi negativamente su questa proposta, definendola incomprensibile. Così facendo infatti, le università avrebbero meno occasioni per visionare dal vivo e di conseguenza valutare il potenziale di un giocatore. Un dirigente piuttosto affermato ha dichiarato in forma anonima che tale divieto è soltanto un escamotage della Ncaa per dimostrare che si sta attivando riguardo alle raccomandazioni espresse dalla Commissione guidata da Condoleezza Rice.

Bacot il trascinatore

Fatta questa doverosa premessa, passiamo a ciò che si è visto in campo dove a vincere è stato il team Takeover trascinato dall’Mvp della manifestazione Armando Bacot (#20 Espn class ’19). Pivot molto solido, fresco di medaglia d’oro agli Americas U18, che ha fatto registrare una media di 11.5 punti col 58.6% dal campo e 12.5 rimbalzi. Non è un giocatore accentratore, e insieme a Hunter Dickinson (#21 Espn class ’20) ha formato una ottima coppia di lunghi che spesso e volentieri ha fatto collassare in area la difesa avversaria permettendo a esterni come Jeremy Roach (#23 Espn class ’20) di colpire da fuori.

Armando Bacot con Team Usa

Armando Bacot con Team Usa

I top del circuito

La migliore guardia in assoluto del circuito Nike è stato Cole Anthony (#3 Espn class ’19), compagno di squadra di Bacot nella vittoriosa spedizione con la nazionale Usa, che ha viaggiato alle considerevoli medie di 26.5 punti, 8 rimbalzi, 4.2 assist e 1.7 recuperi. Giocatore atleticamente fantastico, ultra competitivo visto che ha dichiarato di  voler diventare il n.1, in qualche circostanza ha anche flirtato con la tripla doppia. Dopo un avvio spumeggiante, alla lunga ha pagato il fatto di essere praticamente da solo a guidare il team PSA Cardinals che non si è qualificato per i quarti di finale.

 

Altri due esponenti della Nazionale statunitense si sono conquistati un posto nel miglior quintetto della manifestazione, e si tratta dell’ala Isaac Okoro (che vedremo tra due stagioni con Auburn) e del lungo Isaiah Stewart che hanno vinto il Mondiale U17 disputato in Argentina. Okoro (#39 Espn class ’19), autore di 17.8 punti, 11.2 rimbalzi, 5.0 assist e 3.5 recuperi di media, è stato protagonista della miglior prestazione del Peach Jam anche se è coincisa con la decisiva sconfitta per accedere ai quarti: 30 punti (14/20 dal campo), 10 assist, 10 rimbalzi, 5 recuperi e 3 perse. E questo la dice lunga sulle sue capacità. Stewart (#5 Espn class ’19) invece ha guidato la sua squadra ai quarti grazie ai 20 punti, 12.4 rimbalzi e 1.6 stoppate di media, venendo eliminato solo dai futuri campioni. Lui è un atleta nel vero senso della parola, fisico scolpito, verticale ed esplosivo.

I protagonisti inaspettati

Chi ha approfittato più di tutti della vetrina targata Nike Eybl è stata l’ala Jaden McDaniels (#4 Espn class ’19) che ha letteralmente scalato posizioni nei vari ranking a suon di ottime prestazioni facendo registrare le seguenti stats: 17.9 punti col 50% dal campo, 8.9 rimbalzi, 1.6 stoppate e 1.5 assist. Rimasto per un pelo fuori dai playoff con il suo team, è stato nominato anche Breakout Player of the Year. Fratello di Jalen McDaniels visto lo scorso anno a San Diego State ed entrato nel mirino degli scout Nba, Jaden può intraprendere lo stesso percorso. Ha un fisico snello ma un’animo da combattente, mentre la versatilità gli permette di difendere sia sui lunghi che sugli esterni. Al momento sembra non avere una posizione definita, ma possiede un potenziale che ben presto gli permetterà di trovare il suo posto in campo.

 

Altra grande sorpresa è stato il playmaker Sharife Cooper (#30 Espn class ’20), compagno di squadra agli AOT Rebels di Isaac Okoro e votato Underclassmen of the Year, che ha viaggiato a 24.5 punti, 7.5 assist, 5.2 rimbalzi e 1.4 recuperi. È un grande talento offensivo, sia in termini di capacità realizzativa che di visione di gioco. Inoltre, nonostante sia alto solo 185 centimetri si fa apprezzare per essere un grande combattente che non disdegna di cimentarsi nei duelli a rimbalzo. Chi lavora con lui evidenzia soprattutto la sua etica di lavoro. Sembra che sia sempre il primo ad arrivare in palestra e l’ultimo ad andarsene.

Sharife Cooper in azione

Sharife Cooper in azione

La sfida tra titani

I due migliori prospetti della classe 2019, ovvero James Wiseman e Vernon Carey rispettivamente #1 e #2 secondo Espn, non hanno impressionato più di tanto pur mettendo insieme cifre comunque di tutto rispetto. Magari le attese sui due ragazzi sono già così alte che da entrambi ci si aspetta sempre qualcosa di straordinario. Certamente hanno infiammato il pubblico quando si sono sfidati, con Wiseman (26 punti con 2/3 da 3 e 10 rimbalzi) uscito vincitore sul filo di lana per 70-69. Carey ha risposto con 21 punti, 13 rimbalzi e 5 stoppate, eppure né Bluff City né Florida Team alla fine hanno conquistato l’accesso ai playoff.

 

Se per la prima squadra – che oltre Wiseman schierava anche D.J. Jeffries (#19 che aveva scelto Kentucky e poi cambiato idea) e Chandler Lawson (#47 Espn class ’19) – sembra essere stato determinante l’addio dal programma di coach Penny Hardaway ingaggiato dall’università di Memphis, per la seconda – che oltre a Carey schierava anche Scottie Barnes (#4) e Noah Farrakhan (#29 Espn class ’20) – tra alti e bassi c’è stata la soddisfazione di aver inflitto l’unica sconfitta del circuito ai campioni del team Takeover.

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