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Da Ball a Monk, i giocatori da draft

Ncaa basketball - Josh Jackson - Kansas
Autore: Manuel Follis
Data: 23 Mar, 2017

Se parliamo di migliori 16 squadre del college parliamo anche di prospetti Nba, alcuni con un futuro garantito fra i pro, altri che sono nel mirino degli scout ma che dovranno poi giocarsi le loro chances nei vari workout di pre stagione.

La regola base, ormai acclarata, è che è molto difficile valutare un giocatore in ottica Nba. E chiariamo, non lo diciamo noi per mettere le mani avanti, lo dimostrano le stesse squadre della Lega visto che Malcom Brogdon (senza dubbio uno dei migliori rookie della stagione in corso) è stato scelto con la sesta chiamata del secondo giro. Alcuni esplodono dopo qualche anno di assestamento, altri rendono solo in alcuni contesti.

Senza quindi fornirvi una vera e propria classifica, vi presentiamo qui tutto il materiale da draft che potrete osservare in campo nelle Sweet 16, già dicendovi che c’è qualche escluso (non eccellente) perché di qualche squadra abbiamo selezionato solo i più pronti o i più probabili.

Arizona (giovedì 3:10)

Lauri Markkanen (freshman, 7-0, PF). Il finlandese è la cosa più vicina a Kristaps Porzingis che c’è non solo al college, ma probabilmente al mondo. Vi abbiamo mostrato nel dettaglio le sue caratteristiche, dalla sua abilità nel partire in palleggio al suo tiro (43.3% da 3). È uno che starebbe bene già oggi in quasi tutte le squadre Nba, quindi a livello Ncaa è sostanzialmente immarcabile. Dipende da lui se segnare o meno. Vanno verificate la sua vis pugnandi e la sua abilità a rimbalzo.

 

Allonzo Trier (sophomore, 6-5, SG). Se fate una gara di corsa, probabile che Trier arrivi primo con quasi tutti quelli papabili per il draft, visto che solo Fox di UK regge il confronto. Completamente a suo agio in campo aperto e nelle conclusioni al ferro, magari in acrobazia. È capace di creare per i compagni, ma non troppo di crearsi un tiro per conto suo. Nel suo anno da sophomore sta però mostrando grande maturità.

Baylor (venerdì 00.30)

Johnathan Motley (junior, 6-10, PF). Un felino nei pressi del canestro, verticale ma potente. Se solo fosse costante nelle prestazioni e nel rendimento all’interno della stessa partita, parleremmo di una scelta molto alta. Invece oggi Motley ha grandi estimatori, ma lascia spazio anche a molti dubbi. Quando è on fire è quasi immarcabile, perché ha istinti, velocità e mano morbida per prendersi jumper dalla media. Quando è in down, è uno che non vorreste nella vostra squadra da serie minore europea. Va detto che in stagione sono stati più gli alti che i bassi.

Florida (venerdì 3.00)

Devin Robinson (junior, 6.8, SF). Difensore, tiratore, fisico atletico e rimbalzista: il giocatore dei Gators è l’ala piccola dei vostri sogni, se non fosse che anche lui ha passaggi a vuoto all’interno dello stesso match che lasciano a volte un po’ perplessi. Sulla carta non ha niente che non va e, a volte, fa giocate di una spettacolarità/fisicità assolutamente da Nba. Sulle scelte e la selezione di tiro però si giocherà le sue chances da pro, calcolando che ha chiuso la sua miglior stagione da 3 (39% abbondante).

Gonzaga (giovedì 00.40)

Przemek Karnowski (senior, 7-1, C). Questa è una nostra scelta, perché Karnowski non lo trovate nei mock draft e forse (sigh) la Nba la vedrà col binocolo, anche per motivi d’età e per le perplessità sulla tenuta fisica sulle 90 partite. Il lungo polacco è un raro esemplare di centro stazzato d’area. Sa giocare in post, nei pressi del ferro conclude con la destra e con la sinistra, sa passare. Non tira da 3, è un po’ lento sui recuperi, non lascia sul posto nessuno partendo in palleggio. È semplicemente un lungo vecchia scuola che sa giocare a basket. Ed è un piacere vederlo in campo. La Nba è un sogno/scommessa.

Zach Collins (freshman, 7-0, PF). Le probabilità di vedere in Nba il compagno di squadra di Karnowski sono ben più alte, perché Collins è più giovane, più magro, più veloce, più mobile, perché ha una netta propensione al rimbalzo e soprattutto perché non tira tanto da 3, ma quelle poche volte (20) siamo al 45% di realizzazione. Un altro talento cresciuto da coach Mark Few.

Kansas (giovedì 2:40)

Josh Jackson (freshman, 6-8, SF). Il suo difetto peggiore resta una brutta meccanica di tiro, con la palla troppo bassa e uno strano movimento di braccia tipo cavatappi, ma il 25% da 3 dei suoi primi mesi al college è un ricordo, e ora tira dall’arco con un onestissimo 38.6%. Cancellato anche questo punto di domanda, sul campo c’è poco da dirgli, soprattutto in attacco dove sa fare praticamente tutto (qui la nostra analisi) ed è una delle SF più divertenti da veder giocare. Fuori dal campo la testa va un po’ rimontata, visti i problemi (non gravi) con la legge che ancora deve risolvere.

 

Frank Mason (senior, 5-11, PG). Ignorato (anche giustamente) dagli scout fino all’anno scorso, la sua stagione da senior lo ha consacrato come uno dei giocatori più forti del college basketball. Motore sempre acceso a 200 all’ora, ha imparato a limitare tiri a casaccio e palle perse dovute al suo ritmo frenetico e sta viaggiando a 21 punti con uno scintillante 47.2% da tre punti, a cui aggiunge 5 assist e 4 rimbalzi. E una difesa super. È piccolo, ma è il classico toro a cui i contatti non dispiacciono per niente, quindi i pochi centimetri non sono un problema.

Kentucky (venerdì 2:40)

Malik Monk (freshman, 6-3, SG). Il tiratore più elegante della Division I, finora il suo Torneo non è stato strepitoso ma è un attaccante puro (qui la nostra analisi) da 20 punti a partita che può diventare immarcabile, chiedere a North Carolina a cui ne ha infilati 47. Spalle strette e leggerino, deve migliorare il fisico perché agilità e velocità al piano di sopra non basteranno sempre, dato che il suo metro e 90 non gli consente certo di tirare in testa agli avversari.

De’Aaron Fox (freshman, 6-3, PG). Lui invece sopra la testa degli avversari ci va spesso e volentieri perché lo stile è quello di Russell Westbrook, con pregi e difetti del caso. Arriva spesso al ferro in penetrazione grazie al suo atletismo, i guai (grossi) arrivano quando deve tirare: il 23.4% da tre con 15/64 non è una statistica accettabile per una PG, così come da migliorare è il rapporto assist (4.6) e palle perse (2.5). Ma talento e leadership non mancano e lui, a differenza di Monk, sta alzando il livello del suo gioco proprio nella post season, caratteristica che piace sempre agli scout NBA e non solo.

Bam Adebayo (freshman, 6-10, C). Ci si aspettava un impatto maggiore da lui, anche perchè qui siamo dalle parti di Dwight Howard come differenza fisica rispetto alla media dei suoi avversari. Vero che ogni tanto i suoi talentuosi compagni se lo dimenticano, ma una stagione da 13+8 non può essere certo definita dominante. Il fisico da big man Nba c’è tutto, il range di tiro è limitato ma tecnicamente deve mettere a posto soprattutto i liberi perché in movimento non è all’abc. Visto anche il deserto nel settore centri puri, qualcuno che vorrà assicurarsi in fretta il suo corpaccione ci sarà senz’altro.

Michigan (giovedì 00:10)

Moritz Wagner (sophomore, 6-11, PF). Ecco a voi il potere del Torneo. Se sei un fenomeno come Markelle Fultz di Washington, non ti serve giocare durante la March Madness, vieni scelto comunque al draft. Se invece sei un giocatore “normale” o “con potenziale”, non c’è niente come un paio di partite sotto i riflettori per regalarti un gettone gratis per la Nba. Peraltro, la capacità di mettere in risalto i suoi giocatori è tipica di Michigan. Di Wagner non parlava nessuno mentre nell’ultima settimana, dopo la gara contro Louisville, ne parlano tutti (noi compresi). Diciamo che le Sweet 16 saranno una buona prova del nove. Ah, non vi abbiamo parlato di lui: lungo bianco che sa tirare. Il resto dovete vederlo.

DJ Wilson (sophomore, 6-10, SF). Che in realtà se c’è uno che ha davvero del potenziale Nba, è il compagno di squadra Wilson, il cui feeling col draft ha vissuto alti e bassi. Entrato al college da semi star, superato poi da molti altri giocatori, grazie al marzo scintillante dei Wolverines è tornato a essere considerato. Fisico longilineo, tiro buono ma migliorabile, atletismo e creatività, se scegli Wilson scegli il potenziale upside, che però è innegabile ci sia.

North Carolina (venerdì 00:10)

Justin Jackson (junior, 6-8, SF). Se parliamo di alti e bassi nei mock draft, nessuno ha fatto dentro e fuori negli ultimi due anni come Jackson, che ha definitivamente sfondato e vinto le critiche quando ha aggiustato la mira. Capirete che per un’ala piccola (per lui non c’è altro ruolo) tirare con il 29% da 3 come l’anno scorso (su 120 tentativi) o il 39% come quest’anno (su 250 tentativi) faccia una gran bella differenza. Messo a posto il tiro, si può quindi parlare delle sue altre caratteristiche, quelle positive, che non sono mai venute meno e cioè una mobilità laterale spaventosa, la propensione difensiva (uno dei migliori di questo draft), un grande istinto per il gioco e la capacità di crearsi tiri in più modi o di concludere fuori equilibrio. Molto intrigante. Potenziale steal.

Oregon (giovedì 00:10)

Dillon Brooks (junior, 6-8, SF). Non nominiamo Tyler Dorsey, che al momento è il giocatore più “caldo” dei Ducks ma anche quello più “normale” in ottica Nba. Brooks è nel mock grazie alla sua energia. Se volete un ninja in squadra, prendete lui. Faccia cattiva, va a rimbalzo per staccare teste, penetra e non fa prigionieri. Brooks è di quelli così. Non un giocatore raffinato, ma potente e che comunque ha istinti clutch e tira dall’arco con il 41%.

 

Jordan Bell (junior, 6-9, PF). L’ala grande di Oregon è il degno compagno di Brooks quindi, se volete DUE ninja in squadra, pigliateveli in coppia. Abbiamo parlato di molti lunghi con tiro da fuori, ecco Bell non fa parte della categoria. Indossa una canotta “sciancrata” per mettere in mostra fisico e bicipiti, che in effetti sono Nba-ready. A rimbalzo offensivo si farà sempre notare e siamo sicuri lo farebbe anche in Nba. Dopodiché, se non gli chiedete di concludere con un jumper dalla media ma nei pressi del canestro, lo sa fare e da anni è tra i più efficaci del college.

Purdue (giovedì 2:40)

Caleb Swanigan (sophomore, 6-9, PF). L’hanno ribattezzato mister doppia-doppia perché nessun giocatore della Big Ten ne ha mai registrate come lui in una stagione. Punti e rimbalzi sono per lui qualcosa di naturale. È sempre stato nel mirino degli scout Nba per via del fisico (muscoloso e potente) e della propensione al rimbalzo. Il ragazzo però in estate ha lavorato sul tiro, e oggi dall’arco sta sul 43%, il che ne fa un giocatore immarcabile. Gli piace avere la palla in mano nei possessi decisivi, spesso ne fa buon uso. Se potete, non perdetevelo.

UCLA (venerdì 2:40)

Lonzo Ball (freshman, 6-6, PG). La PG losangelina è probabilmente il giocatore di cui avete più sentito parlare e di cui avete visto più video. Partiamo dai fatti certi e non discutibili: ha preso in mano UCLA dal giorno zero, ha cambiato volto alla squadra, è spesso stato determinante e clutch, ha un’abilità non comune di coinvolgere i compagni e di passare la palla, ha un tiro la cui meccanica fa quasi ridere per quanto è strana, in stagione ha il 42% da 3 punti e il 73% da 2 (4° tra tutti i giocatori del college). Quello che ha colpito noi è questo: giocare a Los Angeles nell’anno in cui i tifosi infuriati chiedono la cacciata dell’allenatore, quindi sotto il peso di aspettative altissime, non è da tutti. Ball l’ha fatto come se fosse al campetto tra amici. Decidete voi quanto peso dare a questo fatto sulla sua valutazione.

 

TJ Leaf (freshman, 6-10, PF). Mentre i riflettori erano puntati su Ball, c’è voluta qualche partita in più per capire che la PG dei sogni aveva in squadra un altro mezzo fenomeno. Leaf è “mister utilità”. La sua capacità di fare la scelta giusta, il movimento senza palla, la posizione a rimbalzo in rapporto all’età è straordinaria. Qualcuno ha detto che è un bianco che gioca come un nero per la sua capacità di saltare e fare giocate spettacolari. Sarà, però tira da bianco: 64% da 2 e 45% da 3. E questo in ottica Nba è molto meglio.

Wisconsin (venerdì 3:00)

Nigel Hayes (senior, 6-8, SF/PF). Se per caso Wisconsin arriva fino in fondo, le quotazioni di questo giocatore assolutamente particolare torneranno a salire. Se i Badgers faranno strada, sarà infatti soprattutto per merito suo per il semplice fatto che quando la palla scotta, finisce nelle sue mani e solo dopo in quelle di Bronson Koenig. Purtroppo per lui, il 40% da 3 è un risultato raggiunto solo nella sua stagione da sophomore e il meglio lo dà senz’altro spalle a canestro o in post alto, ma è il classico leader che incolla tutto il resto della squadra, facendo solo cose utili in attacco e in difesa. Giocatori così servono eccome anche in Nba.

Le altre squadre

Ci sarà nelle altre formazioni almeno un giocatore da Nba? No, se facciamo parlare la ragione e non il cuore. No di sicuro, se andiamo a vedere i mock draft in giro per il web. Però vi segnaliamo di Butler (venerdì 00:10) Kelan Martin (junior, 6-7, SF) che è un giocatore unico: stazzato, un po’ senza ruolo per la Nba, ma con tiro e senso per il canestro. Il re di South Carolina (venerdì 00:30) è Sindarius Thornwell, ma se qualcuno ha davvero qualche chances di Nba è PJ Dozier (sophomore, 6-6, PG) se non altro perché i play alti quasi 2 metri piacciono sempre. Dozier sa difendere ma va capito che rapporto ha col tiro. Giudicare i giocatori di West Virginia (giovedì 00:40) invece è impossibile, perché in quella pallacanestro fatta di alti ritmi e press tutto campo, sembrano tutti strani. Vi segnaliamo Esa Ahmad (sophomore, 6-8, SF/PF) che per fisico, età e versatilità è il più spendibile ai piani alti. Un assatanato nei pressi del canestro e diabolico a rimbalzo dinamico. Infine di Xavier (giovedì 3:10) prendiamo il giocatore simbolo ovvero Trevon Bluiett (junior, 6-6, SG). Di buono ha il fisico, ma per il resto sembra il clone di mille altri giocatori, però nei finali di gara di solito tende a elevare le sue prestazioni. Punto a punto non vorremmo mai averlo contro.

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