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Lauri Markkanen, due settimane da Dio

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 21 Gen, 2017

La già notevole stagione di Lauri Markkanen ha subito recentemente un’impennata impossibile da ignorare. Il freshman, infatti, nelle ultime tre partite si è confermato come leading scorer di Arizona, viaggiando a 25 punti e 7.3 rimbalzi in 29 minuti d’utilizzo medio, compreso un career-high da 30 punti nella rivalry con Arizona State. Al tiro, ha messo insieme un totale di 26/42 dal campo (61.9%) e di 10/13 ai liberi (76.9%). Il ragazzo di Jyväskylä, insomma, incanta sempre di più: qui di seguito vi mostriamo tutte le cose migliori – e non solo quelle – viste nelle ultime due settimane.

 

In attacco

Nella metà campo offensiva, la zona preferita dal finlandese è quella più lontana dal canestro, dove può esibire tutto il suo talento nel colpire dall’arco. Dalla linea dei tre punti sta raggiungendo livelli di efficienza estremamente rari, perfino unici, per un seven footer: 48.9% in stagione con ben 4.8 tentativi a partita, negli ultimi tre match ha accumulato un impressionante 13/18 (72.2%). Capacità di mettersi istantaneamente in ritmo aggiustando i piedi, eccellente fluidità di movimento e alto punto di rilascio: il freshman è una macchina che raramente s’inceppa e le cui conclusioni sono assai difficili da contestare.

La gran parte di queste triple (11) sono state infilate in catch-and-shoot in situazioni diverse: piedi per terra, in uscita dai blocchi e dal pick-and-pop.

 

Solo due le triple dal palleggio ma entrambe notevoli, seppur per motivi diversi: una contro Colorado in step-back e una clutch contro USC baciata benevolmente dal tabellone.

 

Markkanen, però, sa fare anche altro lontano dal canestro. Eccolo in alcune partenze in palleggio – qui, tutte di mano sinistra – che risultano efficaci grazie a un primo passo rapido e a ottime capacità di coordinazione: lo vediamo concludere con un elegante arresto-e-tiro [1], andare fino in fondo dopo aver bruciato Xavier Johnson sul primo passo [2] e conquistare due liberi con uno spin move [3].

 

Nelle situazioni di ricezione in post basso, è ancora una volta la sua notevole coordinazione a creargli situazioni di vantaggio mentre, nel terzo caso della clip sottostante, legge facilmente la difesa per tagliare a canestro e affondare la bimane.

 

Anche in contropiede non ha problemi nel seguire l’azione e farsi trovare pronto.

 

Coach Sean Miller ha sottolineato più d’una volta le sue buone capacità di passatore (1.1 assist di media in stagione). Nelle tre partite in esame, non c’è stato alcun passaggio vincente da parte sua ma si è fatto notare anche in questo senso.

 

In difesa

Le perplessità che aleggiano attorno Lauri riguardano essenzialmente la metà campo difensiva: verticalità e wingspan sono nella media, o comunque ben lontani dai livelli d’élite che si riscontrano in tante altre parti del suo repertorio, il che lascia aperti alcuni dubbi su un eventuale sviluppo come difensore d’area accettabile in ottica NBA (0.5 stoppate di media quest’anno). La presenza a rimbalzo – anche in attacco – è però apprezzabile (7.4 di media) e fa perno sulle sue buone capacità di posizionamento, oltre al non tirarsi mai indietro dalla mischia. Gli show sul portatore di palla sono molto frequenti mentre in fase di recupero i risultati sono alterni, almeno per ora.

Non è raro che il numero 10 di Arizona si ritrovi a marcare avversari più piccoli e rapidi: contro i Sun Devils, per esempio, è stato impegnato nel contenere Kodi Justice (1.95 cm) per la maggior parte del tempo. Nonostante i 2.13 metri che si porta a spasso, è apparso a suo agio il più delle volte: la buona velocità negli scivolamenti gli ha permesso infatti di tenere il passo del junior nella maggior parte dei casi.

 

Ovviamente non può sempre filare tutto liscio. Qui, per esempio, riesce a tenere Justice sul primo passo ma lo step-back dell’esterno mette quel tanto di separazione che basta a battere il finlandese nonostante i buoni riflessi di quest’ultimo.

In altri casi, il problema non sta nella distanza dal giocatore marcato. Qui lo vediamo a stretto contatto con Obinna Oleka (2.03 cm), il quale riesce comunque a infilargli due punti in faccia caricando il tiro molto velocemente e “proteggendosi” con il fade away. Ancora una volta, i tempi di reazione del freshman sono buoni e la sua mano, qui, non pare lontanissima dalla palla al momento del rilascio: il centesimo che manca a fare la lira stavolta risiede in uno stacco da fermo insufficiente per contrastare il tiro.

Situazione differente ma epilogo identico invece qui contro Chimezie Metu (2.10 cm) di USC.

Per Markkanen, si profila all’orizzonte una delle sfide più probanti della stagione, quella di stasera sul campo di UCLA con T.J. Leaf come diretto avversario. Un confronto estremamente intrigante fra due freshman di altissimo livello, con il lungo dei Bruins che, unendo atletismo ed eclettismo notevoli, potrà dare filo da torcere al finlandese come pochissimi altri prima quest’anno.

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