Altro che Calipari, Self o Miller, coach K ci ha preso la mano e ha piazzato un altro grande colpo in ottica 2017. Wendell Carter Jr, 205 centimetri per quasi 115 chili, numero tre del recruiting ranking di ESPN proveniente da Pace Academy, Atlanta, ha scelto Duke.
Sembra scontata come scelta, ma Carter è stato tentato a lungo da un’università che i giovani atleti non prendono mai in considerazione: Harvard. “Quando si pensa ad Harvard, si pensa a un gruppo di topi da biblioteca che studiano sempre. Invece quando sono andato lì e ho frequentato i ragazzi, ho visto che Harvard è come la maggior parte dei campus universitari e in più fa parte della Ivy League”, ha dichiarato Carter Jr. sorprendendo tutti, ben sapendo che sarebbe stata una scelta che normalmente la maggior parte degli atleti non avrebbe preso.
Jaylen Brown, anche lui nativo della Georgia, aveva consigliato a Carter proprio i Crimson Tide di Harvard, ricordandogli che la sua ottima media scolastica (3.8 GPA, che equivale alla media del nove italiana) meritava un’università dall’alto livello accademico.
Ma allora perché scegliere Duke?
Semplice. Oltre alle possibilità di essere allenati da un santone del gioco e avere molta visibilità in più rispetto ad Harvard, la scelta del suo migliore amico, nonché altro talento cinque stelle, Gary Trent Jr di andare a Durham è risultata decisiva. Avevano dichiarato un paio di settimane fa di aver discusso spesso sull’opportunità di frequentare lo stesso college e così è stato. E dopo i vari Giles, Tatum, Bolden e Jackson arrivati quest’anno, coach K ha dato nel giro di poche settimane altri due colpi durissimi alle ambizioni di recruiting degli altri college per il 2017.
Ma chi è Wendell Carter Jr e che posizione andrà a prendere nella prossima versione di Duke? Carter è un centro molto mobile, con una grande apertura alare, 7’4 e mani molto morbide, capace di muoversi bene in campo soprattutto come rollatore. Sa attaccare dal palleggio ed è un passatore molto intelligente, il che lo rende già molto interessante anche per la Nba con un possibile sviluppo da point center.
È un difensore notevole nei pressi del canestro, sia per il timing con cui cerca le stoppate sia per la sua altezza. Non è un freak atletico alla Miles Bridges, ma rimane comunque un buon atleta. Da migliorare assolutamente, per evitare eventuali hack-a-Wendell, è la percentuale del 63% ai liberi.
Insomma coach Krzyzewski ha messo le basi per un’altra campagna piena di freshmen e piena di talento, adattandosi alla nuova era del college basketball che prevede sempre di più one and done e sfruttando il proprio nome per imporsi in questo contesto. E Carter continuerà la linea di centri talentuosi arrivata in maglia Blue Devils negli ultimi anni, inaugurata da Okafor e proseguita con Bolden.