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Texas A&M, la squadra che non vuoi incontrare a marzo

Wade Taylor IV
Autore: Manuel Follis
Data: 7 Mar, 2023

Come cambiano in fretta le cose nel college basket. Texas A&M il 20 dicembre era una squadra il cui allenatore, Buzz Williams, poteva essere considerato a rischio dopo aver perso 3 delle ultime 4 partite. L’ultima in particolare, in casa contro Wofford, una quadra da metà classifica nella Southern Conference. Il 18 novembre contro Colorado la squadra si era beccata quasi 30 punti di scarto. Sembrava l’ennesima stagione da dimenticare per gli Aggies.

A distanza di 3 mesi le cose sono completamente cambiate. Texas A&M ha chiuso al secondo posto nella competitiva Southeastern Conference alle spalle di una delle squadre più forti della stagione, la Alabama di Brandon Miller. A inizio stagione Blue Ribbon prevedeva per gli Aggies il sesto posto in conference, The Almanac invece addirittura l’ottavo. Invece la squadra è stata quella che ha dato più filo da torcere ai Crimson Tide. Il merito? Di Buzz Williams ovviamente.

Buzz Williams Texas A&M

Buzz Williams Texas A&M

 

Williams è un coach di cui si potrebbe parlare a lungo. Pittoresco e carismatico, l’allenatore ex Virginia Tech è arrivato a guidare l’università poco prima dello scoppio della pandemia e nonostante gli alti e bassi ha già lasciato il segno sul college. L’anno scorso per certi versi è stato emblematico: otto sconfitte consecutive in conference tra metà gennaio e metà febbraio, poi record di 12-3 per terminare la stagione, poi ancora tra marzo e aprile c’è stata la finale del Torneo di conference persa contro Tennessee, a marzo l’esclusione dal Torneo Ncaa con proteste vibranti da parte del coach e infine da ultimo la finale del NIT persa di un punto contro Xavier.

La svolta a fine della scorsa stagione

Ecco, qualcosa è cambiato in quel periodo, nel marzo 2022, alla vigilia del NIT. Al termine della stagione regolare, dopo l’esclusione dalla March Madness, coach Williams ha voluto incontrare faccia a faccia tutti i suoi giocatori. “Vuoi davvero giocare il NIT? Puoi tranquillamente dire di no. Ora ti chiedo: vuoi giocarlo?”. Alla fine di questo sondaggio tutto il roster aveva risposto “sì”. Perfetto, aveva detto l’allenatore, allora adesso si volta pagina. Ora giochiamo davvero per vincere. Com’è andato quel NIT? Finale persa di un punto, quindi vittoria solo sfiorata, ma la pagina l’avevano voltata.

Quest’anno Texas A&M al Torneo ci finirà di sicuro, nonostante abbia sporcato la fedina penale con due sconfitte inaspettate contro Murray State (in una versione molto più debole di quella dello scorso anno) e soprattutto in casa contro Wofford. “Ce la siamo meritata”, ha detto Williams a fine partita. “Non abbiamo controllato i rimbalzi e abbiamo perso troppi palloni e questo in una gara a ritmi bassi lo paghi”.

Problemi? Solo sulla carta perché da quando sono iniziate le partite di conference gli Aggies hanno cambiato marcia. La squadra in attacco punta tantissimo sull’aggressività e il piano partita prevede molti viaggi in lunetta (quasi un terzo dei punti provengono dai liberi, primi in Division I). La ciliegina sulla torta è stata la vittoria contro Alabama nell’ultima partita di stagione regolare. Una vittoria figlia dell’aggressività della squadra.

La stella di Wade Taylor

Il faro del team è il sophomore Wade Taylor, play-guardia cresciuto sul finale della scorsa stagione che si è più che confermato quest’anno. La sua caratteristica? Lucrare tiri liberi e realizzare come un cecchino (92.2%, primo della Sec). Basta vedere le ultime gare di campionato, nelle quali ha nettamente la più numero di liberi tentati della conference: 10/10 contro Missouri, 16/17 contro Tennessee, 9/10 contro Mississippi State, 6/8 contro Mississippi e infine 10/10 nella partita contro Alabama, nella quale ha realizzato il career high di 28 punti.

 

La squadra però ha molte altre armi. Come detto tira molti liberi e in compenso usa pochissimo il tiro da tre. Va a rimbalzo d’attacco come poche altre nella nazione anche grazie a Julius Marble, centro transfer da Michigan State. Il tuttofare realizzatore è Tyrece Radford, guardia senior che Williams aveva reclutato a Virginia Tech che ha seguito il coach l’anno scorso. Altra spalla è l’ala junior Henry Coleman, che aveva iniziato la carriera collegiale a Duke.

Cosa li caratterizza? La difesa aggressiva e fisica, spesso mischiata tra uomo, zona e match-up che mette pressione alle guardie avversarie e ama sporcare le linee di passaggio. Questo è il credo di Buzz Williams, adorato dai suoi ragazzi: difesa, grinta, energia. Una ricetta che ha portato Texas A&M là dove pochissimi pensavano potesse arrivare in stagione. Il record contro squadre di Quad 1 recita 6-5, meglio di UConn, Kentucky o Gonzaga. La sfida ora sarà diventare non solo una squadra in grado di fare l’impresa ogni tanto, ma avere continuità nei prossimi due Tornei, quello della Sec e quello Ncaa.

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