Che la March Madness abbia inizio! Con cinque squadre in lotta per il titolo nel Torneo Ncaa femminile e quattro outsider pronte a sorprendere, la stagione si preannuncia più incerta che mai. Lo stesso si può dire anche della corsa al premio come miglior giocatrice dell’anno: difficile prevedere chi lo otterrà tra Paige Bueckers, Hannah Hidalgo, JuJu Watkins e Lauren Betts. Ma una cosa è certa: la Madness 2024-25 farà la storia del college basket femminile. Scopriamo insieme il perché.
Le regine
I responsi dei vari tornei di conference hanno creato un certo scompiglio nelle varie classifiche. Con la vittoria della Big Ten, UCLA ha infatti ripreso la vetta della AP poll dopo che Notre Dame gliel’aveva soffiata proprio alla fine della regular season. Le ragazze di coach Cori Close sono riuscite invece a ribaltare tutti i pronostici andando a vincere contro USC, squadra contro la quale avevano perso (in maniera anche pesante) in entrambi i precedenti scontri. Era dal 2006 che a Los Angeles non si festeggiava un titolo di conference.
Nonostante la sconfitta, le Trojans rimangono però una delle formazioni più temibili in questa post season. JuJu Watkins è una vera e propria macchina da canestri (24.6 punti di media col 42.6% al tiro) e durante la regular season ha dimostrato di amare i grandi palcoscenici dove sa mettersi in luce (vedi i 38 contro UCLA o i 25 contro UConn).
Se UConn ha ribadito il proprio dominio nella Big East, conquistando per la quinta volta consecutiva sia la regular season che il titolo di conference- raggiungendo così l’incredibile traguardo dei 30 titoli di conference – il successo di South Carolina nella SEC non era affatto scontato. Le Gamecocks arrivavano da una stagione meno brillante rispetto agli anni precedenti, con tre sconfitte all’attivo, tra cui una proprio contro Texas, rivale nella finale di conference. Ma questa volta la difesa di South Carolina ha fatto la differenza, limitando al massimo le bocche da fuoco delle Longhorns.
Le altre contender
Ma il pericolo per le grandi favorite è sempre dietro l’angolo: TCU, Notre Dame, Duke e NC State hanno già dimostrato più volte di poter competere ai massimi livelli. E si sa, durante la Madness, le sorprese sono all’ordine del giorno.
Tra queste, TCU si merita sicuramente una menzione speciale insieme alla sua stella, Hailey Van Lith tornata a brillare dopo la stagione opaca a LSU. Le Frogs possono infatti contare sull’esperienza e la solidità di Agnes Emma-Nopu, Donovyn Hunter e Taylor Bigby. Inoltre, il duo Van Lith-Sedona Prince si è dimostrato uno dei più difficili da limitare. Se TCU dovesse arrivare fino a Tampa, non ci sarebbe da meravigliarsi.
Anche le Fighting Irish sono state protagoniste di una stagione strepitosa che le ha viste sconfiggere prima USC, poi Texas e infine UConn. Tutto merito del dynamic duo formato da Olivia Miles e Hannah Hidalgo. Peccato per il finale di stagione dove si sono un po’ perse (vedi le tre sconfitte nelle ultime cinque partite giocate e quella in semifinale di conference contro Duke), ma Notre Dame è sicuramente una delle squadre da tenere d’occhio.
Parlando di Duke, le Blue Devils sono state la grande sorpresa di stagione. Senza avere delle vere e proprie stelle nel roster, la squadra di coach Kara Lawson se la gioca anche con le migliori. La vittoria inaspettata della conference contro NC State ha dato anche più slancio a questa formazione che non era di certo tra le favorite ad inizio stagione.
Infine, attenzione anche alle Wolfpack. NC State lo scorso anno ha raggiunto le Final Four e quest’anno arriva alla Madness con maggiore esperienza e consapevolezza nei propri mezzi.
Una corona per tante pretendenti
Se la scorsa stagione non c’erano dubbi che Caitlin Clark avrebbe portato a casa il premio di Player of the Year, quest’anno le pretendenti al titolo sono molto più numerose.
Hannah Hidalgo è stata tra le favorite per molti mesi: giocatrice completa sia in attacco che in difesa (quarta in assoluto per punti di media e sesta per palle rubate), ha però subito una lieve flessione nelle sue statistiche a causa di un infortunio nei primi mesi di gennaio. E Notre Dame ne ha subito le conseguenze.
A favorirne è stata Juju Watkins che in questa stagione non ha conosciuto momenti di arresto. Seconda assoluta per punti, è uno dei nomi più caldi di questa stagione anche perché ha appena superato il record di Caitlin Clark per punti totali tra freshman e sophomore year (1684… and still counting).
Ma non sottovalutate Paige Bueckers. Dopo gli infortuni che ne hanno funestato la carriera, la stella di UConn quest’anno ha avvero brillato in campo. Anche nelle due cocenti sconfitte contro USC e Notre Dame, Bueckers ha comunque messo a referto rispettivamente 22 e 25 punti. Ed essendo per lei l’ultima chance, c’è da scommettere che darà tutta se stessa per arrivare a vincere un titolo con la sua UConn.
Last but not least, Lauren Betts. Grazie a lei, UCLA si è trasformata da una squadra da Sweet 16 a una delle migliori squadre di questa stagione. Affidabile e consistente, Betts è arrivata in doppia cifra in tutte le partite disputate ed è lei il perno di tutta la fase offensiva delle Bruins.
Una Madness storica
Per la prima volta, le squadre verranno pagate per giocare la post season come i loro colleghi uomini. La decisione, presa lo scorso agosto dalla NCAA per cucire il pay gap, è un ulteriore attestato di fiducia nei confronti del campionato femminile che negli ultimi anni ha visto incrementare il numero di fan e dispettatori. Una squadra che raggiungerà la finale, riceverà quest’anno 15 milioni di dollari, premio che aumenterà nei prossimi anni fino al raggiungimento dei 25 milioni (il premio per le finaliste maschile) nel 2028.