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Midwest – La favola di Michigan

Autore: Manuel Follis
Data: 20 Mar, 2017

I Wolverines eliminano Louisville al termine di una gara molto emozionante (73-69 il finale) e continuano nella folle corsa iniziata il 5 marzo. Kansas fatica per un tempo ma alla fine sbriga la pratica Michigan State (90-70) mentre Oregon ha bisogno di un Dorsey stellare per avere la meglio su Rhode Island (75-72).

Vediamo cosa è successo nel dettaglio.

L’opera di Wagner

Nel corso della stagione regolare a tratti si è parlato praticamente di ogni giocatore di Michigan, ma solo da qualche partita Moritz Wagner il lungo tedesco (nato a Berlino) è finito sotto i riflettori. Contro Louisville si è capito molto bene perché. Lasciate perdere il career-high di 26 punti con 11/14 (che già…). È che Wagner ha letteralmente cambiato il volto della partita nel secondo tempo, risultando immarcabile per tutti i lunghi dei Cardinals. Se continua così, per lui si prospetta una parabola simile a quella di Mitch McGary idolo dei tifosi Wolverines nella March Madness 2013. Contro i Cardinals ha sciorinato sto repertorio qui…

La favola di Michigan

In preseason persino squadre come San Diego State, Oklahoma o Colorado avevano goduto di più credito (e più voti) per il ranking Ncaa. Michigan era una squadra che… boh. Derrick Walton e Zak Irvin potenzialmente forti ma inconsistenti, DJ Wilson talentuoso ma acerbo e poi Wagner che… vabbè dai è un lungo tedesco, mica sono tutti Nowitzki. Dopodiché a suon di triple la banda allenata da John Beilein ha vinto la Big Ten per la prima volta nella sua storia (in realtà la seconda ma il titolo del 1998 è stato revocato dalla Ncaa). E ora sulla cresta dell’onda entra nelle Sweet 16.

L’avevamo detto

Louisville si è mostrata sprecona, confermando tutti i dubbi sollevati in stagione sulla sua capacità di “vincere” le partite, confermati contro i Wolverines buttando via un vantaggio di 9 punti nel secondo tempo. La fotografia della partita è il lungo Anas Mahmoud solo a canestro che sbaglia una schiacciata IMPOSSIBILE da sbagliare dall’alto dei suoi 213 cm. Vale solo la pena ricordare questa azione di Deng Adel, per il resto i Cardinals hanno meritato la sconfitta.

Mason, la striscia con Kansas si allunga

Tra i candidati all’mvp della stagione, la PG di Kansas Frank Mason III nella vittoria contro Michigan State raggiunge il personale record della 33ma partita su 34 giocate terminata in doppia cifra (20). L’unica sotto risale al 29 novembre contro Long Beach in cui ne realizzò solo 8.

Jackson più decisivo di quanto sembri

Michigan State aveva offerto una borsa di studio a Josh Jackson, che aveva visitato l’ateneo insieme a Cassius Winston e Miles Bridges. E stanotte proprio Jackson è stato il killer che li ha eliminati. Sempre presente e decisivo nei parziali dei Jayhawks con giocate sia offensive che difensive (23 punti, 3 rimbalzi, 2 recuperi e 2 stoppate).

Un “Bridge” verso la Nba

Quanto al citato Miles Bridges, ha trascinato gli Spartans fin dove ha potuto, ricorrendo anche all’infermeria per uno strappo alla schiena riportato su tentativo di stoppata. Con un box score da 22 punti tirando 7/15 e 8 rimbalzi, ma soprattutto tanta leadership e responsabilità, difficile chiedergli di più. Michigan State l’anno prossimo dovrebbe essere più che competitiva, ma lui cosa farà?

I freshmen di coach Izzo

MSU sarà competitiva perché coach Tom Izzo ha avuto ottimi segnali da tutti i suoi freshmen, capaci di segnare 52 dei 70 punti di squadra. Nick Ward (13) ha dato una dimensione sotto canestro, Joshua Langford (10) ha colpito dalla distanza, mentre Winston (7 pt con 8 assist sui 13 di squadra) ha ben servito i compagni.

Rhode Island, quando la panchina…

Iniziare la partita con la coppia di lunghi titolari, Hassan Martin-Kuran Iverson, che dopo 3’ hanno rispettivamente 2 falli e 0/3 al tiro può incidere sulla gara. Ma URI ha sfoderato una super panchina: Cyril Langevine ha fatto registrare 9 punti e 9 rimbalzi e tanta energia in 22’, mentre Stanford Robinson è stato autore di 21 punti (10/12 dal campo) e diversi canestri da capogiro che hanno letteralmente fatto sognare l’impresa ai Rams. Alla fine per loro 30 punti sui 72 totali.

Oregon si salva col tiro da 3

Rhode Island grande cuore, ma Oregon ci ha messo del suo, tirando in maniera altalenante e rimanendo avanti nel punteggio per soli 12’ con 14 perse. I Ducks se la sono cavata con il tiro da tre, passando dal 2/9 del primo tempo al 5/7 nella ripresa (7/16 totale). Sei triple rispondono ai nomi di Dillon Brooks (19 punti) e Tyler Dorsey (27) che ha infilato quelle della parità a quota 72 e del vantaggio a 40” dal termine. Il telecronista lo ha ribattezzato “Mister Madness”.

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