L’edizione 2022 segna l’anno zero per il college basket femminile. Dopo le polemiche per il double standard riservato alle atlete nella scorsa edizione, la NCAA è corsa infatti ai ripari introducendo una serie di importanti novità.
La più importante è sicuramente quella che riguarda il brand “March Madness”. Dopo essere stato solo appannaggio del torneo maschile, da quest’anno accompagnerà anche l’evento femminile. Questo intervento, vista la grande popolarità del marchio, garantirà maggiori opportunità di marketing alle squadre e aiuterà a migliorare la percezione del pubblico nei confronti del basket femminile.
Inoltre, il torneo delle atlete sarà finalmente allineato completamente a quello maschile: il tradizionale “Selection Monday” è stato infatti anticipato alla domenica e le partecipanti al Gran Ballo sono passate da 64 a 68.
Le 4 pretendenti al titolo e…
A contendersi il titolo, almeno sulla carta, saranno solo quattro squadre più un’illustre outsider.
Nonostante lo scivolone nella finale di conference contro Kentucky (62-64), South Carolina rimane senza dubbio la favorita. La squadra di coach Staley può infatti contare su un quintetto stellare guidato da Aliyah Boston e un impianto difensivo che ne è il marchio di fabbrica. Senza contare che le Gamecoks hanno perso solo due partite e hanno già superato tre delle altre pretendenti alla vittoria finale (North Carolina State, UConn e Stanford).
Stanford non è però da meno. Avrà pure perso lo scontro diretto contro South Carolina a dicembre, ma la detentrice del titolo non intende abdicare facilmente. Dopo la sconfitta in stagione, le Cardinal non hanno più perso aggiudicandosi sia la regular season che il torneo di conference (73 a 48 contro Utah). Il punto di forza di questa squadra è indubbiamente la sua collettività, ma tra le “soliste” della grande orchestra di coach VanDerveer, Haley Jones ha un ruolo davvero speciale.
Se North Carolina State ha appena vinto per la terza volta consecutiva la ACC ed è tra le favorite al Gran Ballo, il merito va soprattutto a coach Wes Moore. Il neo ACC Coach of the Year ha infatti saputo dosare bene il suo roster pieno zeppo di talento dando fiducia alle seconde linee (una su tutte la sophomore Diamond Johnson). Senza però dimenticare la sua stella Elissa Cunane: con 13.4 punti e 7.6 rimbalzi di media a partita è stata lei la leader e il collante delle Wolfpack.
Nonostante l’inaspettata sconfitta contro Miami nel primo match del torneo di conference (59-61), Louisville rimane una delle favorite al titolo. La presenza di Haley Van Lith, una delle migliori sophomore della lega (13.6 pts e 42.9 FG%), e di Emily Engstler, in lista per il premio come Defensive Player of the Year, la rendono infatti una squadra dall’alto potenziale sia offensivo che difensivo.
… un’illustre outsider
No. Non ci siamo dimenticati di UConn. La regular season delle Huskies è stata a dir poco tormentata. Dopo l’infortunio di Azzi Fudd, è arrivato anche quello più grave e fondamentale di Paige Bueckers a dicembre. Il risultato? La squadra di Auriemma è addirittura uscita dalla Top10, cosa che non accadeva dalla stagione 2004-05. La vittoria della Big East (la ventesima per le Huskeis) ha dimostrato che la squadra ha trovato finalmente l’assetto ideale. Non parte tra le favorite, ma la Final 4 sembra ora essere alla portata.
Le giocatrici da tenere d’occhio
Che Aliyah Boston sia una pedina fondamentale del gioco di South Carolina lo dimostrano le statistiche: senza di lei l’attacco delle Gamecocks passa da 64.8 a 27.5 e la difesa da 40.6 a 7.9. Nessun’altra giocatrice di South Carolina ha lo stesso impatto. Prima per win/shares con 13.7, quest’anno ha anche realizzato un record di 20 doppie-doppie consecutive. Basteranno questi numeri per vincere il premio come National Player of the Year?
A contenderglielo, ci sarà in primis Caitlin Clark. La sophomore di Iowa si è guadagnata varie volte i massimi voti nel nostro pagellone a suon di triple doppie (unica con 5) e tiri da 3. Leader indiscussa a livello nazionale per punti (27.7) e assist (8.1), sa farsi valere anche sotto le plance con 8.0 nei rimbalzi.
Attenzione anche a Ashley Jones. Se durante la regular season le sue percentuali non hanno spiccato sul resto delle compagne, ricordate che gli ultimi 7 punti (compreso il 2+1 finale) del Titolo dello scorso anno portano il suo nome. Da vera campionessa, sa infatti quando alzare il livello del gioco e c’è da scommettere che anche quest’anno sarà la protagonista del post season delle Cardinal.
Last but not least, Nalyssa Smith. La Big 12 Player of the Year, in questa stagione ha brillato con una media di 21.8 punti, 11.7 rimbalzi e 55.8% FG. Sotto la guida di Nicki Collen, ex allenatrice delle Atlanta Dream, ha potuto mettere in evidenza tutto il suo potenziale offensivo e prepararsi al meglio per il salto nella WNBA. Non a caso la danno al #1 del prossimo draft.
Le italiane
La decisione di Lorela Cubaj di rimanere un altro anno al college ha avuto un grande impatto su Georgia Tech. Se le Yellow Jacket si sono piazzate terze nella ACC, lo si deve infatti soprattutto a lei. Seconda a livello nazionale per rimbalzi difensivi (9.4) e quinta per numero di rimbalzi (333), si è appena aggiudicata per la seconda volta il premio come ACC Defensive player of the Year. Intanto, le sue quotazioni in prospettiva WNBA sono lievitate: dal 12esimo posto di inizio stagione, ora Lorela è data come settima scelta assoluta.
Nella partita contro UConn, Elisa Pinzan ha messo in mostra tutta la sua abilità nel playmaking: i suoi 6 assist, uno solo meno di Bueckers, e gli 8 punti messi a referto hanno permesso infatti alle Bulls di tenere testa alle Huskies fino alla fine. Nel suo terzo anno in NCAA, la point guard italiana ha davvero fatto un altro passo da gigante aumentando anche le percentuali al tiro ( dal 31.6 della scorsa stagione al 36.9 di quest’anno). Non è un caso se South Florida ora sia al secondo posto della AAC.
Occhio anche alla “regina delle stoppate” dell’American East, Lucia Decortes. UAlbany ha staccato il biglietto per il torneo nella notte di venerdì aggiudicandosi il torneo di conference (56-47 contro Maine). La senior azzurra ha già all’attivo 44 stoppate e 30 palle rubate, numeri che confermano la grande crescita dell’atleta in questi due ultimi anni al college.