Home 9 Non categorizzato 9 West: TCU allo scadere, UConn e Gonzaga da big

West: TCU allo scadere, UConn e Gonzaga da big

TCU
Autore: Paolo Mutarelli
Data: 18 Mar, 2023

Mentre cadono teste negli altri tabelloni, nel West passano solo i seed più alti. TCU mostra tutta l’esperienza accumulata in questi mesi di Big 12 e rimonta contro Arizona State. UConn e Gonzaga passano il turno con lo stesso spartito, mentre la difesa di Saint Mary’s è talmente solida da andare oltre. Ecco cosa è successo nella notte.

#6 TCU 72
#10 ARIZONA STATE 70

Mike Miles tiene botta, gli altri vincono la partita. Ha dovuto sudare TCU questo primo turno contro un’Arizona State già rodata dalla vittoria alle First Four e che, dopo una partenza spenta, è entrata in ritmo grazie ad un piano partita aggressivo. Il piano di coach Bobby Hurley era chiaro: togliere la palla dalle mani di Miles e sfidare gli altri. Alla fine il piano gli si è ritorto contro nell’ultimo possesso della partita dove JaKobe Coles ha sfruttato la libertà lasciatagli per portare gli Horned Frogs al secondo turno.

L’aggressività difensiva di Arizona State aveva anche dato i suoi frutti toccando il +11 di vantaggio nella ripresa con un paio di esplosioni in contropiede. Per TCU pareva notte fonda visto che Miles sembrava fuori dalla partita a causa di un riacutizzarsi del problema al ginocchio che l’ha tenuto spesso fuori quest’anno. Frenato da infortuni e difesa, il junior di TCU è stato incredibile nell’andare in lunetta (12 di 26 punti finali arrivano dalla lunetta) e nella gestione della palla (5 sole palle perse). Damian Baugh ha messo una delicatissima tripla allo scadere dei trenta secondi a cinque minuti dalla fine che ha dato il là alla rimonta finale.

#4 UCONN 87
#13 IONA 63

Rick Pitino gliel’ha detto a Dan Hurley negli spogliatoi a fine gara: Portatela a casa, hai la squadra per vincere“. E se te lo dice uno che ha più di cinquanta vittorie a marzo in carriera, forse, c’è da crederci. UConn dispiega tutte le sue forze e domina il secondo tempo in maniera perentoria, mandando un segnale a tutti. Le bombe di Alex Karaban e di Joey “California” Calcaterra hanno ovviato alla primo tempo perfetta di Iona su Jordan Hawkins, limitato nella sua incessante attività lontano dalla palla, in post su Sanogo ma anche in attacco dove sembravano non sbagliare mai in attacco.

Reggere questi ritmi e questa precisione per quaranta minuti sarebbe stato un’impresa e il grande primo tempo ha prodotto solo un +2 finale per Iona. Alla ripresa, complice anche gli accorgimenti della panchina di UConn, non c’è storia. 50-24 è il parziale abbastanza eclatante della seconda frazione aperta da un gioco da quattro punti di Hawkins, fin lì fermo a zero. Gli Huskies hanno iniziato ad isolare meglio in attacco Adama Sanogo, che ha potuto sprigionare tutto il suo mix di forza e agilità esplodendo nel season high di 28 punti (22 solo nel secondo tempo). Prima vittoria a marzo per coach Dan Hurley e la netta sensazione che non sia l’ultima.

#3 GONZAGA 82
#14 GRAND CANYON 70

L’andamento della vittoria di Gonzaga è molto simile a quello fatto per UConn. I Bulldogs lottano contro sé stessa nel primo tempo, giocando in maniera alterna e subendo l’elettricità di Grand Canyon che punisce tutte le incertezze della difesa di coach Mark Few. Rayshon Harrison e l’ex USC Noah Baumann si muovono benissimo nell’attacco spaziato di coach Bryce Drew e impensieriscono una Gonzaga a tratti nervosa che si scioglie con l’andare della partita. Il piano era quello di attaccare il ferro e, carica dopo carica, il muro eretto dagli Antelopes si è rotto.

Il punteggio è anche meno netto di quanto poi fatto da Gonzaga nel secondo tempo, dominato a tal punto da toccare il +22. Julian Strawther ha colpito più di una volta con il suo floater (28 punti per lui con 9/15 al tiro), Drew Timme ha fatto girare la testa ai lunghi di GCU dispensando anche stoppate qua e là, mentre Anton Watson è stato impattante in tutte le sfaccettature del gioco. Sono loro tre le colonne portati di un versione degli Zags che non può fare affidamento su un backcourt, ancora una volta sotto al par.

#5 SAINT MARY’S 63
#12 VCU 51

Per Saint Mary’s vale l’assunto creato apposta per la Virginia di Tony Bennett: una loro vittoria di 12 punti vale come un +25 di chiunque altro. Uno dei tanti teorici upset alla vigilia si trasforma in una mattanza in cui i Gaels dettano il ritmo della partita e ammutoliscono l’atletismo delle guardie dei Rams. Ancora più notevole la vittoria se vediamo che Aidan Mahaney è stato praticamente uno spettatore del match (0 punti in 18 minuti). “Per batterli dovevamo conquistare l’area” ha dichiarato coach Randy Bennett e così è stato.

Il centro Mitchell Saxen ha spadroneggiato nei pressi del ferro chiudendo con 17 punti, 7 rimbalzi e 4 stoppate, ma anche i vari Alex Ducas, Logan Johnson e un ritrovato Augustas Marciulonis sono arrivati al ferro più o meno quando volevano. C’è da dire che VCU è rimasta in partita finché c’è stato Ace Baldwin: il miglior giocatore dell’ultima Atlantic 10 è uscito sul -4 a 14 minuti dalla fine per problemi fisici. É rientrato giusto in tempo per un ultimo canestro, ma Saint Mary’s era ormai scappata e il dolore era troppo forte per continuare.

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