Le due guardie terribili di Auburn, le stelle da Nba di Virginia e di Texas Tech, ovviamente il nostro Davide Moretti e l’asse portante di Michigan State.
Vi presentiamo i 10 giocatori più forti che potrete vedere in campo a Minneapolis.
10 – Matt Mooney (SG, Sr, Texas Tech)
Un folletto infernale che renderà difficilissima la vita agli esterni avversari quando attaccheranno. Uno dei migliori rubapalloni della nazione, 1.9 di media, grazie alle sue braccia lunghissime, definite da Mark Adams, assistente di Chris Beard, due braccia da pugile. Uno dei migliori tiratori, 38%, e, sorprendentemente, è anche il miglior attaccante in post della squadra (sfiora il metro e novanta). È il giocatore più esperto, è al terzo college d’altronde, e la squadra lo cerca se fa davvero fatica in attacco.
9 – Jared Harper (PG, Jr, Auburn)
Piccolo, sottovalutato e pericolosissimo, è l’epitome della squadra di Bruce Pearl. L’uomo che prese per mano Auburn e la portò alle Final Four raggiunge a fatica il metro e 80 di altezza, ma nessuno finora è riuscito a fermarlo. Tre freshman di talento come Devon Dotson, Coby White e Ashton Hagans ci hanno provato inutilmente come certificato dalle sue cifre al torneo: 17.5 punti e 6.5 assist in 4 partite e avanti il prossimo.
8 – Xavier Tillman (PF, So, Michigan State)
Volete un lungo di quelli che non vi chiede palloni, che si smazza il lavoro sporco, che quando fate un tiro un po’ senza senso lui è lì a prendere il rimbalzo di straforo e trasformare una vaccata in 2 punti facili? Ecco, allora volete qualcuno come Xavier Tillman. Difensore onnipresente in aiuto, mastino a rimbalzo offensivo. Dopodichè, parliamo di un sophomore che tirava 5/23 dall’arco in stagione e che al torneo ha tirato 1/2 contro LSU e un fondamentale 1/1 contro Duke. Pure clutch.
7 – Bryce Brown (SG, Sr, Auburn)
Prende e tira: 334 volte da 3, 121 da 2. Ma anche se sanno tutti che vive fuori dall’arco, al Torneo ha messo insieme un 15/32 anche migliore della sua percentuale stagionale del 41%. Primo terminale offensivo del gioco a 200 all’ora di Auburn, è anche un difensore più che discreto. E, soprattutto, è un senior che vuole finire la sua carriera al college con il botto.
6 – Ty Jerome (PG, Jr, Virginia)
Essenziale e affidabile, la continuità di rendimento di Jerome ha fatto le fortune di Virginia lungo tutta la stagione. Anche lui ottimo tiratore (39.9% da tre), la sua versatilità gli permette di occupare spot diversi sul campo e di trovare modi intelligenti per punire avversari di vario tipo. Oltre ai punti, porta assist (le sue doti di passaggio sono tanto buone quanto sottovalutate) e difesa. Cosa chiedere di più?
5 – Davide Moretti (PG, So, Texas Tech)
Forse il migliore giocatore in the clutch di Texas Tech. Ha spesso dimostrato di avere una freddezza che lo rende ricercatissimo nei finali, ne sa qualcosa Mark Few. Per il resto, è una minaccia offensiva su tutti i livelli: 46% da tre in stagione, 66% nelle conclusioni al ferro, riesce a limitare i palloni persi, è un pericolo dagli angoli in transizione ed è una sentenza ai liberi, solo otto sbagliati su 103. In difesa, occhio al suo tempismo nel prendere gli sfondamenti.
4 – Kyle Guy (SG, Jr, Virginia)
Il cecchino dei Cavaliers (42.7% da tre in stagione) ha fatto cilecca nelle prime tre gare del Torneo (3/26 dall’arco in totale), ma si è finalmente sbloccato nella partita con Purdue (5/12). Virginia può sopravvivere in una giornata nella quale il suo tiro non va ma, in un contesto complicato come una Final Four, non poter contare sulle sue abilità nel jumper rappresenterebbe un grosso rischio.
3 – Cassius Winston (PG, Jr, Michigan State)
Prendete una serie di aggettivi positivi che possano descrivere una point guard, poi iniziate ad applicarli a Winston. Dopo poco sentirete di aver finito le parole disponibili per descrivere il leader di Michigan State. Sono 3 anni che guida la classifica degli assist della Big Ten. È un passatore? Beh in conference l’anno scorso tirava con da 3 con il 56,1% (no, non ci sono errori). Quest’anno si è accontentato di un 40,4% complessivo su 203 tentativi (massimo in carriera). Ciliegina: solo altri due giocatori nella storia degli Spartans hanno realizzato una doppia-doppia da 20 punti e 10 assist, Magic Johnson e Draymond Green.
2 – Jarrett Culver (SF, So, Texas Tech)
La sua crescita è stata sorprendente e inaspettata per gli osservatori esterni, ma all’interno dell’ambiente texano ne erano certi. Un giocatore totale, attacco e difesa, sa trovare i compagni, legge benissimo le situazioni e ciò che la difesa gli offre. Preferisce concludere al ferro o in isolamento dalla media, soluzione che le difese cercheranno di togliergli. Il tiro da tre entra a intermittenza, 32%, mentre è un difensore a cui si può affidare l’esterno più forte della squadra avversaria.
1 – De’Andre Hunter (SF, So, Virginia)
Difensore sulla palla eccezionale e versatile, Hunter è un 3&D (42.4% dall’arco quest’anno) che farà sicuramente gola al prossimo Draft, anche se il sistema offensivo di Virginia – nel quale risulta indubbiamente funzionale – non è fatto per sprigionarne tutto il suo potenziale, quindi non è semplice prevedere quale possa essere il suo effettivo bagaglio tecnico al piano di sopra. In questa March Madness ha avuto parecchi alti e bassi ma è risultato decisivo nel supplementare con Purdue. Se è al top delle sue possibilità, difficilmente c’è giocatore più temibile in queste Final Four.