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March Madness, analisi e pronostici delle F4

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 5 Apr, 2019

Le Final Four sono vicinissime: dopo aver analizzato le singole squadre, è tempo di passare in rassegna i temi principali delle semifinali, accompagnandoli coi nostri pronostici (i numeri fra parentesi indicano la ripartizione dei voti dati dai singoli componenti della redazione).

Per quanto riguarda la vincitrice finale, Virginia è la squadra che riscuote maggiori consensi fra noi di BN (5 voti), seguita da Michigan State e Texas Tech (3 voti a testa) mentre nessuno si è sbilanciato in favore di Auburn.

 

#5 Auburn vs #1 Virginia

I modi misurati di Tony Bennett contro quelli eccessivi di Bruce Pearl, il sistema e la disciplina di Virginia contro il genio e la sregolatezza di Auburn. Questa sarà soprattutto una sfida di opposti ma ciò non vuol dire che avremo davanti due squadre monotematiche o che non ci siano variabili sufficienti che possano mischiare le carte in tavola.

Gli Hoos arrivano a questa Final Four da favoriti grazie alla solita difesa inossidabile che non concede praticamente nulla e che costringe gli avversari a tiri forzati (5a per Defensive Rating, 3a per percentuali da tre avversarie). La squadra di quest’anno è però altrettanto solida nella metà campo offensiva (2a per Offensive Rating) grazie a un’organizzazione di gioco paziente e a dei giocatori capaci di trovare e punire i mismatch.

De’Andre Hunter

La perimetralità di Virginia è molto accentuata (8a per percentuale da tre in stagione), data la mira eccellente dei suoi esterni (Kyle Guy, Ty Jerome, De’Andre Hunter) ma la squadra è riuscita a farsi strada in questa March Madness tirando dall’arco con percentuali bassissime (29.9%) rispetto a quelle abituali. Nelle sfide con Oregon e Purdue, i tanti rimbalzi offensivi catturati si sono rivelati di vitale importanza. Per questo motivo, Auburn non solo dovrà stare attenta alle trame d’attacco dei Cavaliers ma anche chiedere gli straordinari ad Austin Wiley e Anfernee McLemore sotto i tabelloni, visto il forfait di Chuma Okeke (un giocatore la cui assenza si ripercuote in più di una maniera).

Virginia finirà per imporre i suoi ritmi lentissimi. Auburn ama giocare in velocità, grazie alla pressione che è capace di esercitare e che innesca i suoi contropiedi (prima in Division I per Steal Percentage). Avrà pane per i suoi denti, visto che gli esterni di coach Bennett non lasciano troppo il fianco alle palle perse. I Tigers però hanno dimostrato di potersela giocare anche in assenza delle loro armi preferite: Jared Harper e Bryce Brown sono due guardie molto dinamiche la cui pericolosità offensiva va al di là del tiro da tre. Sarà interessante vedere come Kihei Clark e Kyle Guy si comporteranno contro di loro in difesa.

Jared Harper

Insomma, Auburn se la può giocare ma davanti avrà una Virginia in generale molto più solida e che fa davvero paura, considerando che è arrivata fin qui senza mettere sul tavolo tutte le sue carte (le secche al tiro di Guy, gli alti e bassi di Hunter) o dare fondo al suo arsenale (le rotazioni sono cortissime ma possono nascondere qualche asso nella manica).

Pronostico BN: Virginia (10-1)

 

#3 Texas Tech vs #2 Michigan State

Sulla carta, è la sfida più incerta ed equilibrata fra le due semifinali. Texas Tech è arrivata fin qui grazie alla migliore difesa dell’intera Division I (84.0 di Defensive Rating, il miglior dato mai registrato da KenPom nei suoi 18 anni di esistenza). In questa March Madness, solo un attacco d’élite come quello di Gonzaga è riuscito ad avvicinarsi (ma nemmeno troppo) al punto per possesso segnato contro di loro (0.968).

Semplificando al massimo, quella dei Red Raiders è una difesa a uomo architettata in modo tale da impedire il più possibile agli avversari di percorrere la corsia centrale verso il canestro, spingendo il portatore di palla verso la linea di fondo e riducendo al minimo le possibilità di trovare buoni passaggi e tiri aperti grazie ad aiuti estremamente puntuali. Michigan State, dal canto suo, può contare su un attacco molto efficace (5° in D-I per ORtg) e ordinato. Cassius Winston è come un ragno che tesse la tela e il suo mix di letture e abilità di passaggio (7.6 assist a partita) rappresenta il fulcro della fase offensiva degli Spartans. Con lui a dirigere un’orchestra fatta di compagni di squadra abili nel mantenere buone spaziature e a compiere l’extra pass giusto, la squadra di Tom Izzo ha delle chance di tenere testa alla pressione esercitata costantemente dalla difesa dei texani.

Cassius Winston

Come dicevamo, per Texas Tech tutto parte dalla difesa ed è proprio da qui che la squadra trae quell’entusiasmo travolgente col quale sa mordere le partite nell’altra metà campo. Quando la palla gira a dovere, ci sono diverse bocche da fuoco che possono colpire dalla distanza: Davide Moretti è il nemico pubblico numero 1 da questo punto di vista (46.3% da tre in stagione) ma anche Matt Mooney e i rincalzi Deshawn Corprew e Kyler Edwards hanno ottime percentuali dall’arco. Michigan State ha una buonissima difesa (9a per DRtg) ma in genere è molto più a suo agio nel chiudere l’area e controllare i tabelloni che non nel mettere i bastoni fra le ruote nelle zone perimetrali.

La squadra di Lubbock non potrà permettersi di fallire dall’arco, anche perché altrimenti finirebbe per far ricadere ulteriore peso sulle spalle della stella Jarrett Culver, il quale avrà già i suoi bei pensieri nel trovarsi davanti un difensore di comprovata abilità come Matt McQuaid. Culver ha talento sufficiente per trovare il fondo della retina quando attacca dal palleggio ma battere troppo il tasto sulle situazioni d’isolamento appare sconsigliabile contro una formazione come Michigan State.

Davide Moretti

La morale della favola è che molto probabilmente vedremo una sfida dai ritmi bassi, con pochi canestri e continue mosse e contromosse nella partita a scacchi fra i due allenatori, la vecchia volpe Tom Izzo contro l’emergente e rivoluzionario Chris Beard. Una sfida affascinante e che dovrebbe decidersi sul filo di lana.

Pronostico BN: Texas Tech (6-5)

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