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Ąžuolas Tubelis e 5 Europei in vista a dicembre

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 3 Gen, 2023

Una panoramica delle prestazioni recenti più significative fra gli Europei della D1. Poteva mancare Ąžuolas Tubelis? Certo che no.

 

Il re dei sottovalutati: Ąžuolas Tubelis

Primo marcatore (20.1) e quinto rimbalzista (8.7) fra gli Europei della Division I, il lungo lituano forma con Oumar Ballo il frontcourt duo più letale in circolazione (37.5 punti, 18.0 rimbalzi, 2.5 stoppate fra i due) e, con l’eccezione parziale dell’inciampata collettiva con Utah, non ha steccato una singola partita fin qui. La costanza e l’efficienza con le quali agisce in attacco sono impressionanti: dal rendimento d’élite in contropiede – bersaglio come nessun altro per passaggi da campo a campo – all’abilità nel far male alla difesa schierata sia con tagli che in post, o raccattando seconde opportunità, o anche ancora optando con parsimonia per il jumper dalla media e lunga distanza (un punto debole del repertorio, ma le percentuali sono dalla sua parte).

Gli si era rimproverato di sparire nei match di cartello: le prestazioni fornite al Maui prima e contro Indiana e Tennessee poi hanno davvero segnato un punto di svolta per il suo status nel panorama collegiale. Più per quello che fa, però, che non per come viene percepito dai media: questo è l’anno dei lunghi e i vari network americani non mancano di ricordarcelo durante le gare con grafiche varie, dimenticandosi però spesso il nome di Ąžuolas Tubelis. D’altro canto c’è chi ci fa caso – per EvanMiya è il #1 assoluto, per KenPom il #7 – e infatti l’etichetta di sottovalutato gli viene attribuita sempre più spesso: chissà che non sia l’anticamera di un riconoscimento più generalizzato dell’enorme impatto che sta avendo.

 

La stella nascente: Ajay Mitchell

Il miglior europeo delle mid-major e anche fra tutte le guardie della Division I. Sì, persino meglio dei vari Kerr Kriisa e Pelle Larsson. Il belga di UC Santa Barbara è reduce da un poker di partite strepitoso (23.5 punti col 52.4% al tiro e l’85.2% ai liberi, più 4.3 rimbalzi, 4.5 assist e 2.3 recuperi) che già sembrano lanciarlo come favorito nella corsa al POY della Big West. E sarebbe anche il caso di cominciare ad accostargli l’etichetta di prospetto NBA. Il sophomore è infatti un demone palla in mano e, benché l’efficienza da oltre l’arco non sia la specialità della casa (31.6%), il suo three-level scoring è fra i più affascinanti che si possano osservare in giro, capace com’è d’imporre il proprio passo, colpire dal pick and roll (come realizzatore e come passatore) ma anche adattarsi alle risposte difensive avversarie nei blocchi sulla palla, sfoggiando soluzioni in isolamento da primo della classe.

 

Segnali di crescita: Adem Bona

La prima metà del 2022-23 non è stata troppo benevola per i freshmen europei di un certo livello, tra Yohan Traoré che forse finirà su Chi l’ha visto? e Baba Miller che ha dovuto scontare una lunga squalifica (manca poco al debutto, finalmente). Poi c’è Adem Bona, partito in sordina ma piano piano salito di colpi in maniera piuttosto costante. Già autore di una prestazione scintillante nella batosta rifilata a Maryland a metà dicembre (16 punti e 7 rimbalzi), il turco-nigeriano ha chiuso il 2022 e iniziato il 2023 alla grande nello stato di Washington, con un game-winner contro Wazzu e un career-high da 18 punti contro UW. In campo aperto, Bona sembra una roccia scagliata da parte a parte con una catapulta, mentre a difesa schierata si segnala per un lavoro in post in via di rifinitura. Già rim protector di prim’ordine (secondo Blk% della Pac-12, mai meno di 2 stoppate nelle ultime quattro gare) e infaticabile palla da flipper nella metà campo difensiva, diventare un terminale offensivo affidabile darebbe una dimensione in più a una UCLA sempre più temibile.

 

Il bel incompiuto: Tristan da Silva

A metà dicembre aveva infilato tre prestazioni strepitose (23.7 punti, 9.0 rimbalzi, 2.3 recuperi contro delle mid-major di valore tra il medio e il medio-basso) prima d’immergersi nuovamente nella Pac-12, ma appunto il ritorno alle gare di conference ci ha restituito un giocatore sgonfio (7 punti nella vittoria con Stanford e 8 nella tremenda sconfitta rimediata con Cal). Tristan da Silva può e deve fare meglio di così, perché come detto e ripetuto ci si aspetta che sia lui il leader di Colorado. Le qualità ci sono e, quando gioca con un certo piglio, emergono con forza straordinaria, perché di ali di 2.06 metri con quelle capacità di scorer su tre livelli, con tanto di repertorio ricco in fatto di soluzioni palla in mano, non si vedono in giro tanto spesso.

 

La nota positiva: Filip Rebrača

Quasi nulla da salvare nel trio sciagurato di sconfitte dal quale è reduce Iowa. Quasi, appunto: il serbo è infatti un punto saldo ormai per gli Hawkeyes, oltre a essere un beniamino dei tifosi. Quasi sempre in doppia cifra realizzativa quest’anno, il figlio d’arte mostra grande spirito combattivo e ha fatto passi in avanti giganteschi in termini di fisicità, il che gli permette di avere un impatto in ascesa da tanti punti di vista: in difesa, a rimbalzo e nelle sportellate sotto canestro. Unendo il tutto a un ottimo Qi che gli permette di fare da trait d’union nell’attacco di Iowa. Quando funziona, chiaro.

 

Top 10 per punti, rimbalzi e assist di media (statistiche aggiornate al 1/1)

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