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Duke da titolo Ncaa? La chiave sarà la difesa

Autore: Giovanni Bocciero
Data: 7 Giu, 2018

A dodici mesi di distanza Duke si ritrova punto e a capo, ancora favorita per la vittoria del titolo Ncaa grazie a un reclutamento senza precedenti e quindi alla possibilità di schierare talenti eccezionali. Eppure, ancora una volta, al grande potenziale abbinato alle forti aspettative, fa da contraltare l’inesperienza, che a livello collegiale conta e non poco. L’anno scorso si parlava di rebuilding, ma quest’anno se possibile sarà ancora più complesso.

 

La recruiting class di Duke

La classe 2018

Coach Mike Krzyzewski sul finire della sua carriera si sta specializzando nel reclutamento dei cosiddetti one-and-done che ormai sono al tramonto dopo le ultime vicende legate allo scandalo Fbi. Sì, avete capito bene, a Durham si stanno già guardando intorno per capire chi possa prenderne l’eredità. Non l’anno prossimo, certo, ma l’allenatore non è immortale e a febbraio compirà 72 anni. Al tecnico da Hall of Fame è riuscito ciò che nessuno ha mai fatto prima, piazzando una recruiting class che conta i primi tre freshman. Nel dodicesimo anniversario dalla creazione del ranking top-100 dei liceali da parte di Espn, qualche università era riuscita a reclutare due giocatori in top-5, ma mai tre. Nella fattispecie RJ Barrett, Zion Williamson e Cameron Reddish, cui si aggiungeranno Tre Jones che in maglia Blue Devils vorrà ripercorrere le orme del fratello Tyus, e Joey Baker che si è riclassificato e andrà ad arricchire il reparto ali.

 

Alla ricerca di un leader

Se l’anno scorso Duke perse l’80.7% del minutaggio complessivo concesso ai propri giocatori nella stagione 2016-2017, questa estate ha lasciato la squadra l’82.7% a seguito dell’addio in massa di Marvin Bagley, Grayson Allen, Wendell Carter, Gary Trent e Trevon Duval, cioè l’intero starting five. Un anno fa, coach K poteva comunque contare su un senior/guida come Allen, mentre in vista della prossima stagione dovrà affrontare un problema con cui da anni convive Kentucky, cioè cercare un leader. Visto che il mondo universitario ha aperto (controvoglia) alle scommesse, potremmo dire che per i bookmakers i principali favoriti sono Barrett e Williamson, che però sono al primo anno. Abbiamo già scritto di entrambi, elogiandone le caratteristiche tecniche e fisiche, ma la leadership è un’altra cosa. Possibile che una mano la dia il viaggio estivo che Duke farà a metà agosto in Canada. In quella circostanza, saranno gettate le basi per la costruzione del gruppo (che affronterà in amichevole a Toronto la Ryerson University e la University of Toronto, per poi concludere il tour contro la McGill University a Montreal). Il viaggio, organizzato dopo quello disdetto l’anno scorso in Repubblica Dominicana a causa dell’operazione di Krzyzewski, “sarà la giusta opportunità per creare un’alchimia di squadra ed inserire i nuovi giocatori – ha dichiarato coach K –, in particolare Barrett che si divertirà a giocare a casa sua”.

 

L’ago della bilancia

Duke dovrà passare dal giocare con due lunghi come Bagley e Carter a uno small-ball molto accentuato, con Jones in regia e il trio Barrett-Williamson-Reddish nelle posizioni di esterni. La casella di centro sarà occupata da Marques Bolden, junior atteso a una stagione convincente dopo aver annaspato nelle due precedenti. Con Bagley e Carter era oggettivamente difficile guadagnare minuti, eppure il texano ha fatto vedere a sprazzi movimenti interessanti che lo rendono uno dei giocatori da tenere d’occhio per la stagione ventura. Dati KenPom alla mano, ha avuto il 61.7% di tiro reale, il 15% di rebound rating ed un rating offensivo di 122.6 punti per 100 possessi. Secondo Synergy Sports, il 98% dei suoi canestri sono arrivati al ferro, mentre ha tirato con il 65.9% dal mid-range segnando 1.42 punti per possesso. Insomma, il potenziale dovrebbe esserci ancora.

BasketballNcaa - Duke - Marques Bolden

Il pivot junior Marques Bolden – Duke Blue Devils

Come difenderà Duke?

Il ruolo di Bolden in realtà potrebbe essere ancora più importante in difesa che in attacco. Più volte abbiamo scritto in questa stagione che vedere Duke difendere anche 40 minuti a zona 2-3 stonava con le squadre del passato. Coach K non ha nascosto una certa difficoltà nel cercare di impartire i più semplici dettami difensivi a Bagley e compagni. Di fatto, la zona è stata una necessità: quando Duke ha giocato a uomo, ha concesso 0.85 punti per possesso risultando 166esima in Ncaa, mentre a zona ha concesso 0.79 punti classificandosi 51esima. La domanda è: senza due torri come Bagley e Carter, come difenderanno i Blue Devils la prossima stagione? Ecco perché molto dipenderà proprio dal centro junior, che l’anno scorso ha stoppato il 7.2% dei tiri avversari dimostrando di essere migliorato rispetto all’1.8% dell’anno prima.

Inoltre, secondo KenPom ha catturato il 17.8% dei rimbalzi difensivi, ed è sceso dagli 8.3 falli per 40′ da freshman ai 4.3 falli dell’ultima stagione, dimostrando di essersi disciplinato anche se è evidente che possa fare di più. Insomma, sarà probabilmente Bolden una delle chiavi di volta per la difesa dei Blue Devils, che ha poche altre soluzioni in quel ruolo. Esclusa la riserva Antonio Vrankovic (14 presenze per 4.7 minuti di media lo scorso campionato) l’altro giocatore che probabilmente sarà schierato da centro sarà Javin DeLaurier che possiede un gran potenziale difensivo, anche perché pensare a Baker, Williamson, Barrett o Reddish come lunghi (nessuno di loro è più alto di 2 metri), apre le porte a uno small ball davvero small (utilizzato però l’anno scorso da squadre da Torneo Ncaa come Auburn). Il primo appuntamento per avere indizi sulla Duke che verrà, in attacco e in difesa, sarà il tour canadese.

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