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UMBC, la cinderella della March Madness

Autore: Manuel Follis
Data: 17 Mar, 2018

L’America è sotto shock e non si tratta di una nuova sparatoria in un liceo o di qualche intrigo alla Casa Bianca. No, University of Maryland Baltimore County ha battuto Virginia al torneo Ncaa scrivendo la storia del college basketball e in generale del Torneo più amato dagli appassionati di pallacanestro.

Non era mai capitato nei precedenti 135 incontri che una testa di serie numero 16 battesse una numero 1 dal 1985, cioè da quando esiste il tabellone con 16 seeds per regional. Non solo, ogni Torneo presenta quattro favorite e, di queste quattro, Virginia era quella che sembrava più solida, la miglior difesa della nazione, un programma quadrato e imbattibile. La lista di quanti avevano pronosticato i Cavaliers vincitori del Torneo è lunga e vanta esperti ed ex giocatori.

Poi però bisogna scendere in campo, e il Torneo Ncaa da sempre è uno dei posti migliori in cui scrivere le favole. Non a caso ogni anno gli appassionati cercano di individuare qual è la cinderella della March Madness, la squadra che nessuno si aspetta al ballo ma che poi ruba la scena a tutte le altre. Quest’anno c’erano tante pretendenti che si erano candidate al ruolo, da Buffalo a Marshall fino a Loyola-Chicago, ma UMBC le ha surclassate tutte. Ha scritto una pagina di storia.

Ryan Odom – coach di UMBC

 

La storia farà presto il giro del mondo e le caratteristiche della favola le ha proprio tutte. Il coach, Ryan Odom, è al secondo anno sulla panchina dei Retrievers e prima del suo arrivo la squadra stazionava nei bassifondi della American East Conference, non una delle più blasonate del college. Il basket però gli scorre nelle vene. Il padre Dave è quello che ha allenato/scoperto Tim Duncan a Wake Forest ma in precedenza era stato assistente proprio a Virginia. Odom figlio è cresciuto ai bordi del campo dei Cavaliers. Forse da ragazzino sognava di diventare famoso grazie all’università di Charlottesville, ma probabilmente non immaginava che sarebbe successo sconfiggendola al torneo.

Ryan Odom da bambino

Da quando è arrivato alla guida di UMBC, la squadra ha chiuso il primo anno con oltre 20 vittorie (non accadeva dal 2008) mentre ieri, proprio grazie alla vittoria contro Virginia, ha settato il record per la stagione con più W della storia dell’università, cioè 25. La chiave del successo? La stessa di Virginia: circolazione di palla, selezione dei tiri e difesa.

Altro elemento chiave per riconoscersi ed empatizzare con una cinderella sono i suoi giocatori, ovviamente. Simbolo della squadra è K.J. Maura, play portoricano di San Juan, uno scricciolo alto 170cm per 68 chili. Un guerriero in campo, che difende sulla palla con aggressività, tira da tre con il 44% e anche contro Virginia ha dettato i ritmi della partita. A mettere punti sul tabellone ci pensa invece Jairus Lyles, una pura guardia realizzatrice che contro i Cavaliers si è superato e ha giocato in missione, punendo la difesa dei ragazzi di coach Tony Bennett in ogni modo possibile e chiudendo da mvp con 28 punti 6/7 da 2 e 3/4 da tre.

K.J. Maura

La fotografia del match. A pochi minuti dalla fine Isaiah Wilkins ha commesso un fallo di frustrazione su Lyles tirandogli la maglia mentre era in contropiede. Gli arbitri hanno subito sanzionato l’antisportivo e Lyles, sentendo il fischio, ha lasciato partire un arcobaleno diretto a canestro. Non valeva, ma aveva segnato anche quello tra le urla di stupore del pubblico. Pazzesco. “These are the moments that you dream of,” ha commentato Lyles a fine gara. “It’s always exciting to make history“. Il ragazzo è un senior, a inizio marzo ha vinto il torneo di conference segnando un buzzer beater contro Vermont (nel video sotto) e ora è stato protagonista questo primo turno storico. Un bel modo per chiudere la carriera al college.

 

Maryland Baltimora, anche grazie alle prestazioni di Joe Sherburne (14) e Arkel Lamar (12), ha chiuso con 12/24 da 3 punti ed è chiaro che dall’arco ha costruito il suo successo, avendo tentato lo stesso numero di tiri da 3 e da 2, con un penetra e scarica che è risultato efficace contro la difesa di solito attentissima di Virginia. Il risultato è che i Cavaliers, che di media tengono gli avversari a 53 punti a gara, ne hanno subiti 53 solo nella ripresa a causa del mix tra la prestazione in trance dei Retrievers e lo shock di dover rincorrere, in svantaggio di più di 10 punti per la prima volta in stagione. Inoltre, Virginia era l’unica squadra delle 351 della Division I a non aver mai subito 70 punti quest’anno. Non Duke, non North Carolina, ma UMBC gliene ha segnati 74.

 

La partita è infatti finita 74-54. Un finale inglorioso per Virginia, che a settembre nessuno aveva pronosticato tra le più forti e che invece ha chiuso un’annata vissuta da protagonista, con due sole sconfitte. E non vale l’attenuante di aver giocato priva del freshman De’Andre Hunter, che effettivamente è stato fondamentale venendo dalla panchina nel corso dell’anno, ma non tanto da far pensare a un’eliminazione al primo turno. È stato quasi doloroso vedere in campo i ragazzi in maglia bianca negli ultimi minuti di gara, un match ormai perso: i tentativi da tre disperati di Ty Jerome o Kyle Guy e le lacrime di Wilkins in panchina. “La realtà è che ci hanno asfaltati, è stata una frustata sul culo”, ha commentato laconico coach Bennett.

Al torneo la gioia di una cenerentola coincide sempre con il pianto amaro di una big sconfitta. Era accaduto pochi giorni fa ad Arizona e ora, con ancora più clamore, a Virginia. Per capire la portata dell’evento, il Los Angeles Times riporta la vittoria di Maryland Baltimore (o la sconfitta di Virginia, sono entrambe due clamorose notizie) in prima pagina con una foto, accanto al licenziamento di Andrew McCabe dall’FBI. La stessa cosa fanno Fox News o il New York Times, l’unica differenza è che non c’è la foto. Per USA Today invece si tratta della notizia del giorno, quella di apertura, la FBI e il ponte caduto in Florida vengono dopo.

Adesso l’America ha trovato la sua cinderella e la prossima gara di UMBC contro Kansas State (che si giocherà domenica alle 00,45 italiane) avrà l’attenzione di milioni di appassionati. Anche di quelli il cui bracket è stato mandato in fumo (ne erano rimasti 25 intatti in tutto il mondo, ora sono zero) da una sconosciuta squadra del Maryland che prima della March Madness era nota solo per gli scacchi. Una squadra per cui ora probabilmente inizieranno a fare il tifo.

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