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WV distrugge Baylor, Duke cade ancora

Autore: Raffaele Fante
Data: 11 Gen, 2017

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Tre grandi partite con sei tra le migliori squadre della nazione, compresa la nuova numero 1 Baylor che può maledire il calendario visto che, subito dopo aver raggiunto un traguardo storico, è finita in uno dei campi più tosti del college basketball. Semplici le cose per i campioni in carica di Villanova, così come non troppa fatica ha fatto la sorprendente Florida State a sbarazzarsi di Duke, con l’ennesimo episodio controverso che riguarda Grayson Allen.

Vediamo come sono andati i tre big match di ACC, Big 12 e Big East.

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Country roads, press Virginia

“Ci hanno letteralmente preso a calci in culo”. Il coach di Baylor Scott Drew riassume con poche ma efficaci parole la partita della numero 1 del ranking in casa di West Virginia. I Mountaineers certo sono a loro volta una squadra del ranking (attualmente n. 10), ma evidentemente hanno preso molto sul serio il match contro Baylor visto che li hanno letteralmente asfaltati, vincendo alla fine per 89-68 e andando in crescendo nel corso del match senza mollare mai la presa.

Protagoniste assolute, come sempre accade quando c’è in campo West Virginia, sono state le palle perse. La squadra di coach Bob Huggins ha forzato i Bears a 29 turnovers, quasi un record visto che il massimo storico per Baylor era stato di 31 perse ed erano quasi 20 anni che non salivano sopra le 20.

 

Parlare di altro, considerando che nessuna delle due squadre ha tirato particolarmente bene, diventa superfluo. A causa dell’energia forsennata dei Mountaineers e del ritmo inevitabile impresso alla gara, Baylor non è mai riuscita a far valere la sua forza a rimbalzo o a incidere con la sua zona. Parlando dei singoli, impossibile non citare la gara di Nathan Adrian che oggi è uno dei termometri di West Virginia e che contro i Bears non è stato il solito fattore difensivo ma ha anche sfoderato il suo career high con 22 punti e 2/4 dall’arco. Per il resto i Mountaineers si sono avvalsi del collettivo, con il solito Jevon Carter leader del ritmo partita e anche distributore di 7 assist.

In casa Bears brutta serata per quasi tutti i singoli con il play Manu Lecomte che avrà ancora il mail di testa, con la sorpresa Johnathan Motley che è apparso disorientato e il solo Al Freeman che ha messo insieme stats decenti (ma solo a fine partita in un simil garbage time).

E’ passata in fretta l’euforia per aver raggiunto la numero 1 per la prima volta nella storia. Piuttosto caldi, come al solito, i tifosi dei Mountaneers, alla fine tutti in campo a cantare Country roads, press Virginia

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Seminoles davanti a tutti

Chi c’è in vetta all’ACC? North Carolina, Duke, Louisville o Virginia? Sbagliato. Con un record di 4-0 mai raggiunto nella loro storia, i Seminoles di Florida State guardano tutti dall’alto in basso, dopo aver battuto anche i Blue Devils per 88-72 per la loro 12/ma vittoria di fila, altro record.

Senza l’infortunato Amile Jefferson, Duke si è ritrovata tanto per cambiare corta e l’impatto delle panchine è stato fondamentale: 21 punti per Florida State che ha ruotato in 12, 4 quelli del trio Jeter-Bolden-Jackson che ha segnato solo dalla linea dei liberi con 0/7 dal campo. L’altro problema per Jeff Capel, sostituto sulla panchina dei Blue Devils di coach K operato alla schiena, è stato il settore lunghi, con il solo Jayson Tatum all’altezza delle aspettative mentre Harry Giles e Marques Bolden sono ancora due mezzi pesci fuor d’acqua. I Seminoles hanno vinto la battaglia a rimbalzo 38-30, conquistandone ben 14 sotto il canestro di Duke.

Non c’è solo Dwayne Bacon da tenere d’occhio tra i giocatori di coach Leonard Hamilton e Duke se n’è accorta soprattutto nel secondo tempo, quando Xavier Rathan-Mayes ha segnato 18 dei suoi 21 punti e ha di fatto chiuso la gara con queste due triple

 

“This one was personal for me. Ever since he did that, I’ve been waiting a long time to see him again”, le parole che non hanno bisogno di traduzione di Rathan-Mayes che aspettava di rivedere Grayson Allen sul campo dopo lo sgambetto rifilatogli dalla guardia dei Blue Devils l’anno scorso.

E poteva forse mancare un nuovo capitolo relativo all’ex capitano di Duke? Certo che no. Sommerso da fischi e buuh per tutta la partita, ecco l’ennesimo episodio che farà discutere con Allen che sembra spingere via Dennis Gates, uno degli assistant coach di FSU

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Il tiro al piccione non basta

Al Pavilion non si passa e Xavier ha fatto la stessa fine delle 45 squadre precedenti che hanno affrontato Villanova in casa sua. Il big match della Big East tra la #3 e la #15 è durato fino a quando l’unica arma dei Musketeers, cioè il tiro da 3, ha funzionato: 5/10 per iniziare, 1/22 per finire, 20 punti nei primi 10’ e 34 nei successivi 30’. E addio partita, vinta facilmente da Villanova 79-54.

I Wildcats hanno faticato solo all’inizio, quando la difesa di Chris Mack ha in effetti chiuso linee di passaggio e penetrazioni e Xavier è andata sul +8 in quella che sembrava una serata più difficile del previsto per i campioni in carica. Ma tra due squadre costruite sugli esterni, ce n’è una che ha una solidità e una maturità maggiore e Kris Jenkins e Josh Hart (20 a testa) hanno rimesso subito le cose a posto a modo loro

 

Trevon Bluiett (2/10), Edmond Sumner (3/15) e JP Macura (4/10) hanno spadellato senza pietà e senza i loro punti Xavier non va da nessuna parte. E a nulla è servito il ritorno di Myles Davis (0/5) alla sua prima partita stagionale dopo la sospensione per motivi disciplinari.

Registrata la difesa e aumentata la velocità di esecuzione in attacco, Villanova si letteralmente mangiata i suoi avversari, senza neanche aver bisogno di una grande serata di Jalen Brunson, fermo a 11 punti dopo averne realizzati il doppio nelle tre partite precedenti. La Big East è conference tostissima, ma la squadra di Jay Wright resta sempre la favorita n.1 per vincerla.

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