Il riscatto orgoglioso di West Virginia, la versione “senza Michael Porter Jr” di Missouri e una St. John’s bipolare. Ecco i principali spunti alla fine dell’Advocare Invitational edizione 2017, uno dei grandi tornei di pre-stagione.
La tosta West Virginia e la nuova vita di Mizzou
A 5′ dalla fine, Jontay Porter (Missouri) ha segnato i liberi del +13. Sembrava il più classico dei “game, set and match”. Sbagliato. West Virginia ha alzato l’intensità della difesa press e ha forzato cinque turnover e una marea di falli. Morale? Parziale 23-6 e l’Advocare è andato ai Moutaineers.
Sempre i soliti Mountaineers. Dopo il tentato suicidio contro Marist, hanno asfaltato UCF con il consueto mix di rimbalzi, palle rubate e colla Bostik. Jevon Carter totale e decisivo in finale con 28 punti, le solite quattro rubate di media e la tripla del sorpasso. Daxter Miles osceno al tiro (5/14) ma è un accumulatore seriale di liberi (14/15). Decisivo anche lui.
No Michael Porter Jr, no party? Nulla di più falso. Cecchini da tre, dominanti a rimbalzo e squadra responsabilizzata. Il Porter meno pubblicizzato dei Tigers, cioè il fratello Jontay, ha avuto un impatto pazzesco, insieme a Kassius Robertson. Dal nulla è spuntato Jordan Geist, occhio al suo contributo dalla panchina. Proprio loro sono mancati in finale, lasciando Jordan Barnett e i suoi 23 punti da soli.
St John’s bipolare, Tacko Fall totem
La parola chiave per St John’s è bipolare: 82 punti messi nella prima gara, poi 46 nella finalina contro UCF. Shamorie Ponds è sia leader (21 pt di media) che problema (34% dal campo). L’ex squadra di Federico Mussini difende forte e aggressivo, come testimoniato cioè dai tanti falli e recuperate. Il tiro da tre però non entra: 24/67. Terzo posto ok, ma l’equilibrio?
Sapete cosa funziona sempre? La difesa governata da Tacko Fall. Tolta la sonora rullata contro West Virginia, Ucf ha tenuto al 31% gli avversari, non solo grazie a Fall ma ad una difesa, anche a zona, che forza molte palle perse. Peccato che a UCF non sappiano cosa voglia dire segnare da tre.
Nebraska in crescita, Marist depressa
Torneo in crescendo per Nebraska. Sconfitti subito contro UCF, fatale il parziale di 19-0 a metà primo tempo, vittorie convincenti contro Marist e Long Beach State, con qualche affanno. Un protagonista emerso a partita: Jesse Palmer all’esordio, Anton Gill nella seconda e Glynn Watson a sorpresa.
La batosta rimediata all’esordio contro Missouri era preventivabile, le due ottime prestazioni contro Oregon State e Nebraska no. Long State Beach ha sorpreso con Gabe Levin in evidenza: 22+16 contro Nebraska, col 50% al tiro e 9 rimbalzi offensivo. Implacabile.
Buon sangue non mente. I fratelli Stephen, terzo anno, e Ethan Thompson, freshman, sono stati l’unica gioia in un torneo turbolento e avaro di vittorie per Oregon State. 41 punti in due contro St John’s, replicati con i 38 contro Long State Beach. Bocciati solo contro Marist. Mortiferi da tre, sono il futuro dei Beavers.
Durante il secondo tempo contro West Virginia, Marist ha visto una vasca al posto del canestro ed ha tirato col 74%. Risultato finale: sconfitta. Demoralizzati, sono entrati in un vortice orrendo che li ha portati a perdere malamente contro Nebraska e Oregon State.