C’è un international alla guida delle migliori ali della Division I: Tristan Da Silva è uno degli all around più attesi della stagione ma, dietro a lui, ci sono tanti solidi giocatori dai quali passeranno le fortune di big e non solo dell’Ncaa. Dopo le migliori guardie, vediamo chi sono le migliori ali.
1. Tristan Da Silva
COLORADO – 15.9 PTS, 4.8 REB, 1.3 AST
Il miglior all around nonché il miglior attaccante del gruppo, un po’ tedesco un po’ brasiliano, un po’ ala piccola un po’ ala grande, il suo costante miglioramento anno dopo anno lo ha reso uno dei migliori giocatori della Division I. Con quasi il 40% da 3, è ormai un temibile tiratore dall’arco ma porta a spasso i suoi 204 cm con classe e leggerezza in qualsiasi zona del campo. Sarà il suo ultimo anno ai Buffaloes, facile che vorrà chiudere nel modo migliore.
2. Baylor Scheierman
CREIGHTON – 12.8 PTS, 8.3 REB, 3.3 AST
Nel suo primo anno a Creighton non ha bissato il meraviglioso 47% da 3 con cui aveva chiuso la stagione da junior a South Dakota State ma ha confermato comunque che con la sua mano sinistra può fare canestro da qualsiasi distanza. Ma il tiro non è certo l’unica delle sue armi: ottimo istinto a rimbalzo e buona visione di gioco ne fanno un giocatore che può avere un futuro anche in Nba nonostante un atletismo non certo di primo livello e la difesa a volte sospetta.
3. Bryce Hopkins
PROVIDENCE – 15.8 PTS, 8.5 REB, 2.3 AST
Devastante la sua stagione da sophomore, la prima ai Friars dove ha fatto vedere tutto il suo talento diventando subito il leader della squadra in punti e rimbalzi. Tuttofare dall’ottima mano, molto utile sia sotto i tabelloni che dall’arco dei 3 punti (36.4%), sia con la palla in mano che senza. In sostanza, può giocare davvero in tanti ruoli diversi e infatti non ci sarà da stupirsi se da qualche parte nel secondo giro del draft 2024 comparirà anche il suo nome.
4. Arthur Kaluma
KANSAS STATE – 11.8 PTS, 6 REB, 1.6 AST a Creighton
Non il più fine ed elegante dei giocatori ma anche lui ha il grande pregio di aver lavorato tanto aumentando le sue opzioni in attacco e usando meglio il gran fisico che madre natura gli ha dato. Gran bella presa di coach Jerome Tang che se l’è portato a Kansas State dopo due anni positivi a Creighton dov’era titolare fisso. Se continuerà a migliorare il suo gioco, aggiungendo un po’ di affidabilità in più dall’arco, l’Nba potrà prenderselo serenamente.
5. Anton Watson
GONZAGA – 11.1 PTS, 6.2 REB, 2.4 AST
In una Gonzaga orfana di Drew Timme, toccherà a lui diventare il leader di una squadra che avrà un disperato bisogno della sua efficacia sui due lati del campo. Non potrà quindi più essere lo scorer silenzioso delle ultime stagioni ma deve diventare un punto di riferimento che prende iniziative in attacco, proseguendo il cammino già visto nell’ultimo torneo. Esperienza, solidità e IQ sono le sue armi migliori, in questa stagione si capirà davvero quanto sono reali le chance di un futuro da pro.
6. Kevin McCullar
KANSAS – 10.7 PTS, 7.0 REB, 2.4 AST
Ecco il classico giocatore che qualsiasi coach della Division I vorrebbe. Perché attacca, difende e può anche passare la cera sul parquet senza battere ciglio e con la massima intensità possibile. Glue guy è definizione riduttiva per un ragazzo che arriva al suo quinto anno in una lega di cui ormai conosce tutto. Non è mai stato e mai sarà un tiratore, per il resto dategli la palla da portare su o un centro su cui difendere e lui lo farà.
7. Harrison Ingram
NORTH CAROLINA – 10.5 PTS, 5.8 REB, 3.7 AST a Stanford
Due stagioni un po’ così, tutti a chiedersi se alla fine non sia sto fenomeno che il college basket si aspettava ma giusto un giocatore come tanti. Ma noi gli diamo ancora fiducia e la nuova esperienza a North Carolina dirà la parola definitiva sulla classe di un’ala che a Stanford ha fatto vedere solo a trattia ciò di cui è capace. Che è parecchio, perché in pochi hanno le sue mani e la sua visione di gioco come dimostrano i quasi 4 assist a partita nell’ultima stagione.
8. Keshad Johnson
ARIZONA – 7.7 PTS, 5.0 REB, 0.7 AST a San Diego State
“Showtime” è il soprannome di questo giocatore di due metri che non è riuscito a convincere gli scout Nba, ma che ha scatenato i coach di parecchie big del college basket. Dopo 4 anni e le Final four raggiunte con San Diego State, è stato infatti uno dei pezzi pregiati del transfer portal e alla fine l’ha spuntata Arizona, squadra dove giocherà a un ritmo più veloce per esaltare ancora di più il suo atletismo. Se riesce a migliorare il tiro, l’Nba è solo rimandata di un anno.
9. Jordan Josiah James
TENNESSEE – 10.0 PTS, 4.7 REB, 1.8 AST
Se i Vols sono così in alto in tutti i ranking, il suo ritorno a Knoxville è senz’altro una delle cause. Giocatore in grado di fare un po’ di tutto e di marcare un po’ tutti, dalle guardie a giocatori ben più alti di lui, se prende ritmo e fiducia con la sua mano sinistra può far male anche da 3. La speranza è che i guai fisici siano tutti passati e che riesca finalmente a fare una stagione intera, chiudendo in bellezza la sua carriera universitaria.
10. KJ Adams
KANSAS – 10.6 PTS, 4.4 REB, 1.9 AST
Con l’arrivo di Hunter Dickinson, potrà tornare al suo ruolo naturale di ala senza dover per forza lottare tutte le sante sere con gente più grossa di lui, cosa che peraltro ha fatto molto bene da sophomore. Dovrà per forza estendere il suo raggio d’azione, anche se la sua comfort zone resterà l’area (0-4 da 3 in due anni a Kansas) ma avrà meno compiti da bloccante e più libertà per dar fastidio a rimbalzo d’attacco.