La stagione
I campioni della Southland, presenza fissa e tutt’altro che inosservata fra 2014 e 2016, tornano al Torneo dopo un solo anno d’assenza e portandosi dietro il marchio di fabbrica che li aveva resi noti nei già storici upset di marzo con West Virginia e VCU: una difesa aggressiva, capace di creare problemi in pressing, e che produce di gran lunga il più alto volume di perse avversarie della nazione (26.2 TO%). Capace di battere LSU e di far soffrire Mizzou così tanto da indurre Cuonzo Martin a cercarli negli spogliatoi per complimentarsi di cuore con loro, Stephen F. Austin non è da mezze misure: il rovescio della medaglia del suo stile sta in un altissimo numero di viaggi in lunetta concessi e una fase offensiva che non intimorisce quanto quella difensiva (20.8 TO%).
Il giocatore chiave
Arrivato da junior college, Shannon Bogues è una guardia dinamica, che ama i cambi di passo e che ha grande fiducia nel proprio gioco in uno-contro-uno. Capace d’arrivare al ferro con molta facilità pur essendo alto solo 1.88 metri, è il top scorer dei Lumberjacks (15.4 punti in appena 24 minuti di media) e il giocatore che in genere gioca il maggior numero di possessi.
I prospetti
Alternandosi fra gli spot 3 e 4 in una squadra con pochi centimetri, Kevon Harris (14.6 punti a partita) è un’ala piccola che non arriva ai due metri e, fra tutti i suoi compagni, è nettamente quello in possesso del miglior tiro da tre (43.2%) pur facendo poi un po’ fatica a cronometro fermo (67.8%).