North Carolina, che spavento!
Pronti , partenza, via…UNC tocca il +17 dopo 15 minuti di gioco, grazie alla miglior frontline del torneo (14 rimbalzi offensivi a fine primo tempo), e sembra aver già chiuso la partita. E invece? Arkansas inizia a giocare come sa: con tiri veloci nei primi secondi dell’azione e cercando spesso la transizione, mandando in crisi i Tar Heels con la difesa press a tutto campo. Trascinati da uno scatenato Daryl Macon (19 punti) i Razorbacks si trovano a +5 a 3 minuti dalla fine, quando UNC risponde con un parziale di 12-0 guidata dall’onnipresente Justin Jackson (15pts+8reb+5ast+5stl) e da queste due decisive giocate di Kennedy Meeks (doppia-doppia da 16+11) che mandano i Tar Heels alle Sweet16.
Adebayo ancora decisivo
A Kentucky serve un super Adebayo per chiudere la soffertissima pratica Wichita State. La sua stoppata finale sulla tripla di un ottimo Landry Shamet (top scorer degli Shockers con 20 punti) chiude la gara sul 65 a 62, ma in generale il suo impatto è determinante (grazie al ritrovato pick&roll con Malik Monk) per tutta la seconda frazione, dopo i soli 2 punti e le molte difficoltà a trovare spazio nell’area avversaria del primo tempo. Una doppia doppia finale da 13 punti e 10 rimbalzi impreziosita da una fantastica giocata per scelta di tempo e atletismo. Da guardare.
Lonzo Ball risolve problemi
Il match-up con Cincinnati – squadra arcigna in difesa ed equilibrata in attacco – si prospettava tanto impegnativo per UCLA quanto interessante per gli spettatori. In effetti, i Bearcats si sono comportati egregiamente nel primo tempo, chiuso in vantaggio sul 33-30 imbrigliando piuttosto bene l’attacco dei Bruins (35.5% dal campo). Tutt’altra storia nei secondi venti minuti, con UCLA capace di portarsi saldamente in vantaggio verso metà ripresa fino al 79-67 finale. Lonzo Ball è stato il propulsore di questa svolta, in un tipo di serata già mostrata altre volte in stagione: intermittente (ma con gran lampi) nel primo tempo, assolutamente implacabile nel secondo quando ha segnato 11 dei suoi 18 punti totali (3/3 da due, 4/7 da tre) distribuendo tutti e 9 gli assist della sua partita. Triple sfrontate, una manciata di incursioni in area e passaggi che hanno esaltato le qualità migliori dei suoi compagni. Insomma: il solito, unico, “feel for the game” che ha cambiato il volto dei losangelini quest’anno.