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SEC, Kentucky sfida Arkansas e Auburn

Oscar Tshiebwe - Kentucky
Autore: Paolo Mutarelli
Data: 30 Ago, 2022

Ci sono upset da riscattare, Final Four da centrare e progetti da far ripartire nella SEC che si presenta ai nastri di partenza della stagione 2022-23. Insieme alla Big 12, è la conference maggiormente presente nella nostra Top 25 e quella con più squadre fra le prime dieci. Kentucky, Arkansas e Auburn lanciano la sfida alle conference più forti.

Tier 1 – Le Favorite: Kentucky, Arkansas, Auburn

Quella che parte più in alto è quella con il National Player of the Year in carica, Oscar Tshiebwe. Il ritorno del congolese rende automaticamente Kentucky una contender, visto anche il livello di esperienza di molti membri della rotazione. Sahvir Wheeler è da due anni il miglior assist-man della D1, CJ Frederick sostituisce la quota-tiratore occupata da Grady lo scorso anno e i vari Jacob Toppin e Daimion Collins sono apparsi in forma smagliante nel recente tour dominato alle Bahamas dai Wildcats.

Sulla base di questa struttura, Calipari ha aggiunto diversi nomi nel reparto esterni: il più importante sembra essere il transfer da Illinois State Antonio Reeves, un ventellista di razza in grado di segnare in qualsiasi modo, specialmente da tre (alle Bahamas ha concluso con il 51%). Gli altri due sono i freshmen 5-stelle Cason Wallace e Chris Livingston: il primo sembra una rivisitazione di TyTy Washington, mentre il secondo è un 3&D dalle capacità atletiche incredibili. Segnatevi anche il nome di Adou Thiero, potrebbe fare capolino nelle rotazioni.

Calipari avrà una grande varietà di scelta, così come l’avrà Eric Musselman sulla panchina di Arkansas. Ben nove facce nuove in questa versione dei Razorbacks con il solo Davonte Davis a fare da trait d’union con lo scorso anno. La classe di reclutamento caricata sul Muss Bus è la migliore della conference, anche più di quella di Kentucky. A detta di tutti il più forte è Nick Smith, guardia di 6’5 dalle braccia lunghissime e scorer spettacolare dalla meccanica elegante. Jordan Walsh invece è una sorta di Andre Iguodala per via del mix tra lunghezza (6’7 con 7’3 di wingspan), istinti difensivi, visione di gioco e assenza di tiro da tre, mentre Anthony Black è un vero e proprio playmaker di oltre due metri, molto magrolino e capace di di difendere un po’ dappertutto in difesa.

Vedendo anche gli arrivi dal portal, la strategia di Coach Musselman sembra essere chiara: versatilità e taglia. Nessuno dei nuovi arrivi è più basso dl 196 cm. Sotto canestro ci sarà la forza fisica dei gemelli Mitchell da Rhode Island e le qualità da rimbalzista di Jalen Graham da Arizona State, mentre si proverà a sviluppare il talento da Nba di Trevon Brazile da Missuori. Amalgamare il tutto sarà difficile, ma, dopo due Elite Eight consecutive, Arkansas ha spinto sull’acceleratore per tornare alle Final Four che mancano da 28 anni.

Auburn invece riparte con due egregi sostituti per rimpiazzare la coppia Smith-Kessler. Il compito è arduo per Traoré e Broome, specialmente se pensiamo alle possibili incognite sulla loro compatibilità. Due lunghi di oltre 210 cm, estremamente atletici e capace di formare una coppia difensiva devastante (Broome ha chiuso con 3.9 stoppate lo scorso anno) nella protezione del ferro senza però perdere di mobilità. Per il resto, la stagione dei Tigers passa sempre dal backcourt lunatico formato da KD Johnson, Zep Jasper e Wendell Green. Devono dimostrare un’altra tipo di lucidità nei momenti chiave se Auburn vuole aspirare a qualcosa di grande.

Tier 2 – Le contender: Tennessee, Alabama, Florida

Brutti, sporchi e cattivi, senza mai convincere davvero. Tennessee però rimane sempre lì, tra le grandi della SEC. Il backcourt formato da Zakai Zeigler, Santiago Vescovi e Josiah-Jordan James spicca per una rara capacità di condividere le responsabilità e approcciare al ruolo di creatore di gioco in maniera diversa. In più i Vols avranno dalla loro anche l’ala 5 stelle Julian Philips, un difensore dal grande impatto fisico e molto abile nel gioco senza palla in attacco. Coach Rick Barnes è sempre molto parco in quanto a rotazione, ma dietro questi rischia di esserci il nulla.

Alla quarta stagione a Tuscaloosa, Nate Oats non è ancora sceso dalle montagne russe e anche quest’anno la situazione per Alabama potrebbe la stessa: trovare un equilibrio in mezzo a tanti volti nuovi. Noah Gurley e Darius Miles gli unici punti di contatto di un roster ancora una volta rivoluzionato: dal portal sono arrivati due pezzi esperti come il playmaker Mark Sears da Ohio e il tiratore da St. Bonaventure Dom Welch, mentre i pezzi più pregiati sono i freshmen Brandon Miller e Jaden Bradley.

Il primo è un scorer di 208 cm con un gioco dal mid range piuttosto variegato, mentre Bradley è una pass-first guard con un gioco abbastanza tradizionale che potrebbe rivelarsi utilissima in una squadra schizofrenica che tende spesso a perdere la bussola. Chi potrebbe essere l’X Factor è Nimari Burnett, ex Texas Tech al ritorno dall’infortunio al crociato dello scorso anno. Occhio al centro Noah Clowney dato da tutti come possibile sorpresa.

Todd Golden cambia costa. Dal Pacifico all’Atlantico, da San Francisco a Florida. I Gators ripartono dalla solidità sotto il canestro di Colin Castleton, tornato per l’extra year. L’ex Michigan è uno dei lunghi più sottovalutati della nazione. Favoloso nel posizionamento, intelligente nel muoversi in campo e soprattutto può essere il fulcro dell’attacco dal post. In più trovano in Kyle Lofton e Will Richard un duo di mid major esperto, pronto ad aver un impatto immediato anche in SEC. Alex Fudge da LSU potrebbe essere una sorpresa, mentre Appleby, Jones e Lane costituiscono un core esperto ai ritmi della conference.

Tier 3 – Metà classifica: LSU, Texas A&M, South Carolina, Missouri

LSU è la storia dell’estate. Coach Matt McMahon ha tirato su un roster di buon livello nel giro di un mese partendo letteralmente da zero e i Tigers potrebbero essere la mina vagante della conference. Vedremo come sarà l’approccio degli ex Murray State Williams, Hill e Hannibal, che saranno la spina dorsale della squadra. Si aspetta l’esplosione a difensore di razza Mwani Wilkinson e il ritorno di Adam Miller dopo l’infortunio.

Buzz Williams deve ancora raccogliere i dividenti. Dopo il viaggio in finale del NIT, Texas A&M vuole consolidarsi in SEC e puntare al torneo. Il roster si poggia sul talento di Tyrece Radford e di Henry Coleman, ma gli arrivi di Julius Marble da Michigan State e Ethan Anderson da Arkansas potrebbero alleggerire il peso sulle loro spalle. Il 3&D da Wichita State Dexter Dennis potrebbe essere un altro pezzettino in grado di far fare agli Aggies lo sperato viaggio al torneo.

Dennis Gates ha ribaltato in pochi mesi Missouri. Fuori nove giocatori, dentro altrettanti in una versione rivoluzionata che vedrà solamente il top scorer Kobe Brown come punto di contatto. Il materiale c’è: Mohamed Diarra è un interessante pesca dagli JuCo, Isiaih Mosley è stato soffiato a Kansas mentre Honor e Gholston sono pronti all’uso.

Lamont Paris ci ha messo poco a farsi conoscere a South Carolina. L’arrivo del 5 stelle riclassificato GG Jackson regala almeno il beneficio del dubbio e un po’ di curiosità intorno ad una versione dei Gamecocks sennò alquanto depressa. Soffiato a North Carolina, Jackson è un 17enne dall’atletismo incredibile con un gioco da point forward tutto da plasmare. C’è da dire che negli ultimi anni in pochi sono riusciti ad imporsi come riclassificati.

Tier 4 – I bassifondi: Mississippi State, Vanderbilt, Georgia, Ole Miss

In sette anni a Mississippi State, un solo viaggio al torneo e al massimo un 4° posto per coach Ben Howland. Ecco quindi in arrivo Chris Jans da New Mexico State a guidare una squadra che sembra avere il potenziale per fare meglio: Shakeel Moore in cabina di regia e la coppia DJ Jeffries-Tolu Smith potrebbe essere difficile da arginare. I Bulldogs non hanno tradizione di grandi upset e in una conference così profonda il talento presente sembra comunque poco per imporsi.

Scotty Pippen Jr. era l’unica attrazione che rendeva interessante una squadra triste come Vanderbilt. Jerry Stackhouse in tre anni di lavoro è riuscito a creare poco o nulla in Tennessee e anche quest’anno non sembra avere abbastanza talento per trovare una soluzione vincente. Stackhouse è avvisato.

Georgia non sembra puntare molto sulla pallacanestro. Dopo la fallimentare scelta di Tom Crean, arriva un Mike White piuttosto spento negli ultimi tempi a Florida. Diversi giocatori inesplosi pescati dal portal come Jusuan Holt di Alabama o Abdur Rahim da Virginia, ma si prospetta una mesta stagione.

Uno scalpo all’anno Kermit Davis lo porta sempre a casa ma la sua Ole Miss non è mai riuscita a fare il salto di qualità. La squadra sarà affidato al play nano ex McDonald’s All-American Daeshaun Riffin che, con il transfer da Buffalo Josh Mballa, promette di creare una bella coppia.

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