Si è conclusa anche la March Madness femminile con la finale tra la grande favorita e una big che, dopo una stagione difficile, è riuscita comunque ad arrivare fino in fondo: South Carolina vs UConn, Paige Bueckers vs Aliyah Boston. Ad alzare il trofeo alla fine sono state le Gamecoks con una gara a senso unico grazie alla loro fantastica difesa. Ma, nonostante la sconfitta, è stato un gran ballo anche per le Huskies. Tra i tanti upset e le tante delusioni, l’edizione 2022 del torneo femminile è stata però anche quella dei record. Ecco tutto quello che è successo.
La resa dei conti
Il torneo è finito quindi con una finale tra due grandi nomi del college basket femminile ma South Carolina ha confermato di essere stata la squadra senza dubbio più forte dell’anno La vittoria del titolo è stato l’incoronamento di una stagione da numero uno assoluto per le Gamecoks: prime del ranking, prime della regular season nella SEC e prime del seed nel loro Region.
Solo due le sconfitte, la prima inspiegabile contro Missouri (70-69) e la secondo più scottante contro Kentucky (62-64) nella partita per il titolo di conference, ma per il resto la squadra di coach Dawn Staley ha dimostrato di meritarsi appieno il titolo e lo ha fatto superando UConn – che non aveva mai perso una finale del torneo nella sua storia – al termine di una partita dominata e chiusa 64-49.
Il tutto partendo dalla difesa, marchio di fabbrica della squadra. Basti pensare che il primo canestro di Paige Bueckers è arrivato dopo 11 minuti di gioco e che alla voce rimbalzi, il computo finale è stato di 49 a 24 (21 a 6 quelli offensivi) per le Gamecocks.
La redenzione di Boston
Merito soprattutto di Aliyah Boston. Anche se il suo potenziale offensivo è stato limitato a soli 11 punti dalla difesa delle Huskies, sotto canestro ha semplicemente dominato con 16 rimbalzi e 2 stoppate. Per la stella di South Carolina si è trattata della 30esima doppia doppia stagionale, una performance che ha di fatto cancellato il fatale errore sulla sirena nella semifinale dello scorso anno. Non è quindi un caso se abbia vinto il Naismith Player of the Year e sia stata nominata anche Most Outstanding Player delle Finals .
Ma con tutti gli occhi e le braccia intorno a Boston, ad approfittarne al massimo è stata Destanni Henderson. La senior ha infatti messo a referto il suo career high di 26 punti)proprio nella sua ultima partita al college. Dopo aver aperto le danze con una tripla dall’angolo, nei primi minuti ha dato via una serie di assist che hanno permesso a South Carolina di chiudere il primo quarto sul 22-8. In fase difensiva, inoltre, è stata lei a rendere la vita impossibile a Bueckers e a limitarne il gioco.
L’anno difficile di Paige
Pe la stella di UConn Paige Bueckers è stata una serata dolceamara. Davanti al suo pubblico (si giocava in Minnesota, lo stato che l’ha vista nascere) la sconfitta ha bruciato anche di più. In fondo, in tanti sognavano il suo trionfo ad appena un mese dal rientro dal terribile infortunio di dicembre.
La vittoria di UConn sarebbe stata inoltre una delle più avvincenti storie di caduta e rinascita di questa stagione. A dicembre, con Bueckers, Fudd e Williams fuori per vari infortuni, coach Geno Auriemma sembrava aver alzato bandiera bianca: le seconde linee non erano affidabili e non c’era modo di far funzionare la squadra. La “provocazione” ha però colto nel segno. Nel giro di qualche partita, Nelson-Ododa e Edward hanno preso in mano la situazione e UConn ha finito con il vincere, per il secondo anno consecutivo, la regular season e il torneo della Big East.
Al suo ritorno, Bueckers ha trovato una squadra più consapevole e completa di quella che aveva lasciato. La vittoria su North Carolina State nelle Sweet 16 dopo due supplementari (91-87) e quella su Stanford (63-58) in semifinale sarebbero state impensabili solo qualche mese fa.
Gli upset più eclatanti
Ma che March Madness sarebbe senza upset?
Il Torneo Femminile ne ha regalati davvero tanti. Come nel torneo maschiile, il più clamoroso ha avuto come protagonista Kentucky che ha perso contro Princeton. Nessuno poteva pensare che le Wildcats, dopo aver sconfitto South Carolina e vinto il torneo di conference, potessero uscire al primo turno. Rhyne Howard ha perso così per il secondo anno consecutivo la possibilità di vincere il Torneo prima di passare al professionismo. Ma l’uscita prematura non sembra aver intaccato le sue proiezioni del mock draft della WNBA, dove è data come prima o seconda scelta assoluta.
Stessa sorte è toccata a Nalyssa Smith. Baylor è infatti uscita a sorpresa al primo turno contro South Dakota. E dire che le Bears erano in “missione” dopo che lo scorso anno UConn le aveva eliminate in un match pieno di polemiche. Smith rimane comunque tra le giocatrici più ambite dalle franchigie WNBA.
Grande e inaspettato flop anche per Iowa, superata al buzzer beater da Craighton (62-64). Caitlin Clark ha così visto sfumare nuovamente la possibilità di aggiudicarsi il premio come Player of the Year dopo aver dominato la classifica nazionale in punti (27 di media) e assist (8).
Un torneo amaro per i colori italiani
A differenza dello scorso anno, l’edizione 2022 del Torneo non ha sorriso alle nostre ragazze. Le squadre di Lorela Cubaj (Georgia Tech), Elisa Pinzan (South Florida) e Lucia Decortes (UAlbany) sono infatti uscite tutte al primo turno.
UAlbany, dopo aver vinto il titolo della American East, non ha avuto scampo contro Louisville. Per Lucia Decortes, si è trattata comunque di una stagione più che positiva: migliore in squadra per stoppate (1.6) ha anche tirato con un ottimo 53.9% dal campo. Per la “regina delle stoppate” delle Great Danes ci sarà modo di rifarsi visto che ha intenzione di usare l’extra year.
Lorela Cubaj, in ottica draft, avrebbe sicuramente preferito avere più partite per mettersi in mostra, ma Kansas non ha lasciato scampo alle Yellow Jackets superandole nettamente per 77-58. Le 44 stoppate, i 356 rimbalzi e i 136 assist le dovrebbero garantire comunque la scelta al primo turno. La Defensive Player of the Year della ACC è davvero pronta al grande salto.
Elisa Pinzan e South Florida chiudono un po’ in sordina una stagione che le aveva viste lottare alla pari contro UConn a novembre. Non male comunque l’anno della giocatrice azzurra chiuso con 9.1 punti di media a partita e 165 assist.
Una nuova era del basket femminile
A rendere memorabile questa stagione, ci sono stati anche tanti record. Ad iniziare da quello delle presenze nelle arene e di audience televisiva. Le prime fasi a gironi sono state seguite da circa 216 mila spettatori, il match di Elite 8 tra UConn e NC State su ESPN è stato visto da due milioni di spettatori, la finale da circa cinque milioni. Vero è che già negli ultimi anni l’interesse verso il basket femminile ha visto una crescita costante, ma l’aver giocato per la prima volta con il brand “March Madness” ha sicuramente dato la svolta definitiva a questo processo.
Il record più significativo appartiene però a coach Dawn Staley: con la vittoria del titolo è diventata la prima allenatrice afroamericana ad aggiudicarsi il Torneo per due volte. Prima di lei, nella Division I nessuno ci era riuscito, né in campo maschile né in quello femminile