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La rivoluzione del tiro da tre punti

Tiro da tre Kris Jenkins guida
Autore: Paolo Mutarelli
Data: 2 Nov, 2019

Lo scorso 5 giugno, il comitato NCAA per le regole del college basketball maschile ha deciso di spostare la distanza della linea dei tre punti dal canestro dai 6.32 metri a 6.75 metri, allineandosi alla regola FIBA. Un cambiamento radicale, preso a dieci anni di distanza dall’ultimo spostamento del 2008, quando la linea passò da 6.02 a 6.32 metri. Ma come cambierà il college basketball con questa regola? Ecco alcune dichiarazioni raccolte fra scout e coach.

Esperimenti e ragioni 

La crescita esponenziale del tiro da tre nel basket moderno parte da lontano, dai Phoenix Suns di Mike D’Antoni, ed esplode con Stephen Curry e la Golden State Warriors di Steve Kerr. Il loro modo di giocare ha influenzato anche i coach del college basketball. Infatti, negli ultimi quattro anni, la percentuale media dei tentativi di triple in Division I è aumentato di un punto percentuale all’anno, passando da una media di 5.8 triple realizzate su 16.6 tentativi a 7.3 su 20.9 tentativi, con un sostanziale aumento dell’efficienza offensiva.

Stagione 3P% 3PA% OffRtg
2018-19 34.4% 38.7% 103.2
2017-18 35.1% 37.5% 104.2
2016-17 35.0% 36.4% 103.7
2015-16 34.7% 35.4% 103.3
2014-15 34.4% 32.9% 102.1
2013-14 33.9% 33.0% 104.5
2012-13 34.3% 32.9% 100.6

In questo senso, sembrerebbe che la nuova regola NCAA sia stata varata per cercare di andare incontro alle nuove tendenze stilistiche del gioco, ma non è affatto così. Tra le motivazioni, c’è quella di rallentare il trend dei tre punti diventata troppo prevalente nel gioco, rendendo il tiro leggermente più difficile, pur mantenendolo come una parte fondamentale del gioco”.

Ted Boyle, coach di Colorado e membro del comitato, ha parlato di meno triple, di abbassamento di percentuali e di un ritorno di giocate in post basso e di penetrazioni a canestro per via dello spazio maggiore. La NCAA si è dimostrata, per l’ennesima volta, un’organizzazione reazionaria che non è in grado di afferrare i nuovi concetti di gioco e cerca di ostacolarli.

La nuova linea da tre punti è stata già provata lo scorso anno, durante il NIT vinto da Texas. I tentativi a partita sono leggermente aumentati (23.1 rispetto ai 22.8 della regular season), mentre le percentuali sono scese dal 35% al 33%. Shaka Smart, coach di Texas, ha parlato proprio di questo al termine del NIT: “Gli allenatori del college sono davvero conservativi quando devono adattarsi alle regole nuove, ma questa nuova linea dovrebbe essere un vantaggio per le squadre di tiratori perché avranno migliori spaziature”. 

Se gli analisti della NCAA hanno preventivato un abbassamento dello 0.7% (dal 34.4% al 33.7%)Dribble Handoff è andata più nello specifico. Esaminando i tiri da tre presi durante la scorsa stagione, tra i 21 piedi (6.4 metri) e i 26 piedi (7.9 metri), si nota che la differenza è più ampia, in negativo (1.2%). Inoltre, se la stima della Ncaa si rivelasse corretta, ovvero si tirasse con il 33.7%, l’expected point value passerebbe da 1.04 allo 1.01.

Tabella di Dribble Handoff

Scout e allenatori si dividono

Dal lavoro fatto da Dribble Handoff sembra che questa grande diminuzione in termini di triple e percentuali non ci sarà. I coach, comunque, hanno preso diversi correttivi. Nate Oats, neo coach di Alabama, ha esasperato il concetto, facendo allenare i suoi ragazzi a tirare da oltre 8-9 metri. Il cambiamento ha fatto risorgere in Bill Self la possibilità di giocare con due lunghi: “Se sei capace di mettere pressione e costringere l’avversario a ricevere ancora più lontano, ora il blocco sulla palla si troverà ben al di là della linea dei tre punti”.

Altri come Jim Boheim e Pat Kelsey, allenatore di Winthrop, leader per triple segnate lo scorso anno (12.4), non sono stati per niente sorpresi. Il coach di Syracuse ha dichiarato a Marching to Madness che per lui non cambierà nulla, visto che tirare da lontano e da quella distanza era già un’abitudine nella sua squadra. Kelsey invece è stato ancora più estremo: “Raddoppieremo e tireremo di più. Non mi ha preoccupato neanche per un secondo. Il penetra e scarica rimane il miglior tiro ad alta percentuale”.

Anche il neo coach di Wofford, Jay McAuley, ha sposato la linea di Kelsey: “È il gioco che cambia, dalla NBA fino alle middle school. Tutti quanti cercano i tiratori. Ci saranno giocate in cui si attaccheranno dei close-out più lunghi ma, con la nostra capacità al tiro, la gente dovrà uscire di più per difendere. Quindi sarei sciocco a non avere delle modifiche in mente”. Invece, allenatori come Andy Enfield di USC e Lon Kruger di Oklahoma pensano che questo spostamento possa ridurre il numero di giocatori che tirano da tre punti, mentre Mike Brey di Notre Dame pensa che capiremo davvero chi è un buon tiratore oppure no.

David Jenkins Jr., ora a UNLV, è stato il giocatore con le migliori percentuali dall’arco fra quelli che hanno tentato più di 200 triple durante la scorsa stagione (45.7%).

Abbiamo contattato Luca Virgilio, assistant coach di Nebraska, per chiedergli se le percentuali dei giocatori diminuiranno e se si sta pensando di cambiare qualche concetto di base: “Probabilmente all’inizio le percentuali saranno leggermente più basse, ma non prevedo un calo drastico. Ci sarà un breve periodo di adattamento ma, statisticamente parlando, non prevedo un cambio cosi evidente nelle percentuali di tiro. Le spaziature offensive cambieranno leggermente. Non sarei sorpreso di vedere molte linee laterali calpestate negli angoli offensivi. Difensivamente si vedranno diverse scelte in base alle caratteristiche degli avversari. Credo che la scelta più comune sarà di proteggere l’area e rischiare qualcosa sui tiratori”.

In estate, abbiamo intercettato coach Dave Leitao di DePaul, che ha parlato di aggiustamenti, soprattutto da parte dei freshmen: “Penso che questo cambiamento sia giusto per il gioco, in generale. Le regole del basket dovrebbero essere universali, come in tutti gli altri sport, senza distinguere la NBA dal college o dall’Europa. Sarà una questione di aggiustamenti, specialmente per i freshmen, dato che arrivi dalle high school dove la linea è ancora più vicina. Ci vorrà un po’ di tempo per vederne i frutti”.

Infine, abbiamo sentito Lorenzo Neri, scout italiano, per capire cosa cambierà nella valutazione dei giocatori per scout NBA ed europei: “Fondamentalmente questa novità non fa che agevolare alcuni aspetti dello scouting del giocatore. Non solo per quanto riguarda il tiro ma anche in termini di scelta e uso degli spazi (in entrambi i lati del gioco) che tenderà ad essere molto più vicina alla pallacanestro internazionale rispetto a prima. Sarà inoltre molto interessante capire come i coach si adegueranno a queste nuove misure e come sfrutteranno (in attacco) o si adegueranno (in difesa) i maggiori spazi in campo”.

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