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Da Edwards a Mannion, i migliori freshman

Nico Mannion guida
Autore: Giulio Scopacasa
Data: 3 Nov, 2019

Nuova stagione, nuovi volti pronti a cambiare il panorama cestistico dell’Ncaa. Se l’anno scorso i riflettori erano puntati costantemente su Zion Williamson e RJ Barrett a Duke, quest’anno il talento è stato distribuito un po’ meglio, tra giocatori che scelgono di rimanere vicino a casa, Anthony Edwards e James Wiseman su tutti, e stelle alla ricerca di un palcoscenico importante, ad esempio Cole Anthony e Nico Mannion.

Anthony Edwards (G, Georgia)

Dopo essersi riclassificato con l’obiettivo di arrivare in NBA il prima possibile, Anthony Edwards ha scelto il college di casa, Georgia. Portare in alto il nome dei Bulldogs non sarà facile, ma la guardia ha le carte in regola per farlo. Il suo gioco offensivo non ha eguali tra giocatori così giovani. Sa segnare da tutte le posizioni del campo e, grazie al suo ball-handling dinamico, disorientare gli avversari finora è stato uno scherzo. Alcuni lo hanno paragonato a James Harden, ovviamente esagerando, ma per quanto riguarda stile di gioco, punti di forza e misurazioni fisiche, non ci sono dubbi che i due si somiglino molto.

Cole Anthony (PG, North Carolina)

Se Coby White ha lasciato da campione, Cole Anthony è il profilo adatto per rimpiazzarlo perchè il ragazzo è un giocatore pronto, fatto e finito per il college basketball. Incarna tutto un insieme di qualità tipiche di un playmaker moderno: velocità, atletismo e tecnica. La transizione da lui guidata è una delle armi principali di North Carolina, e potrà dare sfogo alle sue qualità principali. Il tiro e la visione di gioco di alto livello lo rendono uno dei prospetti migliori della nazione. A Chapel Hill sta per arrivare una stagione ricca di highlights e grandi numeri.

Cole Anthony

Cole Anthony a ‘lezione’ da coach Roy Williams

James Wiseman, (C, Memphis)

Il personaggio più intrigante dentro e fuori dal campo del college basketball giocherà a Memphis. James Wiseman potrebbe rivelarsi il crack di questa stagione: la sua combinazione di protezione del ferro, stazza, atletismo e talento lo ha portato al numero 1 del ranking nel recruiting di ESPN, e non solo. Giocatore che rientra nella categoria unicorno, in realtà sotto il ferro Wiseman si trova più a suo agio che fuori dall’area, ma durante l’anno non è da escludere la possibilità di vederlo dietro l’arco a tirare qualche bomba.

Niccolò Mannion (PG, Arizona)

L’orgoglio nazionale Nico Mannion è pronto alla sua prima stagione ad Arizona. Al netto del tifo patriottico, è indubbio che il nativo di Siena sia una point guard d’élite, offensivamente parlando. La sua completezza di gioco ha stupito tutti: è in grado di segnare in tanti modi, a partire dal pick&roll, arma principale che lo contraddistingue. Grazie alle ottime letture in questo fondamentale e al suo primo passo esplosivo che gli procura un vantaggio non indifferente a ogni azione, Mannion è letale appena entra in area. La difesa è ancora da migliorare, ma le basi per diventare un ottimo giocatore ci sono tutte. Al Nike Hoop Summit, Mannion ha dimostrato grandi doti di leadership, in un testa a testa veramente di qualità con Cole Anthony.

Vernon Carey Jr. (C, Duke)

Figlio di un offensive tackle dei Miami Dolphins, in NFL, Vernon Carey Jr. ha ereditato l’atletismo del padre. Su entrambi i lati del campo è una forza della natura che si classifica sopra la media in qualunque attributo fisico. Al ferro è un finalizzatore incredibile, nonostante non abbia una tecnica sopraffina. Anche nella propria metà campo è in grado di fare la differenza. La paura è che, fidandosi troppo dei propri mezzi atletici per la stoppata in recupero, si adagi sugli allori senza massimizzare il suo potenziale. Imparando a fare le giuste letture, potrebbe diventare un vero e proprio muro difensivo per Duke.

Isaiah Stewart (PF/C, Washington)

Se in questa lista esiste qualcuno pronto a segnare in ogni singola azione, quello è Isaiah Stewart. Assolutamente devastante in post basso, è un mismatch fisico naturale con qualunque difensore gli si possa accoppiare in NCAA. Lo vedremo spesso dentro l’area a giocare duro, lottare e sfruttare la sua indole competitiva. Insieme a Jaden McDaniels andrà a formare un dynamic duo davvero intrigante. Washington, grazie alla sua nuova stella, potrebbe essere la sorpresa dell’anno.

Isaiah Stewart Washington Roma

Tyrese Maxey (PG, Kentucky)

John Calipari ha fatto capire che nel quintetto di Kentucky ci saranno tre guardie. Insieme ad Ashton Hagans e Immanuel Quickley, partirà dall’inizio, almeno nelle prime uscite, Tyrese Maxey. In rapporto alla sua età, uno dei giocatori più solidi dell’intera classe di recruiting. La sua caratteristica principale è la difesa di primo livello, sia sul perimetro, che nella gestione dei cambi, ma è anche uno scorer naturale. Interessante è il fatto che in attacco è un giocatore che perde pochissimi palloni, dato da non sottovalutare per un freshman. I circus shot sono di casa per Maxey e a Kentucky ci sarà da divertirsi con questo talento.

Scottie Lewis (SF, Florida)

Bryan Antoine, freshman a Villanova si è espresso così su Scottie Lewis: “Gioca al 110% ogni possesso, attacco e difesa, lo vorresti sempre con te”. È vero, forse troppo vero. Lewis non molla un centimetro sul campo. È uno scherzo della natura, salta senza fare fatica e la sua rapidità laterale negli scivolamenti è degna di un videogioco. Il definitivo salto di qualità a Florida potrebbe farlo trovando il giusto equilibrio tra gli sprazzi di insensato atletismo in mezzo alle sue partite e una gestione della palla e dei tempi di gioco più responsabile.

Josh Green (SG, Arizona)

Il compagno di Mannion ad Arizona non sarà il più forte giocatore della classe, ma è sicuramente uno dei più interessanti. Versatile come pochi, è in grado di fare quasi tutto il necessario su un campo da basket. Dotato di una forza naturale dovuta alla sua predisposizione fisica, Josh Green è una guardia completa, in grado di segnare e servire assist ai compagni, ma anche di difendere forte sul perimetro. Tra i suoi punti deboli ci sono le difficoltà di palleggio, sia per quanto riguarda la creatività che per l’uso della mano debole, la sinistra. Migliorando in questi aspetti, l’australiano potrà diventare veramente pericoloso in entrambe le metà campo.

Matthew Hurt (F, Duke)

In uscita da John Marshall HS, Hurt si affaccia al panorama del college come Minnesota Mr. Basketball. 36.8  punti e 12.4 rimbalzi di media nell’anno da senior sono numeri impressionanti. A Duke cambierà tutto, a partire dalle responsabilità. Non sarà più un one man show, ma sarà importante entrare bene nel sistema dei Blue Devils. Al momento, Hurt è una macchina offensiva, inarrestabile quando si tratta di mettere la palla nel canestro. Tiro da fuori, penetrazione, pick&roll, se si parla di quella metà campo, all’ala non manca proprio nulla.

Matthew Hurt

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