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Il colpo di RJ Barrett e la sfortuna di MSU

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 19 Feb, 2019

Chi sale

RJ Barrett (Duke).  Art Heyman (1963), Gene Banks (1978), Sheldon Williams (2006) sono gli unici ad aver realizzato una tripla doppia con la maglia di Duke assieme al canadese che, contro NC State, ha chiuso con 23 punti, 11 rimbalzi e 10 assist (e zero palle perse). E i Blue Devils sono tornati alla numero 1.

Chris Clemons (Campbell). In settimana ha scavalcato Danny Manning e Oscar Robertson in un sol colpo nella classifica dei migliori marcatori di sempre in D-I e poi è entrato nel club dei giocatori con almeno 3.000 punti in carriera. Pete Maravich (3.667 punti) è inarrivabile ma Clemons, ora al 9° posto, ha ottime chance di finire fra i migliori cinque.

Bryce Aiken (Harvard). Il talento dei Crimson è tornato in campo a fine gennaio dopo un lunghissimo infortunio e nelle ultime due settimane ha fatto vedere i sorci verdi a tutti: 31.5 punti di media, 54.2% dal campo, 50% da tre, 84.6% ai liberi nelle ultime 4 partite, segnando da solo il 40.4% dei punti prodotti dalla squadra. Si salvi chi può.

Davide Moretti (Texas Tech). La sua continuità è una delle chiavi del successo dei Red Raiders. Da inizio gennaio è andato in doppia cifra per 12 volte su 14 e in una sola occasione ha avuto una giornata al di sotto del 40% dalla linea dei tre punti (3/8 in casa di Kansas), collezionando anche un 40/45 ai liberi nello stesso arco di partite.

PJ Washington (Kentucky). Ha segnato almeno 20 punti nelle ultime 4 partite e in 7 delle ultime 8. In silenzio, piano piano, è diventato il giocatore di riferimento dei Wildcats. Il dato più impressionante è che il lungo di UK è anche il secondo miglior tiratore da 3 della conference.

LJ Figueroa (St John’s). Nell’intervista a BasketballNcaa Luca Virgilio ci aveva detto che il giocatore più sottovalutato della squadra era proprio Figueroa. Il sophomore ha spesso alti e bassi, ma è stato senza dubbio l’eroe della vittoria contro Villanova con 22 punti e 12 rimbalzi.

Lamar Stevens (Penn State). Il fatto che giochi per i Nittany Lions toglie molti riflettori a questa mezza-guardia-mezzo lungo che in realtà è uno dei migliori ciocatori della Big Ten, terzo per % reale dal campo, ma anche nella top ten dei rimbalzisti difensivi. Decisivo il suo contributo nella vittoria contro Michigan.

Bennie Boatwright (USC). Imbrigliato nella stagione con più ombre che luci di USC, il talento californiano fa fatica a emergere. Però parliamo di un 6-10 con istinti per il basket mostruosi. Nella vittoria in settimana contro California (l’ultima della classe, va detto) Boatwright ha messo a segno 36 punti con 10/13 dall’arco. Toc toc Nba.

Big12. C’è lotta vera quest’anno e, a 5 gare dalla fine, sono ben 4 le squadre che possono vincere la regular season che da 14 anni filati finisce nelle mani di Kansas. Proprio le prossime due partite dei Jayhawks, sul campo di Texas Tech e in casa contro Kansas State, diranno se è arrivata l’ora di passare lo scettro a qualcun altro.

Cameron Young (Quinnipiac). Con 55 punti (in 54 minuti) ha fatto segnare la miglior prestazione dell’anno (la terza migliore negli ultimi venti in Division I) e il record all-time nella MAAC con 9/13 da 3 e 10 rimbalzi. E’ un senior, tenere buono il suo nome per l’Europa.

Chi scende

Northwestern. È reduce da sei sconfitte consecutive e cinque di queste sono arrivate segnando fra i 46 e i 56 punti. I Wildcats sono al 183/o posto in Division I per Adjusted Offense: nessuno peggio di loro fra le squadre delle sei grandi conference.

Tennessee. Si può perdere sul campo di Kentucky, per carità, ma non senza reagire. Passivi come non mai i Vols nel secondo tempo in cui sono stati dominati. Visto il talento a disposizione, Rick Barnes deve ritrovare subito fame e cattiveria agonistica. Senza, non vanno molto lontani.

Chris Beard (Texas Tech). Premessa necessaria: è un allenatore straordinario e anche una gran persona fuori dal campo. Nel finale della partita con Baylor però è impazzito di rabbia perché due suoi walk-on si sono dilettati in un alley-oop anziché far morire il cronometro. Sono ragazzi che non vedono mai il campo: non è un delitto lasciarli divertirsi. Calma coach, va tutto bene!

Matthew McConaughey. Per l’amor del cielo, qualcuno può spiegarci perché il signor True Detective continua a volteggiare intorno alla panchina di Texas e a ficcare il naso durante i timeout dei Longhorns senza che nessuno abbia nulla da ridire? Stay in yo lane, Matty!

Michigan State. Dopo l’infortunio di Joshua Langford (fuori per tutta la stagione), adesso la squadra deve affrontare anche quello di Nick Ward (infortunio alla mano) e ora Tom Izzo non sa se e quando il suo lungo titolare tornerà in campo.

Tulane. Solo 4 vittorie in tutta la stagione, nessuna in conference. Sono riusciti a perdere anche contro East Carolina, squadra che riaffronteranno in casa il 23 febbraio. Al momento i Green Wave sono una delle peggiori squadre della nazione, l’unica loro speranza è che sono anche una delle più giovani.

Indiana. 1-11 il record nell’ultimo mese e mezzo, spazzati via anche sul campo di Minnesota, avessi detto una big della Big Ten. Archie Miller non ne viene più a capo e sta sprecando l’unica stagione di Romeo Langford al college. Che, a questo punto, finirà prima della March Madness.

Alabama. Classica squadra on the bubble, i Crimson Tide sembra stiano facendo di tutto per non andare alla March Madness. E sì che di talento ne hanno, visto che hanno battuto Kentucky e perso solo di 3 con Tennessee. Ma prenderne 18 in casa dalla Florida di questa stagione non è un proprio un gran segnale.

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