Home 9 Focus 9 I 30 nomi da Draft dopo la March Madness

I 30 nomi da Draft dopo la March Madness

Autore: Andrea Mauri
Data: 16 Apr, 2019

Prima della March Madness 2019 vi abbiamo proposto trenta nomi da seguire con attenzione durante il torneo, quelli con più probabilità di finire in NBA e scelti tramite il BPA, “best player avalaible”, sempre più in voga tra le franchigie professionistiche.

Ora è tempo di tirare le somme e andare a guardare come si sono comportati durante le tre settimane più pazze dell’anno.

Nb: le statistiche presenti sotto ogni giocatore sono relative esclusivamente alle partite disputate durante la March Madness.

30. Cam Johnson (North Carolina)

G/SF – 23 anni (senior) – 206 cm 95 kg – 16.3 pts, 5 reb, 3.6 ast, 38.6% 3PT

L’ultimo anno è quello buono. Il senior di UNC ha fatto un ulteriore step nel suo modo di giocare anche grazie all’operazione all’anca subita in estate che gli ha finalmente permesso di rendere al 100% delle sue capacità. Il Torneo ha confermato quanto fatto vedere durante la stagione regolare in termini di punti e rimbalzi, ma la mano ha iniziato a tremare quando si trattava di metterla dall’arco. Il 38.6% di media della Madness è molto inferiore a quello visto in stagione e il passaggio a vuoto contro Auburn pesa parecchio.

29. Miye Oni (Yale)

G/SF – 21 anni (junior) – 198 cm 95 kg –– 5 pts, 5 reb, 4 ast

Vuoi per la pressione, vuoi per l’incrocio con un avversario fuori portata che lo ha marcato e limitato per tutta il match, ma il Player of the Year della Ivy League ha decisamente deluso le attese. Nell’unica partita giocata, quella contro LSU, Oni è stato disastroso chiudendo con un 2-16 dal campo e 1-10 da tre, ma quantomeno ha riconosciuto la serata negativa provando a mettere in ritmo i compagni.

28. Ignas Brazdeikis (Michigan)

SF/G – 20 anni (freshman) – 201 cm 97 kg – 12 pts, 7.6 reb, 8.3% 3PT

Il titolo di Freshman of the Year della Big Ten ha certificato la sua grande stagione e lo ha caricato ancor più di attese, ma al Torneo abbiamo visto un giocatore diverso. Il lituano cresciuto in Canada ha sofferto molto dall’arco mettendo assieme due passaggi a vuoto contro Montana (0-3) e Texas Tech (0-5) compensando però dalla lunetta. Le quotazioni in vista del Draft restano stabili, dovrebbe essere scelto tra la metà e la fine del secondo giro grazie alle sue abilità offensive che gli permettono di poter segnare in tanti modi differenti.

27. Dedrick Lawson (Kansas)

PF/C – 21 anni (rs junior) – 206 cm 104 kg – 25 pts, 10.5 reb, 51.6% FG

I Jayhawks hanno abbandonato il Torneo molto presto, ma non certo a causa del suo lungo. Nelle due partite giocate contro Northeastern ed Auburn, Lawson è stato il top scorer con 25 punti firmando entrambe le volte una doppia-doppia (la 21esima e la 22esima di stagione) a dimostrazione di quanto sia solido e costante nelle sue prestazioni. Senza Uzubuike, anche alla Madness ha giocato per gran parte da centro mostrandosi abile nella difesa del tabellone e rapido nei cambi difensivi.

 

26. Luguentz Dort (Arizona State)

PG/SG – 19 anni (freshman) – 193 cm 97 kg – 12 pts, 3 reb, 2 ast

La potente guardia di Arizona ha avuto solo una partita a disposizione per mettersi in mostra e lo ha fatto. Dort era uno dei principali candidati di ASU per essere un one-and-done e ha tenuto fede alle premesse, anche se la sensazione è che non sia ancora del tutto pronto per avere un impatto al piano di sopra soprattutto per la scarsa efficienza al tiro, una costante che lo ha accompagnato per tutta la stagione e che si è vista anche con Buffalo (30%FG).

25. Jaylen Nowell (Washington)

SG – 19 anni (sophomore) – 193 cm 91 kg – 15.5 pts, 4.5 reb, 3 ast

Due prestazioni positive contro USU e UNC hanno confermato la bontà della scelta di dichiararsi al prossimo NBA Draft di Nowell. Il sophomore si è ritagliato il suo spazio in una squadra dove l’uomo faro era Thybulle facendosi trovare sempre pronto quando chiamato in causa e dimostrando molta freddezza. Contro UNC si è preso molti tiri subentrando proprio al compagno più blasonato e dimostrando che può anche guidare una squadra.

24. Ashton Hagans (Kentucky)

PG – 19 anni (freshman) – 191 cm 87 kg – 7.5 pts, 3 ast

Il freshman non ha vissuto una prima stagione da sogno e la decisione di rimanere per il suo anno da sophomore è decisamente quella giusta. Come per tutta l’annata, anche la sua Madness non è stata scintillante fornendo prestazioni a fasi alterne sia parlando di scoring, sia di assist, ma fornendo sempre la sua ottima presenza in difesa come testimonia anche il premio di Sec Defensive Player of the Year. Il 19enne sarà una delle punte della nuova Kentucky, ma dovrà lavorare molto sulle sue doti di tiro.

23. Matisse Thybulle (Washington)

SG/SF – 22 anni (senior) – 196 cm 88 kg – 6 pts, 2.5 reb, 3 ast

Madness in chiaro scuro per la stella degli Huskies che era atteso alla prova del nove dopo la grande stagione disputata. Le sue doti difensive hanno un po’ traballato contro North Carolina, come del resto anche la produzione offensiva, ma il match contro Utah State è stata la dimostrazione definitiva delle sue capacità: 5 rubate, 3 stoppate e 3 rimbalzi difensivi. Le sue mani veloci possono fare la differenza anche in NBA e se dovesse tornare al 40.5% 3FG di due stagioni fa potrebbe davvero essere uno dei migliori 3&D in prospettiva.

22. Naz Reid (LSU)

PF – 19 anni (freshman) – 208 cm 111 kg – 12.3 pts, 7.6 reb, 11.1% 3FG

Durante la stagione regolare si è messo in mostra per essere un lungo atipico, ma durante la Madness ha completamente perso il suo tiro da tre: zero contro Maryland e Michigan, 1/3 contro Yale. L’altro lato della medaglia è la cattiveria vista sotto il ferro, quella che è mancata per buona parte della sua stagione e che sembra aver trovato, sfiorando la doppia-doppia contro MSU e mettendola a segno contro i Bulldogs della Ivy League.

21. Tyler Herro (Kentucky)

PF – 19 anni (freshman) – 208 cm 111 kg – 12.2 pts, 39.4 FG%, 17.9 3PT%

La sorpresa dei Wildcats ha sofferto il palcoscenico del Torneo fornendo prestazioni altalenanti e steccando contro Wofford ed Auburn chiudendo rispettivamente con 2/11 e 3/11 dal campo come aveva fatto solo contro Tennessee prima. Si è fatto valere eccome in difesa, fermando due grandi attaccanti come Fletcher Magee e Corey Davis, ha mostrato la consueta freddezza ai liberi e confermato la sua presenza a rimbalzo chiudendo con 5.6 di media nonostante il suo fisico. In più ha segnato questa tripla fondamentale per battere Houston.

 

20. Jordan Nwora (Louisville)

SG/SF – 20 anni (sophomore) – 203 cm 98 kg – 10 pts, 11 reb, 50% 3FG

Un tiratore in corpo di un’ala. Il nigeriano è cresciuto a dismisura nella sua seconda stagione tra i Cardinals ed anche nell’unica partita disputata nel Torneo ha fatto vedere di cosa è capace, mettendo assieme una doppia-doppia da 10 punti e 11 rimbalzi. Ovviamente salta all’occhio la buona prestazione da oltre l’arco, che in fondo è anche ciò che lo rende particolarmente interessante per chi sta al piano di sopra.

19. Admiral Schofield (Tennessee)

SG/SF – 22 anni (senior) – 197 cm 109 kg – 19.6 pts, 6 reb, 47.6% 3FG

Il leader dei Volunteers si è confermato alla grande durante le tre partite giocate dimostrando di poter fare strada anche in NBA. La percentuale da tre tenuta contro Iowa, Purdue e Colgate è quasi irreale per un giocatore della sua taglia, capace di avere un ottimo score da fuori e di dominare all’interno dell’area. Contro Purdue è stato l’ultimo ad arrendersi nell’overtime e la schiacciata finale è un ottimo, anche se triste, commiato da Tennessee.

18. Charles Matthews (Michigan)

G/SF – 23 anni (senior) – 198 cm 92 kg – 14.3 pts, 7 reb, 1.3 ast

Il primo impatto con la sua quarta March Madness è stato decisamente devastante: 22+10 contro Montana con il 66.7% dal campo e l’83.3% dai liberi. Ma come accaduto molto spesso in stagione, il match successivo contro Florida è stato l’opposto. E’ un’ottima guarda tiratrice, ma gli manca ancora la continuità necessaria per incidere e tutti ci aspettavamo che al Torneo riuscisse quantomeno a trovarla. L’eliminazione dei Wolverines passa anche dalle sue mani fredde.

17. Ty Jerome (Virginia)

PG – 21 anni (junior) – 196 cm 88 kg – 16.5 pts, 5.1 reb, 6 ast, 1.5 stl

Non sarà lui l’uomo copertina del titolo dei Cavaliers, ma il junior è decisamente uno dei migliori passatori visti al torneo. Le sue abilità da assistman e le sue capacità di tiro sono risultate decisive nelle ultime tre partite ed il fatto che le performance siano salite di pari passo con l’importanza delle partite non può che piacere agli scout Nba. Il ragazzo ha carattere.

 

16. Grant Williams (Tennessee)

SF/PF – 20 anni (junior) – 200 cm 107 kg – 16.3 pts, 7 reb, 4 ast

Qualche passo indietro per il ventenne dei Volunteers che in stagione aveva raggiunto un’accettabile percentuale da tre punti, ma al torneo ne ha tentato solo due in tre partite (tutte contro Purdue) senza mai trovare la retina. Nonostante questo, però, è sempre riuscito a dare il suo contributo su entrambi i lati del campo. Ottima la prestazione da all-around contro Iowa chiusa anche con 3 stoppate e 4 palle rubate oltre ai 19 punti, 7 rimbalzi e 5 assist. Se questo è il suo apice come offerta di prestazione, sicuramente qualcuno al piano di sopra non se lo farà scappare.

15. Bruno Fernando (Maryland)

C – 20 anni (sophomore) – 208 cm 108 kg – 12 pts, 14 reb, 43.7% FG

Due partite per il centro angolano che hanno dato due riscontri differenti. Contro Belmont ha dominato in lungo e in largo, mentre contro LSU ha trovato maggiori difficoltà a trovare la via del canestro, mentre a difendere il suo ci è riuscito benissimo. Il suo fisico è una garanzia, difficile superarlo in maniera canonica, ma i movimenti offensivi fuori dal pitturato restano una grande incognita non risolta dalla Madness.

14. Coby White (North Carolina)

PG – 19 anni (freshman) – 196 cm 84 kg – 14 pts, 3.3 ast, 1.6 stl

La sorpresa di UNC ha un po’ deluso le attese durante la sua permanenza al Grande Ballo. Le prestazioni contro Iona e Auburn sono forse le due più negative della seconda parte di stagione e soprattutto contro i Tigers è tornato a forzare tiri impossibili incaponendosi fin troppo. Questo è forse uno dei suoi più grandi difetti, assieme alla gestione della palla che ha provocato 5 palle perse in tre partite e alla difesa, dove la lentezza di piedi e la piccola wingspan non lo aiuta di certo.

13. Tre Jones (Duke)

PG – 19 anni (freshman) – 188 cm 83 kg – 10.5 pts, 5.2 ast, 0.7 stl

Per il momento è l’unico giocatore con un probabile futuro in NBA a tornare a Duke per la sua stagione da sophomore.  Tre Jones ha continuato a fare ciò che ci si aspettava da lui nel Torneo: farsi trovare pronto nel momento del bisogno, ovvero contro Virginia Tech. Senza Reddish è diventato lui il giocatore di riferimento dall’arco chiudendo con un 5/7 che è valso la vittoria dei Blue Devils. Il prossimo anno potrà essere più centrale nel progetto di coach K e cresce ulteriormente.

 

12. PJ Washington (Kentucky)

PF – 20 anni (sophomore) – 203 cm 106 kg – 22 pts, 7.5 reb, 50% 3FG

La sua assenza nella prima partita della Madness si è sentita, ma Kentucky è riuscita a sopravanzare. Lui ci ha messo del suo nelle successive due partite e nonostante la sconfitta all’overtime contro Auburn esce rafforzato in ottica draft. Il suo miglioramento costante dall’arco è stato sorprendente e sia contro i Tigers, sia contro Houston non si è mai assentato in difesa dimostrando che anche la concentrazione durante la partita non è più un problema.

11. Brandon Clarke (Gonzaga)

PF – 22 anni (junior) – 203 cm 98 kg – 20.2 pts, 10 reb, 3.7 blk

Nelle quattro partite disputate ha mostrato tutto se stesso: grandissimo difensore, ottimo scorer, pessimo tiratore (una sola tripla tentata e mancata). Clarke si è imposto durante la stagione regolare e lo ha fatto anche nella post-season facendo anche meglio di Rui Hachimura. Lui è l’MVP degli Zags per quanto riguarda la Madness.

10. Nassir Little (North Carolina)

SF – 19 anni (freshman) – 198 cm 100 kg – 14.3 pts, 4.6 reb

L’orrenda prestazione offerta contro Auburn ha macchiato un Torneo che fino ad allora lo aveva visto brillare come mai prima in stagione continuando ad entrare dalla panchina. Contro Iona e Washington ha messo assieme dei numeri da scorer puro chiudendo rispettivamente con il 69.2% e 72.7% dal campo. Quelle due partite hanno mostrato a pieno le potenzialità dell’ala di Orange Park e probabilmente ha guadagnato anche qualche posizione nel prossimo Draft.

9. Nickeil Alexander-Walker (Virginia Tech)

SG – 20 anni (sophomore) – 196 cm 93 kg – 11.6 pts, 4 ast, 23.3% 3FG

È arrivato al Grande Ballo come uno dei migliori scorer della prossima classe Draft, ne esce un po’ malconcio. Il sophomore canadese ha faticato tanto a trovare il canestro da ogni parte del campo, ma ha compensato con una buona presenza in difesa sia a rimbalzo, sia facendo a andare le mani (2 rubate di media). Guardando il lato positivo, ha fatto capire che se non gira in attacco può comunque essere un fattore per la sua squadra.

8. Jarrett Culver (Texas Tech)

SG/SF – 20 anni (sophomore) – 198 cm 88 chili – 18.5 pts, 6.8 reb, 4.1 ast

Se i Red Raiders sono arrivati sino alla finale è anche merito suo, seppur le sue prestazioni offensive si possono dividere in due: quelle ottime della prima settimana e quelle molto meno precise della fase finale (24.6% FG). In stagione aveva fatto vedere di esaltarsi nei contesti più complicati, al Grande Ballo ha fatto l’opposto andando scemando verso il finale e chiudendo con un brutto 5/22 in finale. Il tiro da tre resta un problema, ma in difesa ha sempre fatto il suo strappando molti palloni agli avversari (1.8 di media).

7. Cam Reddish (Duke)

SG/SF – 19 anni (freshman) – 203 cm 99 kg – 11pts, 4 reb, 3 ast

Ancora una volta si è messo di mezzo un infortunio che gli ha fatto saltare le Sweet Sixteen, ma nelle tre partite giocate ha dimostrato ancora una volta di poter risultare decisivo dall’arco chiudendo il torneo con un ottimo 43% 3FG. Probabilmente il Torneo è stato dove Reddish è riuscito ad esprimersi al meglio, un motivo in più dato agli scout per sceglierlo in lottery.

6. De’Andre Hunter (Virginia)

SF – 21 anni (redshirt sophomore) – 15.8 pts, 5.3 reb, 1.1 ast

Ottimo difensore e ottimo scorer. La sua prestazione contro Texas Tech (27+9) è valsa il titolo a Virginia e a lui qualche posizione nel Draft, verosimile una chiamata tra le prime dieci del lotto. Lì si racchiude l’essenza di Hunter che sa essere letale in attacco, anche dall’arco, e in difesa come dimostra la difesa su Jarrett Culver.

5. Keldon Johnson (Kentucky)

SF – 19 anni (freshman) – 198 cm 95 kg –13.7 pts, 6.7 reb, 28.3% 3FG

La March Madness equivale alla fotografia della sua stagione: match da leader offensivo alternati ad altri da giocatore di medio livello. Ha trovato qualche difficoltà in più a colpire dall’arco abbassando le sue percentuali, ma ha dimostrato di poter essere un fattore anche a rimbalzo nonostante il fisico non sia dei più pronti per l’NBA.

4. Rui Hachimura (Gonzaga)

SF/PF – 21 anni (junior) – 203 cm 104 kg – 16.5 pts, 5.7 reb, 43.7% FG

I suoi movimenti sono migliorati lungo tutta la stagione, così come la varietà di colpi a disposizione per mettere a segno un canestro e fatta eccezione per la prova opaca contro Baylor, il giapponese è prontissimo a fare il salto tra i grandi dopo una stagione iniziata e chiusa da leader dei Bulldogs con pochissimi tentennamenti. Contro Florida e Texas Tech ha provato anche a colpire dall’arco (1 e 3 tentativi) senza però riuscirci, ma se dovesse migliorare in quel settore di campo diventerebbe un mix letale anche tra i grandi.

3. Ja Morant (Murray State)

PG – 19 anni (sophomore) – 191 cm 80 kg – 22.5 pts, 8 reb, 10 ast

Il suo personale show è durato solamente due partite, ma ha infiammato tutti gli appassionati e soprattutto gli scout. Diciassette punti, undici rimbalzi e sedici assist contro Marquette per timbrare l’upset e una tripla doppia storica, 28 contro FSU predicando nel deserto ma in entrambe le partite ha mostrato un tiro da tre mai visto fino ad allora concludendo la sua avventura alla Madness con un irreale 91.6% nelle due partite giocate. Quel dato non può aver lasciato impassibili gli scout e il sorpasso ai danni di Barrett potrebbe essere dietro l’angolo.

 

2. RJ Barrett (Duke)

SG – 18 anni (freshman) – 201 cm 92 kg – 20.2 pts, 8 reb, 6 ast

Se una squadra dell’NBA cerca un all-around fatto e finito Barrett è la sua risposta. Il canadese ha confermato le attese anche al Torneo e, a differenza di quanto accaduto in stagione, ha raramente forzato la mano in attacco e dimostrato di saper anche passare la palla in maniera eccelsa. Gli isolamenti sono diminuiti – e questo non può che essere un bene – ma può e deve migliorare nell’attenzione nelle gare tirate: le 12 perse messe assieme tra MSU e Virginia Tech gridano vendetta.

1. Zion Williamson (Duke)

SF/PF – 18 anni (freshman) – 198 cm 129 kg – 26 pts, 8.5 reb, 1.7 ast

Di Zhanos si è già detto tanto e principalmente si è detto tutto. Il Grande Ballo ha confermato quanto sia devastante su entrambi i lati del campo (nemmeno Tacko Fall è riuscito a fermarlo). Il suo atletismo è impressionante e gli permette di recuperare sugli avversari lanciati a canestro stoppandoli e di catturare rimbalzi in sequenza. Ha provato molte più triple rispetto a quanto fatto in stagione regolare ottenendo un ottimo 41.1% (7/17), segno che i miglioramenti dall’arco sono possibili e lo rendono ancor più interessante per il futuro.

Articoli correlati

Il talento (unico) di Ayton in attacco

Un lungo con il talento di Ayton non si vedeva da anni al college, un'analisi di tutto ciò che rende Leggi tutto

Maryland, fate largo ai nuovi freshmen

Bruno Fernando e Darryl Morsell sono la vera sorpresa dei Terrapins. Con la loro energia e i loro punti sono Leggi tutto

Collin Sexton, a fun guy to watch
Collin Sexton (Alabama)

Veloce, esplosivo, tecnico e anche sopra le righe. Ecco il freshman che ha riportato entusiasmo e divertimento ad Alabama come Leggi tutto

La due giorni di fuoco di Keenan Evans

Keenan Evans ha fatto fuoco e fiamme nelle ultime partite, dominando prima contro Boston College e poi contro Northwestern. Ecco Leggi tutto

Washington State: i migliori della Pac12 (per ora)

La vittoria del Wooden Legacy e un record di 6-0 rendono WSU la miglior squadra della Pac12. Corsa,triple e rimonte Leggi tutto