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Gonzaga e North Carolina in finale

Autore: Stefano Russillo
Data: 2 Apr, 2017

Gonzaga-South Carolina 77-73

I Bulldogs vincono faticosamente ma meritatamente un match molto fisico, fatto di strappi e parziali. Ecco i punti salienti della gara

  • Nigel Williams-Goss era il protagonista atteso di Gonzaga e ha risposto presente mettendo a referto 23 punti, confermando la sua diabolica capacità di segnare fuori equilibrio, nel traffico o subendo il contatto, anche se alcune palle perse sono state sanguinose. Sindarius Thornwell invece è stato il grande assente in attacco per i Gamecocks (15 punti ma con 4/12 al tiro), merito della difesa dei Bulldogs ma in parte anche suo. Il senior di SC è stato quello che emotivamente ha più “sofferto” la gara anche se si è confermato un difensore di altissimo livello.

 

  • La partita come detto è stata segnata dai parziali, quello alla fine del primo tempo dei Bulldogs, che sono andati al riposo in vantaggio di 9 punti grazie alle triple di Jordan Mathews, quello di 16-0 a metà della ripresa guidato da PJ Dozier (il migliore in campo per SC alla fine) che ha rimesso in partita i Gamecocks e quello subito successivo di 7-0 firmato Collins-Karnowski che ha permesso a Gonzaga di arrivare nei minuti finali gestendo un vantaggio, anche se non ampio.

 

  • Onore alla difesa e alla grinta dei ragazzi di coach Frank Martin che hanno retto a rimbalzo (“solo” 40-36 per Gonzaga) e giocato con agonismo senza mai mollare, riuscendo a impensierire una squadra sulla carta molto più forte. Hanno rischiato con la zona (spesso puniti da Gonzaga) ma limitato per quanto possibile Przemek Karnowski e mandato quasi sempre sulla mano debole (e in confusione) il lungo versatile Johnathan Williams.
  • La battaglia sotto canestro era uno dei fattori chiave della gara, ma alla fine il duello tra Chris Silva e Karnowski è finito in parità: 13 punti, 13 rimbalzi e 3 stoppate per il lungo titolare di South Carolina, 13 punti, 5 rimbalzi e 3 assist per il polacco di Gonzaga. Alla fine la vera differenza l’ha fatta un freshman dei Bulldogs, ovvero Zach Collins (14 punti, 13 rimbalzi e 6 stoppate), che è stato ben più incisivo dell’avversario (pur volitivo) Maik Kotsar.

 

  • E in effetti il capitolo freshmen ha avuto una sua importanza sulla gara: tanto Collins è stato fondamentale e decisivo per Gonzaga, tanto il play Rakym Felder è stato dannoso per South Carolina, pur rimanendo in campo in tutti i minuti decisivi del match (e gestendo male il possesso più importante della partita).
  • Il peggiore della gara non è stato però un freshman, bensì il sophomore di Gonzaga Josh Perkins: partita inguardabile per lui, chiusa con 5 falli (alcuni stupidi) e zero punti.
  • Nella preview del match avevamo sottolineato l’importanza del tiro da 3, soprattutto per Gonzaga, che ha chiuso con 9/19 dall’arco (47,4%), un dato che la trasforma in una corazzata praticamente imbattibile e che quindi rende ancora più encomiabile l’impresa di South Carolina, che l’ha portata a giocarsi la gara fino agli ultimi possessi.

Oregon-North Carolina (76-77)

Come avevamo anticipato nella nostra preview, la sfida tra Oregon e North Carolina è stata decisa dalla lotta sotto i tabelloni (17 rimbalzi offensivi, 19 punti da seconde opportunità e 32 in area per i Tar Heels) e dalle percentuali da tre dei Ducks (un misero 26,9%, 7/26). Non è bastata la “cazzimma” dei ragazzi di coach Dana Altman per centrare la finale in una partita dove, per la prima volta al Torneo, si è sentita davvero la mancanza sotto i tabelloni di Chris Boucher e l’handicap di una rotazione cortissima.

  • “Se non fosse stato per Kennedy Meeks non saremmo stati mai in partita”. Le parole di coach Roy Williams descrivono perfettamente la career night da 25 punti e 14 rimbalzi (8 dei quali offensivi) con la quale il senior ha trascinato i Tar Heels. Sin dalla palla a due Meeks è stato una spina nel fianco per la difesa dei Ducks, non sbagliando praticamente nulla (11/13 al tiro). Chi sono gli altri giocatori che in una semifinale nazionale hanno segnato almeno 25 punti con 10 rimbalzi e l’80% al tiro? Sam Perkins (1982), Magic Johnson (1979) e Larry Bird (1979).
  •  Il career high del senior sarebbe stato vano, però, senza il contributo dell’onnipresente Justin Jackson che con 22 punti e una serie di canestri (alcuni immaginifici) è stato il protagonista del parziale di 17-6 con il quale UNC ha chiuso in vantaggio il primo tempo (dopo aver toccato il -8) per poi con tre triple consolidare il vantaggio dei Tar Heels nella seconda frazione di gioco. 47 punti (17/26 al tiro) per il duo Meeks-Jackson, 30 punti con 8/42 per il resto di UNC.

 

  • Il vero Mvp della partita è stato, però, Theo Pinson che ha chiuso con 8 punti, 8 rimbalzi e 5 assist, mettendo la propria firma su ogni giocata dei suoi, non solo in attacco.Il numero 1 è stato, infatti, soprattutto protagonista di una difesa straordinaria su Dillon Brooks. Coach Williams ha messo lui e Jackson a marcare il duo Brooks-Dorsey. Il risultato? 5/22 combinato al tiro per le due bocche di fuoco di Oregon.

 

  • E Jordan Bell? La sorpresa di questo Torneo in casa Oregon ha interpretato la parte di Davide contro la titanica frontline di UNC (Golia) uscendone comunque a testa alta con una prova da 13 punti, 16 rimbalzi e 4 stoppate.
  • Eppure North Carolina ha rischiato di buttare al vento una partita che l’ha vista in testa per tutto il secondo tempo. Come? Nell’ultimo minuto, quando Dorsey si è riscoperto “Mister Madness” e Keith Smith ha messo a segno il layup del -1 a 6 secondi dalla fine. Fallo sistematico su Meeks che sbaglia il libero, palla a Oregon? No, se in campo c’è “Pinson l’Mvp” con il tap-out che vale un mezzo buzzer beater. Liberi per Berry che conferma di essere in serata no (2/14 al tiro) con uno 0/2 dalla linea della carità che potrebbe dare ancora una chance di vittoria a Oregon, se solo North Carolina non fosse North Carolina: the best rebounding team in college basketball.

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