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Go Creighton, nel segno di McDermott

Ncaa basketball - Justin Patton - Creighton
Autore: Stefano Bei
Data: 11 Dic, 2016

Dopo il meraviglioso quadriennio di Doug McDermott, molti tifosi si erano quasi rassegnati a restare nei bassifondi della Big East per molti anni. Dal salto di categoria all’uscita di molti dei leader di quella squadra che perse contro Baylor al secondo turno del torneo Ncaa, tutto sembrava indicare la fine della favola di Creighton. Invece non è andata così.

Doug McDermott alla Senior Night

Coach Greg McDermott, consapevole che forse non sarebbe mai più arrivato a reclutare un giocatore da lottery Nba, ha puntato sul gruppo e sulla voglia di vincere dei suoi giocatori e ha potuto contare sui tifosi di Omaha, che non hanno mai abbandonato la squadra in questi (inaspettatamente pochi) anni di assestamento. Il risultato è che il Century Link Center è stabilmente fra i campi più caldi del college basketball e sfiora ormai da diverse stagioni il tutto esaurito a ogni partita casalinga dei Bluejays, e per tutto esaurito parliamo di cifre vicine ai 16.000 spettatori di media, appena sotto le grandi big come Kentucky, Syracuse, Louisville, North Carolina, Indiana e Kansas. Curiosità, fra questi 16.000 spesso capita di vedere anche il big della finanza Warren Buffet, che proprio a Omaha ha le sue origini.

Warren Buffet e Doug McDermott

La passione per la squadra da parte di tutta la comunità ha raggiunto livelli mai visti in precedenza e le nuove strutture di allenamento portano i nomi di Kyle Korver e Doug McDermott, con quest’ultimo che quando ancora stava giocando il suo anno da senior si era visto dedicare dall’università una piccola statua in bronzo. La scalata dei Bluejays deve tanto a Doug McDermott, ma non tutto. Suo padre Greg predilige un gioco veloce e ragionato. Sembra un ossimoro, ma non lo è.

Abituato nella Missouri Valley Conference a non avere centri in grado di sviluppare costantemente un gioco offensivo vicino a canestro, McDermott ha plasmato una squadra che potesse esprimersi anche senza un vero lungo da mettere sotto i tabelloni. Le differenze di gioco nel passaggio dalla MVC alla Big East non sono state ingestibili e infatti la squadra ha ben figurato anche dopo il salto di livello.

Il gioco dei Bluejays si è pian piano evoluto fino a diventare fortemente incentrato sulla circolazione di palla e il gioco perimetrale, con numerose guardie e tiratori le cui doti realizzative vengono esaltate da questo sistema. Questo durante gli anni ha fatto crescere l’interesse verso questo progetto cestistico che per molti aspetti sembra un piccolo sistema Golden State Warriors applicato alla Ncaa e il record che quest’anno li vede ancora imbattuti al momento indica che la strada è quella giusta.

Un lavoro di reclutamento certosino ha permesso a coach McDermott di scovare il centro (7 piedi) Justin Patton. Il ragazzo, nativo di Omaha, si sta ritagliano un ruolo sempre più importante in squadra. Grazie al suo fisico robusto e atletico con i suoi 13 punti e 6 rimbalzi di media si sta rivelando uno dei centri migliori della Big East e non solo. Patton è quel tipo di lungo che tutte le squadre vorrebbero avere, percentuale al tiro da Play Station (si avvicina all’80%) trasforma spesso in oro i palloni che i compagni riescono a recapitargli sotto canestro.

 

 

Nonostante abbiano nel roster uno dei centri in prospettiva più dominanti del college, il gioco di Creighton come detto si basa comunque molto sul tiro da 3 e sulla circolazione di palla (ricordate quel piccolo sistema GSW?). Da questo punto di vista Maurice Watson è uno dei migliori playmaker di tutta la Division I e non solo per i quasi 10 assist che distribuisce ogni sera. La sua visione di gioco, che negli anni passati aveva solo fatto intravedere, è finalmente giunta a un livello tale da permettere ai suoi compagni (come si conviene alle PG perfette) di migliorare le rispettive prestazioni quando sono in campo al suo fianco.

 

Watson è bravo a innescare i compagni sia coinvolgendoli sotto canestro sia, come vedete qui, sul perimetro.

 

Da Kansas State è arrivato invece Marcus Foster che dopo una stagione da redshirt sta guidando Creighton con ben 18 punti a sera. Certo, prendere il posto che fu di McDermott è missione impossibile, ma la sua percentuale dall’arco (40%) gli può dare una mano. Foster è un giocatore esplosivo e robusto che tende ad attaccare il canestro in ogni occasione, sopratutto in contropiede

 

Qui lo possiamo vedere servito ancora da Maurice Watson

 

Altro tassello importantissimo per il gioco dei Bluejays è il sophomore Khyri Thomas che in questa stagione è molto cercato dai compagni. Tutto questo coinvolgimento lo ha portato ad avere un ruolo sempre più importante all’interno della squadra che, forte anche del suo 50% nel tiro da 3 punti, lo vede come terzo marcatore della squadra con 13 punti di media. Dotato di una mano incredibile le sue percentuali sfiorano il 60% anche da 2, dato notevole per una gurdia.

 

Ancora una tripla

 

Attualmente Creighton è una delle 9 squadre ancora imbattute della Division I e la posizione nel ranking è in continua ascesa. Se dovessero continuare così, magari approfittando di qualche passo falso delle vecchie Big (come successo a Kentucky contro UCLA) arrivare ancora più in alto e battere il record della stagione 2013-2014 potrebbe essere solo una formalità.

 

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