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Wagner, un febbraio da All-American

Franz Wagner Michigan Rutgers
Autore: Riccardo De Angelis
Data: 4 Mar, 2021
Franz Wagner Michigan Rutgers

Franz Wagner contro Rutgers (Photo by Marc-Grégor Campredon/MGoBlog)

Sì, c’è da dire che stavolta il nostro tempismo è rivedibile: usciamo con questo articolo poco dopo che Michigan ha inaugurato marzo prendendo una randellata da Illinois, con un Franz Wagner ben al di sotto dei suoi standard abituali. Il tedesco però è stato eccezionale a febbraio e questo pezzo, come da abitudine con la nostra Euro Top 5, fa appunto riferimento a quel mese.

 

1. Franz Wagner

(5 gare) – 17.0 PTS – 4.4 REB – 2.6 AST – 1.2 STL

Se l’avevamo inserito fra i nostri All-American di metà stagione, un motivo ci sarà. Franz Wagner non è soltanto uno degli europei più forti della Ncaa – diciamo anche il più forte – o quello più interessante in ottica Nba (i mock draft ormai lo danno vicino alla lottery), ma proprio uno dei migliori giocatori in circolazione nel college basketball, quello maggiormente determinante in una Michigan con ambizioni di titolo nazionale. Cinque incontri disputati a febbraio e cinque vittorie di cui tre che portano ben impresso il suo marchio: contro Rutgers, Iowa e Indiana è stato chirurgico (151.3 di Adj. Efficiency fra quelle tre partite) e si è imposto senza sforzo. Sempre meglio da tre (9/18 nel mese, 36.5% in stagione) e sempre imprendibile in attacco al ferro, grazie alle sue letture e a capacità di coordinazione impressionanti per uno sui 206 cm d’altezza. Aggiungete una gran serie di passaggi illuminanti, un apporto difensivo come pochi eguali in D-I ed ecco servita la fonte principale che alimenta le ambizioni di UM.

 

2. Neemias Queta

(5 gare) – 23.6 PTS – 11.2 REB – 2.4 AST – 2.6 BLK

L’avete letta la statline qui sopra? Eh sì, fa abbastanza spavento. Eccone un’altra per voi: con 14.8 punti, 9.7 rimbalzi, 2.9 assist, 2.9 stoppate, 1.2 recuperi di media è l’unico giocatore a comparire in Top 10 in ognuna di queste voci statistiche fra gli oltre 300 europei che militano in D-I. Mai vista una roba del genere. Il centro di Utah State è il fulcro della squadra nelle due metà campo: il suo dominio nella MWC e i suoi progressi (sempre meglio intorno al canestro per varietà di soluzioni e il suo jumper dalla media, per quanto poco usato, non è mai apparso tanto pericoloso) non sono passati inosservati, il che dovrebbe farne almeno un draft sleeper a stagione conclusa. Prima però c’è da vincere un titolo di conference contro una concorrenza agguerrita e da strappare un biglietto per il Gran Ballo, cosa affatto scontata per gli Aggies.

 

3. Santi Aldama

(9 gare) – 21.3 PTS – 11.0 REB – 1.9 AST – 2.1 BLK

Loyola, quella di Baltimora, purtroppo non vince mai (4-10 in stagione) ed è pure sfigata (7 gare perse con scarto pari o inferiore ai 4 punti, di cui due dopo triplo supplementare), avendo ritrovato solo adesso il Robin (Cam Spencer) del suo Batman (Santi Aldama). Il campione spagnolo spesso ha predicato nel deserto, anche perché, in quanto a talento, sta una spanna sopra gli altri nell’intera Patriot League. Del resto, vi avevamo avvisati mesi fa: “potrebbe dominare tanto da mettere varia gente in serio imbarazzo”. E così è stato. I giocatori alti sui 210 cm che mettono palla a terra in quel modo si contano sulle dita di una mano nell’intero panorama Ncaa. A ciò Aldama aggiunge tiro dalla distanza, creazione dal palleggio per sé e per gli altri, buona protezione del ferro e controllo sicuro dei propri tabelloni (17° nazionale per DR%). Giocatore speciale, chiaramente da Nba.

 

4. Josh Mballa

(7 gare) – 16.3 PTS – 10.9 REB – 1.4 AST – 2.0 STL

Passano gli anni, cambiano gli allenatori, ma Buffalo conserva il suo solito spirito di squadra col coltello fra i denti e, anche per questo motivo, trova sempre il modo per rimanere in alto nella MAC. L’ex Texas Tech incarna bene i pilastri costitutivi dei Bulls e, giunto all’anno da junior, sta aggiungendo tasselli nuovi a un repertorio che si sta facendo via via più intrigante. Armadio di 201 cm per 100 kg, il francese è un difensore versatile sempre pronto a buttarsi sui palloni vaganti (primo per Stl% nella conference), domina sui tabelloni e in attacco fa vedere cose ottime quando mette palla a terra. Gli manca ancora il tiro, ma è positivo il fatto che adesso ci stia provando (3/16 da tre in stagione). A febbraio è stato implacabile e spesso è stato l’MVP della partita per una squadra in grandissima forma (7 vittorie nelle ultime 8).

 

5. R.J. Eytle-Rock

(5 gare) – 16.8 PTS – 6.8 REB – 2.6 AST

Se UMBC è riuscita a vincere il titolo di stagione regolare nell’America East, tanto merito va a lui e al suo febbraio da protagonista. Nella decisiva gara con Vermont è emerso con decisione (15 punti, 7 rimbalzi, 3 assist) ed efficienza (3/6 dal campo e 8/8 ai liberi), mostrando quelle doti di leadership che già erano osservabili l’anno scorso, da sophomore, quando alla squadra era mancato Darnell Rogers (un nostro beniamino mid-major). Inserito nel First Team della Am. East, l’inglese è una guardia tuttofare che può impattare la partita in modi diversi, giocando on oppure off the ball, dando una mano ai lunghi a rimbalzo o rivelandosi tiratore di striscia quando c’è da decidere una gara in bilico. Sembra fatto a posta per la March Madness.

 

Menzioni varie (in ordine alfabetico)

Mladen Armuš (Boise State) – I Broncos hanno concluso la regular season in maniera deludente, ma il serbo merita comunque applausi per il suo apporto, specie nella seconda partita vinta con Utah State, nella quale ha messo su una serie notevole di giocate clutch sui due lati del campo negli ultimi minuti. Grande rimbalzista, ottimo difensore, bravo lungo spalle a canestro e passatore sottovalutato: BSU può ancora puntare al Torneo Ncaa anche grazie all’anima operaia incarnata dall’ex East Tennessee State.

Andrej Jakimovski (Washington State) – Il record 7-12 nella Pac-12 di WSU non vi dirà granché, ma la squadra ha messo a segno colpi inaspettati a febbraio e promette bene per il futuro, infarcita com’è di underclassmen interessanti. Uno è Jakimovski che, in assenza della stella Isaac Bonton, è stato in grado di tirare fuori 18 assist in totale nelle gare vinte con Cal e Stanford. Non male, specie perché parliamo di un esterno dal fisico roccioso (203 cm, 98 kg) con importanti doti da scorer che potrebbero iniziare a germogliare nella prossima stagione.

Rienk Mast (Bradley) – Tra punizioni interne e malanni, i Braves hanno dovuto disputare l’ultima di stagione regolare con 6 scholarship player. E il lungo olandese ha preso in mano la situazione (18 punti, 8 rimbalzi, 3 assist) guidando i suoi a una vittoria a sorpresa su Drake. Fra le pochissime note liete di un’annata travagliata, Mast è stato uno dei migliori freshmen della Missouri Valley (10.1 punti e 6.5 rimbalzi nelle 18 gare di conference) e lo sviluppo del suo gioco interno-esterno potrebbe farne un’arma di primissimo piano negli anni a venire.

Seikou Sisoho Jawara (Weber State) – A proposito di protagonisti futuri, segnatevi Sigu: nei prossimi due anni ci farà divertire parecchio nella Big Sky. Non è una saetta, non è ultra atletico, ma ha uno stile tutto suo che lo distingue nettamente. Combo guard che comanda i ritmi di gioco a proprio piacimento, sguscia con intelligenza ed eleganza in area ed è capace di giornate ispiratissime dall’arco dei tre punti (41% in stagione), oltre a essere un’ottima pedina nella propria metà campo. A febbraio ha steccato una sola partita (comunque vinta), per il resto è stato encomiabile: 15.4 punti col 57.3% dal campo e 3.5 assist in 8 gare.

Jan Zídek (Pepperdine) – La continuità non è stata il suo forte ma a febbraio ha trovato più stabilità, tirando fuori prestazioni notevoli. Un po’ come Filip Rebrača anche lui è un figlio d’arte con uno stile di gioco differente rispetto a quello del padre. Il ceco è un lungo che gioca poco in post basso (ma è efficace quando lo fa) e che tira come un cecchino (non soltanto da piazzato): 44.7% da tre nel mese scorso. Con San Diego ha piazzato un folle 8/10 in un duello europeo divertentissimo con Yauhen Massalski: 26 punti e vittoria per lui, 30 per il bielorusso.

 

Leader statistici

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