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Dozier o Swanigan, tempo di career-high

Ncaa basketball - Caleb Swanigan - Purdue
Autore: Manuel Follis
Data: 27 Dic, 2016

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Quella intorno a Natale è stata una settimana con meno partite, ma non per questo meno interessante. Di sicuro i due argomenti che hanno catalizzato l’attenzione dei media sono stati il derby tra Louisville e Kentucky (vinto dai Cardinals) di cui vi abbiamo raccontato tutto, ma anche la sospensione per sgambetto di Grayson Allen e le sue lacrime (qui tutti i video).

La parte della stagione dedicata alle partite cosiddetta di non-conference a questo punto è terminata e siamo alla vigilia dell’inizio dei campionati di conference, dove le grandi squadre inizieranno a confrontarsi ogni settimana con avversarie di livello. Al momento restano sei squadre imbattute: Villanova, Baylor, Gonzaga, UCLA, Creighton e USC. Ecco tutto quello che è successo

 I soliti Cavaliers

The Streak Ends Here ovvero la solita dominante difesa di Virginia batte 56-52 i Golden Bears di Cuonzo Martin e interrompe la striscia di vittorie consecutive,27, al Pete Newell Court da parte di California. Partita fin da subito indirizzata sui binari voluti da coach Tony Bennett, ritmi soporiferi e poca transizione. In più Virginia ha aggiunto la solita dose di difesa asfissiante sul lato forte e attacco caratterizzato da blocchi e doppie uscite, rendendo così equilibrata la partita. Infatti la gara non ha vissuto grossi scossoni, tolto il parziale di 17-2 in favore Cavs che è servito a ribaltare la partita in un momento delicato. Fondamentali nel finale sono stati cinque punti di solco scavati prima da un gioco da tre punti di Isaiah Wilkins, unico canestro dal campo della partita, e il jumper di Mamadi Diakite. Per chiudere in bellezza Wilkins ha deciso anche di murare come un Mastrangelo dei tempi d’oro l’ultimo tentativo di Moore di riaprire la partita.


In una versione sempre più sbilanciata sugli esterni i migliori realizzatori di Virginia sono stati London Perrantes che, tolto lo sparacchiamento eccessivo da tre, è stato preciso al tiro e un Kyle Guy che ha giocato un ottimo secondo tempo.

Career-high numero 1

In assenza di Sindarius Thornwell (sospeso per non noti motivi disciplinari, ma che ormai sembra vicino al rientro) PJ Dozier si è caricato la squadra sulle spalle. E così da ottimo play passatore e gestore del pick and roll (che South Carolina utilizza spesso), il sophomore si è trasformato anche in realizzatore mettendo a segno il career-high contro Clemson: 26 punti, 8 rimbalzi, 5 assist, 2 stoppate e 4 recuperate. Più che altro è passato dal 23,3% da 3pt all’attuale 41% abbondante.

Le stimmate del giocatore Nba

Osservato speciale della difesa dei Gamegocks era Jaron Blossomgame, la guardia/ala di Clemson considerato all’inizio dell’anno un papabile player of the year. South Carolina ha effettivamente negato molte ricezioni alla star dei Tigers, che però resta giocatore dal fisico tagliato per i professionisti e che quindi è riuscito a rendersi utile in molti modi, in primis a rimbalzo (10 alla fine per lui) compreso un tap-in cruciale nel finale.

Career-high numero 2

Zitto zitto, Caleb Swanigan sta prendendo le misure della sua stagione da sophomore. Il centro di Purdue è stato fondamentale nella vittoria dei suoi Boilermakers in rimonta contro Notre Dame  (di cui vi abbiamo parlato la scorsa settimana), e da quel momento in poi non si è più fermato. Attualmente è il giocatore con più doppie-doppie stagionali (10). Di recente si è abbattuto come un ciclone contro i malcapitati lunghi di Norfolk State, facendo registrare il career-high 32 punti (10/12 da 2pt) conditi da 20 rimbalzi.

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USC-Wyoming l’antipasto di Natale

In una spettacolare partita pre-natalizia USC vince (94-92) grazie all’uno-contro-uno di Jordan McLaughin all’overtime contro una mai doma e sorprendente Wyoming, mentenedo la sua imbattibilità con il record 13-0, miglior partenza dal 1970-71. E dire che USC ha dovuto sudare per battere i Cowboys di coach Allen Edwards. La zona 2-3 messa in campo dai youngster di coach Enfield è stata battuta ripetutamente nel primo tempo dal duo Dalton-McManamen che ha bombardato di triple e messo in crisi ripetutamente i Trojans. In attacco, invece, USC si è salvata grazie a una buona percentuale di triple messe a segno e, come nel finale, facendo valere il maggiore talento negli uno-contro-uno, in special modo McLaughin e DeAntony Melton. Da sottolineare la prova di Jonah Mathews, 26 punti con 5/8 da tre.


USC esce un pochino ridimensionata, specialmente in difesa, da questa partita e mostra che il record è stato influenzato anche da una schedule che, tolte Texas A&M e SMU, non è stata stile ‘fatiche di Ercole’ come ad esempio quella di Baylor, come si evince dal luck rating di Kenpom.

 Valparaiso, niente panico

Passino le sconfitte contro Oregon e Kentucky, corazzate che potrebbero fare strada nel torneo Ncaa, ma la big L contro Santa Clara patita da Valparaiso in casa fa male, anche se arrivata dopo 2 overtime. Alec Peters resta sostanzialmente un marziano (se non lo prende la Nba, in Europa è destinato a dominare) e ha chiuso con 35 punti (12/28 dal campo) e 13 rimbalzi. Ma il backourt dei Crusaders manca di coesione difensiva. In caso contrario la Horizon League rischia di non essere la consueta passeggiata degli ultimi anni.

La peggior sconfitta di sempre

Non c’era l’italiano Federico Mussini (infortunato) ma la partita di St. John’s in casa di Syracuse rimarrà in ogni caso nella storia come la peggior sconfitta in casa nell’era di coach Jim Boeheim. I Red Storm hanno vinto 93-60, tirando oltre il 41% di squadra da 3 punti e sfruttando ogni defaillance (e ce ne sono state) dei padroni di casa.

Le peggiori sconfitte della storia di Syracuse

Va detto che la rivalità tra St. John’s e Syracuse è di vecchia data (entrambe appartenevano alla Big East Conference) e che il college newyorkese in passato era famoso proprio per gli attacchi contro la zona elaborati da coach Lou Carnesecca (hall of fame). Nell’ultimo match la squadra allenata da Chris Mullin ha spesso attaccato utilizzando al meglio un doppio post sulla lunetta (come si vede nel video). E adesso Syracuse deve fare i conti con una stagione in salita (ha vinto solo 3 delle ultime 8 gare).

 

Effetto Wiley

Da quando Auburn ha iniziato a schierare il freshman Austin Wiley (un lungo di 2,10) non ha mai perso. Passi la prima contro Mercer, ma le ultime due (in cui tra l’altro Wiley è partito in quintetto) erano gare tutt’altro che scontate conto Oklahoma e in casa di Connecticut. La presenza del giovane centro al momento sembra aver garantito un quid in più nelle rotazioni e più sicurezza alla squadra. In tutto questo va detto che Wiley finora ha giocato poco (ma il minutaggio sta aumentando) e senza strafare. Ci sono tutte le premesse perché possa lasciare il segno.

Ncaa basketball - Austin Wiley - Auburn

Austin Wiley – Auburn

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