Un’estate esaltante, due grandi star, una panchina lunga capitanata da un ottimo allenatore. Ma anche polemiche, infortuni e qualche problema di composizione del roster. L’inizio di stagione dei Clippers non è stato semplice come ci si poteva aspettare. Dopo un buon avvio, che ha visto la vittoria all’esordio sui Lakers e altre buone prestazioni, sono arrivati alcuni stop, oltre alla polemica sulla gestione di Leonard. Il record di 9-5, però, è influenzato dalla voce infortuni, con Paul George rientrato solo da tre partite (e il suo esordio lascia ben sperare).
E’ bello essere dei Clippers
Per i tifosi Clippers non è usuale dire questa frase. E’ vero che negli ultimi anni le cose sono migliorate, anche se non sono mancate delusioni tremende (tipo la rimonta subita contro i Rockets da +19 avanti 3 a 1 ad un passo dalla finale di Conference nel 2015). Ma è la prima volta che si trovano a sostenere una reale contender.
Fino ad oggi, però, non si sono ancora viste le reali potenzialità della squadra. L’infortunio di George è stato di certo un fattore. Nelle prime due partite in maglia Clippers ha siglato 70 punti combinati. Alla terza, contro Okc, ha segnato la tripla della vittoria confermando di essere uno dei migliori closer della Lega. Inoltre, il suo rientro è coinciso con l’assenza di Leonard per una botta al ginocchio. Come ha detto di recente Jerry West in un’intervista a The Vertical, la squadra è ancora in fase di training camp e solo più avanti si potrà capire il suo reale valore.
Tolti gli infortuni, restano i problemi di struttura del roster. La mancanza di una guardia capace di gestire il pallone e di armare Leonard e George si è già fatta sentire e lo farà ancora di più in post season. L’Mvp delle finals si è creato un tiro da fuori molto credibile ma ha bisogno di essere assistito in un certo modo per rendere al meglio (in stagione è al 28% contro il 38% in carriera). In generale la squadra non ha grandi passatori (è 23^ nella Lega per numero di assist).
Ci pensa Leonard, quando gioca
Se esisteva una pecca nel gioco di Leonard era la sua capacità di passare la palla. Oggi sembra aver acquisito anche questo fondamentale. L’ex Toronto viaggia a sei assist di media (2.5 in carriera) e nella sconfitta contro i Suns ha raggiunto per la prima volta la doppia cifra in carriera. Siamo abituati a vedere aggiungere ogni anno un tassello al repertorio del numero 2; da esperto difensivo ormai è diventato uno degli attaccanti più efficaci della lega e ora anche un abile passatore. E’ il leader incontrastato della franchigia, basti pensare che in tre delle cinque sconfitte dei Clippers era assente. E ai sei assist di media aggiunge 27 punti e 9 rimbalzi a partita.
Ma la stagione di Leonard non è stata costellata solo di giudizi positivi. Molte polemiche sono sorte in merito alla gestione dei suoi minuti, il cosiddetto “Load management” che da un paio di stagioni contraddistingue la carriera del numero 2. Coach Rivers è stato multato di 50 mila dollari in seguito all’assenza di Kawhi nella partita con i Bucks ma non per l’assenza in se, visto la stessa Lega aveva dichiarato che l’ex Spurs non era in grado di giocare. Piuttosto per le dichiarazioni di Rivers che aveva affermato come il giocatore fosse in condizioni ottime. Nonostante la multa, il tecnico e i Clippers hanno confermato che continueranno ad attuare questa gestione dei minuti della loro principale stella.
Austin Rivers asking for a technical foul on Doc Rivers is Freud playing out on the basketball court https://t.co/AuIrUBWhVv
— Yu (@YucciMane) November 14, 2019
La squadra è pronta per competere fino alle Finals anche se, come detto, non mancano problemi di roster. Per la gestione della palla una delle soluzioni potrebbe essere quella di coinvolgere maggiormente Geroge per iniziare l’azione, oppure agire in fase di trade entro febbraio. Bleacher report proponeva come suggestione la possibilità di arrivare a Kyle Lowry, anche se la strada per portarlo a Los Angeles appare in salita. Anche il ruolo di centro è leggermente scoperto e pure in questo caso potrebbero esserci novità dal mercato (il sogno sarebbe Steven Adams). Comunque, difficilmente il roster rimarrà lo stesso in vista dei playoff. L’occasione è troppo ghiotta per non presentarsi al completo.