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Big 12, la dinastia di Iowa State

Monte Morris (Iowa State)
Autore: Raffaele Fante
Data: 12 Mar, 2017

Per la terza volta in 4 anni, Iowa State vince il torneo della Big 12 al termine di 4 giorni pieni di sorprese. Non ci sono nè la numero 1 della nazione Kansas, nè Baylor in finale perchè entrambe sono state eliminate al primo turno da una sorprendente TCU e da un’ottima Kansas State, che ha fatto soffrire fino all’ultimo secondo anche West Virginia in semifinale. Vediamo cosa è successo allo Sprint Center di Kansas City.

La dinastia dei Cyclones

“Due anni fa abbiamo vinto lo stesso torneo ma la settimana dopo eravamo a pezzi dopo aver perso contro UAB”. Monte Morris è al suo ultimo anno di college e sa bene come vanno le cose, quindi poca festa e testa subito alla Big Dance. Resta il fatto che si è portato a casa di nuovo il titolo della conference, oltre a quello di MVP, perchè, mentre tutti gli altri hanno sudato e perso, Iowa State ha vinto tre partite senza soffrire troppo, dimostrando solidità e anche profondità, con un ottimo contributo della panchina. In finale contro West Virginia, ha iniziato lenta finendo sotto 8-16, poi l’attacco ha ripreso a funzionare e tanti saluti ai Mountaineers. L’unico momento di difficoltà è stato quando Bob Huggins dal mazzo delle sue difese ha tirato fuori una 1-3-1 ma, dopo un paio di azioni, Monte Morris ha preso le misure e l’ha battuta così

Onore comunque a West Virginia che perde la seconda finale di fila, dimostrando pecche e qualità di sempre: la difesa è ottima, l’attacco molto meno e non ha un salvatore della patria a cui affidarsi quando le cose vanno male. Ancora troppi alti e bassi per Esa Ahmad e assolutamente da migliorare la percentuale ai liberi, visto che l’8/17 è stato decisivo per smontare ogni velleità di rimonta.

Addio Kansas

Svi Mikhailiuk è il classico tiratore bianco ordinato, con dell’esperienza visto che è al suo terzo anno a Kansas nonostante sia solo un ’97. Le sue due giocate finali contro TCU sono state però degne del più babbeo dei freshman visto che nell’ultimo minuto prima ha perso un pallone banale e poi si è abbattuto su Desmond Bane mentre tirava da 3 sull’83 pari a 3 secondi dalla fine. Bane, lui sì un freshman, ha ringraziato e segnato i liberi che hanno eliminato ai quarti di finale i numeri 1 della nazione.

 

Non è stata ovviamente solo colpa dell’ucraino che, peraltro fino a quel momento aveva giocato bene (18 con 4/8 da 3), quanto piuttosto di una prestazione collettiva in difesa molto scadente e di un black out a cavallo dei due tempi che ha portato i Jayhawks dal +12 al -11. Ripresa la partita con la consueta positiva ignoranza di Frank Mason (29+6 con 40′ in campo), Kansas è arrivata però mezza morta alla fine, dato che Bill Self ha cavato solo 3 punti e 19 minuti dalla sua ridotta panchina composta dagli inutili Bragg, Lightfoot e Coleby . Nessun cambio per i piccoli perchè Josh Jackson è rimasto a guardare i suoi compagni, dopo averne combinata un’altra, ammaccando una macchina durante un parcheggio senza avvisare nessuno. Sospeso per una partita, doveva saltare giusto il quarto di finale e invece ha saltato tutto il torneo.

E addio Baylor

Se per Kansas la sconfitta può finire sotto la categoria ‘incidente di percorso’, l’eliminazione di Baylor ai quarti di finale è invece segnale ben più allarmante per Scott Drew. I Bears sono alla sesta sconfitta nelle ultime 11 partite e i 64 punti realizzati contro Kansas State sono frutto dell’ennesima brutta prestazione di un attacco che è passato dagli oltre 75 punti di media nelle prime 21 partite a meno di 68 appunto nelle successive 11. Se la serata di Johnathan Motley non è più che buona, il problema diventa grave e non superabile anche contro squadre non certo fenomenali come quella di coach Bruce Weber. Manu Lecomte ha avuto solo uno sprazzo nel secondo tempo con 8 punti consecutivi ma non è stato mai un fattore, Jo Lual-Acuil non ha sfruttato i tanti centimetri in più rispetto ai lunghi dei Wildcats e i panchinari hanno messo insieme 7 punti in 4. Dopo tre anni in cui hanno raggiunto le semifinali, i Bears vanno subito a casa. Se giocheranno così, accadrà lo stesso al Torneo.

Il duello più bello

Torniamo a parlare di Monte Morris perchè Lonzo Ball è fortissimo, il talento di Markelle Fultz non si discute, l’atletismo di De’Aaron Fox neanche però in un draft pieno di ottime PG non potranno non trovare posto sia lui che Jawun Evans, che hanno dato vita allo scontro più bello e divertente del torneo. Il sophomore leader di Oklahoma State è arrivato al quarto di finale contro Iowa State con 22.8 punti e 9 assist nelle ultime 5 partite e ha chiuso con 29+4+4 facendo il possibile per tenere a contatto i Cowboys quando due triple di Donovan Jackson hanno spaccato la gara. Bellissima (e difficilissima) la sua serie di floater, usando il pick and roll per una penetrazione centrale andando a tirare contro il difensore

 

Leader della Division I nel rapporto assist/palle perse, Monte Morris è invece ‘semplicemente’ andato a un assist dalla tripla doppia, con 21+10+9 e dando ai Cyclones la vittoria. “You don’t play for stats, you play for the win”, ha risposto a chi gli chiedeva se fosse deluso per non averla raggiunta. “The best point guard in the country”, la sentenza di coach Steve Prohm.

 

Wildcats verso il Torneo

Se TCU è durata una partita, perdendo nettamente contro Iowa State, Kansas State si è guadagnata la possibilità di entrare nel tabellone Ncaa andando vicina a compiere un altro upset anche in semifinale. Arrivati al Torneo di conference con 8 sconfitte nelle ultime 10 partite, i Wildcats di Bruce Weber hanno fatto vedere la loro miglior pallacanestro trascinati dai due senior DJ Johnson e soprattutto Wesley Iwundu e, dopo aver battuto Baylor, sono andati a un niente dall’eliminare anche West Virginia in una partita dal punteggio bassissimo: 2-2 dopo 8′, 25-16 all’intervallo e vantaggio 39-27 al 27′ quando i Mountaineers hanno usato la 1-3-1 che riportato la partita in parità. K-State ha avuto la palla per vincere ma Kamau Stokes l’ha sprecata così

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