Roster
RT | GIOCATORE | POS | CM | CLASSE | ANNO | PTS | REB | AST |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
A1 | Collin Gillespie | PG | 191 | 1999 | Gr. | 14.0 | 3.3 | 4.6 |
A2 | Justin Moore | SG | 193 | 2000 | Jr. | 12.9 | 4.1 | 3.0 |
A3 | Caleb Daniels | SF | 193 | - | Gr. | 9.6 | 2.2 | 1.2 |
A4 | Jermaine Samuels | PF | 201 | 1998 | Gr. | 12.0 | 6.4 | 2.5 |
A5 | Eric Dixon | C | 203 | 2001 | R-So. | 3.0 | 1.6 | 0.3 |
B1 | Bryan Antoine | SG | 196 | 2000 | Jr. | 2.3 | 1.2 | 0.7 |
B2 | Brandon Slater | SF | 198 | 1999 | Sr. | 3.8 | 2.2 | 0.5 |
B3 | Trey Patterson | PF | 203 | - | So. | 0.0 | 0.0 | 0.5 |
B4 | Nnanna Njoku | C | 206 | - | Fr. | - | - | - |
B5 | Jordan Longino | SG | 196 | - | Fr. | - | - | - |
B6 | Angelo Brizzi | PG | 191 | - | Fr. | - | - | - |
B7 | Chris Arcidiacono | PG | 196 | 2000 | Jr. | 0.9 | 1.0 | 0.6 |
La squadra
La morte, le tasse e Villanova favorita nella propria conference. Anche se la Big East ha una manciata di outsider interessanti da proporre, le prospettive d’inizio stagione sono sempre le stesse per i Wildcats. Ed è così da diversi anni ormai. Merito in primis di coach Jay Wright, fresco d’ingresso nella Hall of Fame, il quale ha forse abbastanza materiale a disposizione per puntare al terzo titolo nazionale della sua carriera.
Le premesse sono ottime: una cultura e uno stile di gioco molto ben definiti, un roster quasi intatto e tanta esperienza (perlomeno dall’1 al 4), a partire da Collin Gillespie e Jermaine Samuels. Averli in squadra al loro quinto anno di college basketball – omaggio dell’extra year concesso dalla NCAA – è un vero lusso e saranno loro i due principali punti di riferimento in campo. Ad impreziosire il tutto ci sono Justin Moore, già elemento di peso che potrebbe assurgere al livello di stella (deve però risistemare le sue percentuali da tre), e l’emergente Bryan Antoine, il quale però è alle prese con un infortunio (non giocherà nelle primissime gare) e presumibilmente impiegherà più tempo di altri ad entrare in forma.
Chi non ci sarà, invece, è Jeremiah Robinson-Earl. La sua estrema versatilità lo rendeva un match-up nightmare per chiunque al college. Non essendoci più un lungo capace di forzare adattamenti difensivi, lo spot di 5 tornerà a essere interpretato da un lungo classico, come in tante delle versioni passate di Villanova. Quel lungo non sarà Dhamir Cosby-Roundtree, ancora una volta fermato da un infortunio grave. Le candidature sono aperte per tre giocatori, col possente Eric Dixon (116 chili) primo indiziato, anche se, per esempio, l’esordiente Nnanna Njoku, recluta 4-star, dovrebbe garantire un po’ più di protezione del ferro e di mobilità rispetto a lui.
Nei reparti guardie e ali, i dubbi sono pochi e la qualità è molta. Villanova riproporrà un tipo di pallacanestro in parte messo fra parentesi l’anno scorso (proprio per via della presenza di JRE), ma che ne ha contraddistinto lo stile e i successi degli ultimi anni. Abbondanza di gente capace di trattare il pallone, tanti blocchi e ricerca continua dell’extra pass per imbeccare le bocche da fuoco – di cui non c’è mai scarsità in quella squadra – appostate sull’arco (Nova è infatti sempre una delle formazioni in cui i canestri da tre punti hanno maggiore incidenza sul fatturato offensivo). Semplice, ma tagliato su misura per i propri giocatori e difficile da contrastare per gli avversari. E, perciò, letale.
Giocatori in evidenza
Collin Gillespie è mister affidabilità e s’inserisce perfettamente nella dinastia di point guard che hanno fatto da perno per i successi di Villanova. Non è fulminante, non è il tipo che crea dal nulla – benché abbia qualche asso nella manica – ma è il tipo di PG che migliora chi gli sta attorno facendo le scelte giuste, commettendo pochi errori e conducendo la stagione con continuità ed efficienza assolutamente invidiabili. Di ventelli non ne tira fuori molti, ma è anche più raro che finisca una partita sotto la doppia cifra realizzativa: merito di un ottimo tiro da tre (37.6% su 5.5 tentativi l’anno scorso) e di una discreta capacità nello strappare punti intorno al ferro nonostante un fisico deficitario. Un infortunio l’ha costretto a saltare la scorsa March Madness e c’è da scommettere che approccerà quest’annata, l’ultima a Philly, col coltello fra i denti.
Jermaine Samuels è, per certi versi, un classico prodotto di Villanova. Partito in sordina – giovane, promettente ma anche molto grezzo – e migliorato di anno in anno, un po’ alla volta, fino a diventare un’ala preziosissima per il tipo di contributo a tutto tondo che riesce a offrire sui due lati del campo, come testimoniato, ad esempio, dal bel 37.1% da tre dell’anno scorso, un tipo di prestazione che non era mai apparsa alla sua portata precedentemente. La sua fisicità e la sua duttilità tattica possono essere una gran risorsa per una squadra che, come già detto, ha dei nodi da sciogliere nello spot 5: Samuels può infatti ricoprire quel ruolo in un assetto small senza che i Cats ne soffrano troppo in difesa e a rimbalzo, col risultato di confondere ulteriormente le idee agli avversari.
Big East Power Ranking
FASCIA 1
1. Villanova
FASCIA 2
2. Xavier
3. UConn
4. St. John’s
5. Seton Hall
FASCIA 3
6. Butler
7. Providence
8. Marquette
9. Creighton
FASCIA 4
10. Georgetown
11. DePaul
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