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San Diego State passa al fotofinish, Miami batte Texas

San Diego State Creighton 2023
Autore: Manuel Follis
Data: 27 Mar, 2023

La March Madness ha trovato le sue quattro finaliste. Dopo Florida Atlantic e UConn, San Diego State passa con un tiro libero nel finale (su un fallo contestato) mentre Miami sfrutta il blocco di Texas negli ultimi 10 minuti di gara per tagliare la retina. Per entrambe le università si tratta della prima Final Four della loro storia.

#5 SAN DIEGO STATE 57
#6 CREIGHTON 56

A un primissimo sguardo, San Diego State non sembra in tutto e per tutto il tipo di squadra che può battere formazioni del tier più alto del college basket. Men che meno riuscirci per due volte di fila. Eppure è quel tipo di squadra e lo ha dimostrando facendo fuori Alabama prima e Creighton poi. L’attacco degli Aztecs è quel che è – poco ispirato, per dirla in modo gentile – ma la loro difesa è incredibile e riesce a rendere gli attacchi avversari ancora più brutti di quanto non lo sia il loro. Ed è una sorte che sembra dover toccare a tutti, anche ad un attacco come quello dei Bluejays, così ben calibrato e pieno di opzioni: il loro misero 90.3 di Adj. Efficiency offensivo è anche di gran lunga il bottino ‘migliore’ messo insieme contro SDSU al Torneo, tanto per dare una misura di quanto asfissiante sia quella retroguardia, specie nelle zone perimetrali.

Per decidere la gara è servito un libero di Darrion Trammell a 1.2 secondi dalla fine che lascia un po’ così: il fallo c’era tutto, ma non è il tipo di contatto che viene ravvisato spesso su un ultimo possesso, specie in una gara estremamente fisica in cui gli arbitri hanno (giustamente) lasciato correre. Le ragioni del risultato provengono però da più lontano e tra l’altro a dirvelo è lo stesso coach di Creighton, tanto infuriato sul momento quanto sportivo a mente fredda in sala stampa: “Two teams played their tails off and officiating is part of the game. We’re not going to go there. We lost the game because we didn’t do enough and San Diego State did”. 2/17 dall’arco e 23 punti segnati nel secondo tempo: ecco come non si vince una gara di Elite Eight.

Oltre a Trammell, un applauso va assolutamente fatto a Lamont Butler che coi suoi 18 punti ha messo una gran bella pezza alla giornata storta di Matt Bradley (1/8 al tiro), cioè quello solitamente deputato a togliere le castagne dal fuoco in attacco. E come non rivolgere un pensiero a Nathan Mensah? Difensore eccezionale e quasi unico superstite di quella squadra che mise insieme un record 30-2 nel 2020 ma venne defraudata della possibilità di giocare un grande Torneo dalla pandemia. Un appuntamento col destino rinviato giusto di qualche anno per SDSU.

 

#5 MIAMI 88
# TEXAS 81

Questa volta l’eroe della gara non è stato Nijel Pack (15 punti, ma un po’ in sordina), ma Jordan Miller, il giocatore più versatile degli Hurricanes, che ha concluso con 27 punti senza errori: 7/7 dal campo e 13/13 dalla lunetta e un mucchio di piccole cose quasi sempre importanti. La prestazione di Miller riassume bene la concentrazione tenuta da Miami nel corso della gara, mentre Texas che ha controllato il punteggio per 30 minuti (64-41 a 12 minuti dal termine) ha spesso dato l’impressione di essere più forte ma si è inceppata sul più bello.

È vero che ai Longhorns mancava il lungo Dylan Disu, fermo per un infortunio al piede, ma per lunghi tratti del match non è sembrato un problema. Poi sul più bello è come se il film di Texas si sia messo in pausa. Molte palle perse (due sanguinose di Timmy Allen, che a lungo era stato il migliore dei suoi), qualche fallo stupido e così la squadra della Big 12 si è ritrovata a far circolare poco il pallone e provare tiri da 3 allo scadere del cronometro con Marcus Carr e Sir’Jabari Rice.

Incredibile che la rimonta di Miami sia avvenuta senza segnare un solo tiro da tre nella ripresa (2/8 in tutta la gara). E’ stata in parte una scelta di Texas, che ha presidiato il perimetro evitando tiri aperti. In compenso gli Hurricanes hanno tentato 32 tiri liberi, un numero totalmente fuori media rispetto alle altre gare di Sweet 16 ed Elite Eight, realizzandone 28 (87.5%).

Texas ha pagato una prestazione un po’ sotto tono di Tyrese Hunter, nonostante i 5 assist, ma con 3 perse e 1/6 dall’arco e i 10 scellerati minuti finali. In quel periodo invece si è accesa tutta Miami. Isaiah Wong si è ricordato di essere stato nominato player of the year della ACC e Norchad Omier è riuscito a stare in campo nonostante i 4 falli. La sconfitta di Texas non ha comunque impedito alla squadra di proporre l’incarico di capo allenatore a Rodney Terry, che aveva assunto l’incarico ad interim dopo il licenziamento improvviso di Chris Beard.

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