Rutgers è una delle sorprese di questa stagione. Grazie a vittorie sulla carta non alla sua portata – come il derby contro Seton Hall – l’università del New Jersey è riuscita addirittura a conquistare un posto nella AP Top 25. L’ultima volta che ne ha fatto parte era il 13 marzo 1979. E chiuse quella stagione col 18° posto nel ranking.
Risale invece a 29 anni fa l’ultima apparizione al Torneo Ncaa, quando gli Scarlet Knights giocavano ancora nell’Atlantic 10. E a questo punto ritornare alla Big Dance è un obiettivo, visto l’ottimo inizio in una delle conference più equilibrate e difficili, ovvero la Big Ten.
Dopotutto le prestazioni non mentono, e neppure gli indici statistici. Infatti Rutgers è al 18° posto nel ranking NET, al 9° per efficienza difensiva nella graduatoria di KenPom e all’11° per punti di media concessi agli avversari (60.1).
La ricetta di coach Steve Pikiell, al quarto anno sulla panchina degli Scarlet Knights, è così presto spiegata. Oltre alla difesa, un altro ingrediente importante sta nel controllo dei tabelloni. Non a caso Rutgers è 29esima in Division I per rimbalzi di media (40.9), dei quali il 29.5% sono offensivi. Quasi uno su tre.
“Sono orgoglioso dei progressi che stiamo facendo come programma e sono davvero felice per i ragazzi. Stanno lavorando duro e si stanno sacrificando. Siamo entusiasti di affrontare le sfide della conference migliore del paese”, ha detto Pikiell.
I protagonisti in campo
Rutgers si fa apprezzare soprattutto come collettivo. Ma dal gruppo spiccano due individualità in particolare: i sophomore Ron Harper Jr. e Myles Johnson.
Figlio del cinque volte campione Nba con Chicago Bulls e Los Angeles Lakers, Harper Jr. è il braccio armato degli Scarlet Knights. Sta viaggiando a 12.7 punti di media ha mandato a segno 21 triple (31.3%). Solo l’inglese Akwasi Yeboah ne ha segnate più di lui (23). Guardia dal fisico corazzato, abbina alla tecnica una grande forza fisica che gli permette di arrivare facilmente al ferro. Oltre che lottare a rimbalzo, dato che ne afferra 6 a partita.
In campo è un giocatore versatile, fuori è un ragazzo istrionico e divertente. Se non avesse giocato a pallacanestro, avrebbe voluto fare l’attore. È cresciuto però con la palla da basket nella carrozzina, tra Michael Jordan e Kobe Bryant, visti i trascorsi del padre. Per questo, anche nel tempo libero, lo si trova a fare due tiri su qualche campo e ambisce ad arrivare a giocare tra i pro.
Il centro Myles Johnson è arrivato invece dall’altra parte del paese, precisamente da Long Beach. Perno della difesa di Rutgers, sta viaggiando a quota 9.2 punti, 7.9 rimbalzi, 1.4 stoppate di media e soprattutto tira con il 68.4% dal campo, risultando per distacco il migliore di tutta la Big Ten. Lungo dinamico, sembra avere un potenziale ancora inespresso.
Caratterialmente molto diverso rispetto al compagno Harper, ha iniziato a giocare a basket semplicemente perché era alto. Per questo la pallacanestro non ha mai occupato tutto il suo tempo, che ha invece dedicato anche alla pallanuoto e allo studio. Al liceo ha mantenuto medie molto alte pur frequentando classi avanzante, parla giapponese e avrebbe anche potuto scegliere di andare a Yale.
Gli Scarlet Knights hanno iniziato la regular season di conference con un buon record di 5-3, battendo in serie Wisconsin, Penn State, Indiana e Minnesota. Hanno perso l’ultima contro Iowa e Luka Garza, in trasferta, dimostrando però di essere un osso davvero duro. Visto il grande equilibrio in Big Ten, con le favorite Michigan State, Maryland e Ohio State che stanno balbettando, i giochi in testa alla classifica sono piuttosto aperti. Basta non montarsi la testa, come ha ricordato la moglie di coach Pikiell.
Steve Pikiell on his daughter Brooke's Northwestern squad getting ranked 22nd yesterday:
“My wife reminded me of that when I got home last night: 'You’re not even the highest-ranked in the house.'”— Jerry Carino (@NJHoopsHaven) January 21, 2020