Detentrice del premio come Player of the Year della SEC e già proiettata come #1 al prossimo Draft della WNBA, Rhyne Howard inizia il suo senior year già come una leggenda. Ma quest’anno vuole che anche la stagione di Kentucky sia altrettanto leggendaria.
Una giocatrice per cinque ruoli
Una cosa è infatti sicura: Rhyne Howard è Kentucky e Kentucky è Rhyne Howard. Ne è certa anche coach Kyra Elzy “Il miglior consiglio che ho ricevuto è stato: quando tutto intorno crolla, fa avere la palla a Rhyne. Lei saprà cosa fare”. Non è quindi un caso se lo scorso anno ha avuto un minutaggio di 34.9 a partita, il più alto tra le Wildcats, e che senza di lei in campo l’efficacia in attacco di Kentucky scende vistosamente.
La sua versatilità la rende infatti una delle migliori giocatrici del college basketball. Ma non si tratta solo di punti. Pericolosa dal pick and roll, mortifera nei jumper dal palleggio così come in catch-and-shoot, sa anche attaccare il ferro. Lo scorso anno è stata la sola nella SEC ad avere il primato in tre categorie differenti: punti (497 in totale) rimbalzi (174) e assist (91). Senza dimenticare il decimo posto a livello nazionale nei tiri da tre (51.7%).
Il suo è un gioco all-around: è solida in difesa e veloce in contropiede e nel rubare palla. Il suo è uno stile di gioco molto fisico e ama farsi spazio in traffico, assorbendo il contatto. Il merito va tutto alla madre R.J. Avery, giocatrice negli anni ’90, che si è occupata della crescita sportiva della figlia sin dai primi passi: “When I came through basketball, because I was tall, I was automatically the center or just a post player. And once I got into college, at 6-foot-1 all I knew was post players and I was an undersized post [player] so I had to transition into a swing player or stretch four – face the basket – and it was kind of a struggle. And I knew at that point that once I had kids and they got into sports, that they were going to be developed at an early age. I knew that they would be tall, so I didn’t want them to have to play just this one position or these two positions. So now [Rhyne] is able to play five different positions“.
Trionfi personali e delusioni cocenti
Alla vigilia del suo debutto con la maglia di Kentucky, descrive così quello che provava: “un fuoco che mi brucia dentro”. Il suo primo anno è costellato di record: otto volte frehsman della settimana (un record nella sua conference), All-SEC First Team, il premio come National Freshman of the Year per la WBCA e EspnW.
Lo stesso coach Mitchell si sorprende non poco nel vedere come la silenziosa ragazza del Tennessee sia così forte: “pensavo che fosse una buona giocatrice e una buona realizzatrice, ma non avevo ancora realizzato che fosse una tiratrice superba. Vederla tirare triple come se fossero semplici lay-up mi ha davvero spiazzato”.
Dopo lo strabiliante debutto nel college, la stagione da sophomore è quella della conferma: con 23.4 punti di media si piazza seconda a livello nazionale. I premi (SEC Player of the Year) e i riconoscimenti (tra cui la finale per i Wooden Award) si sprecano. E così le aspettative e il clamore per il suo terzo anno si fanno sempre più grandi, ma la stagione 2020-21 ha in serbo qualcosa di diverso per lei.
Il 25 novembre, la scuola annuncia la sospensione della sua miglior giocatrice per due partite. Il motivo? Rhyne non ha rispettato gli “standard del programma”. Coach Elzi, subentrata da poco a coach Mitchell, spiega così la sua decisione “il mio lavoro da guida di questa squadra è anche quello di far sì che le mie giocatrici si facciano carico delle proprie scelte e che sappiano accettare le conseguenze delle proprie azioni. Solo così saranno pronte per affrontare il mondo.”
Rhyne ritorna in campo più motivata che mai: i 20.7 punti e 7.3 rimbalzi a partita le valgono il secondo premio consecutivo come miglior giocatrice della SEC. Ma il riconoscimento più importante non arriva: una certa Paige Bueckers si aggiudica infatti i vari premi da POY nazionale. A rendere ancora più amara la stagione ci sono poi i risultati di squadra. Kentucky prima si vede soffiare il titolo nel torneo di conference da Georgia e poi, al Torneo NCAA, le cose non vanno molto meglio: dopo l’agevole vittoria su Idaho State, le Wildcats rimediano una cocente sconfitta contro Iowa, con Caitlin Clark a prendersi tutti gli onori nella sfida fra le due stelle.
“Non può fare tutto da sola” commenta coach Elzy a fine stagione. “Siamo troppo dipendenti da lei. Le altre giocatrici spesso sono solo delle semplici osservatrici. È fondamentale che entrino nell’azione, soprattutto in fase d’attacco”.
Ora o mai più
Va de sé che questa stagione sia quella decisiva per Rhyne Howard. Decisiva per conquistare il #1 al draft, portare le Wildcats (almeno) alle Sweet 16 per la prima volta dal 2016 e per vincere i tanto agognati Player of the Year e Wooden Award che mancano nel suo palmares.
E coach Elzy è pronta a darle tutto il sostegno per aiutarla a passare al livello superiore. “Ha un fisico molto grooso per una guardia e deve quindi lavorare molto sul suo post up per essere ancora più competitiva in WNBA. E vogliamo che diventi ancora più aggressiva e veloce in difesa: ha tutte le carte in regola per andare in doppia cifra anche alla voce rimbalzi”.
Lei si dice pronta: dopo tre anni vuole lasciare il suo segno nel programma. “Ci sarà sempre molta pressione intorno a me, ma quest’anno voglio dare tutta me stessa in campo. Nel prossimo capitolo della mia vita, non porterò nulla di quello che avverrà quest’anno. Quindi, ora o mai più”.