Villanova, Kansas, North Carolina, Duke: ecco le fantastiche quattro giunte alla Final Four della March Madness 2022. Passiamole in rassegna.
Le semifinali (notte fra Sabato 2 e Domenica 3 Aprile)
0:10 #2 Villanova vs #1 Kansas
2:50 #8 North Carolina vs #2 Duke
Villanova
Percorso al Torneo
80-60 vs #15 Delaware
71-61 vs #7 Ohio State
63-55 vs #11 Michigan
50-44 vs #5 Houston
Dove è forte – Terza Final Four nelle ultime sei stagioni per un programma che negli ultimi anni ha avuto ben pochi rivali in quanto a continuità di risultati. Villanova, da sempre celebrata per la disciplina e l’efficacia del proprio attacco, arriva a due passi dal terzo titolo dell’era Jay Wright sorprendendo gli osservatori meno attenti, ovvero con un crescendo impressionante della propria tenuta difensiva. I numeri raccolti dai Cats nelle due metà campo sono vicini a quelli del 2016. E le analogie con quella squadra campione non si fermano qui: entrambe un po’ snobbate a metà stagione, entrambe salite di colpi in maniera netta in coincidenza col torneo della Big East, entrambe con un floor general di vitale importanza (Collin Gillespie e il suo gene clutch) e un secondo violino che fa la differenza (Jermaine Samuels, miglioratissimo negli ultimi tempi).
Dove rischia – L’infortunio di Justin Moore arrivato negli ultimi secondi della sfida con Houston è una tegola tremenda. Non è il giocatore più importante dei Cats (quello è Gillespie) e non è nemmeno il secondo (ora come ora è Samuels), ma è quello dal talento più puro e maggiormente capace di creare punti da sé. Cosa, questa, in genere non necessaria a Nova, ma potrebbe finire per essere l’arma mancante in una Final Four in cui a giocare saranno sostanzialmente in cinque. Sul piano del gioco di squadra, negare le ripartenze in contropiede è un pilastro della difesa di Villanova, ma fin qui al Torneo non ha affrontato una squadra paragonabile a Kansas da questo punto di vista: se i Jayhawks dovessero riuscire a spezzare le catene dei ritmi lenti avversari, addio.
Kansas
Percorso al Torneo
83-56 vs #16 Texas Southern
79-72 vs #9 Creighton
66-61 vs #4 Providence
76-50 vs #10 Miami
Dove è forte – Un po’ adattandosi ai leit motiv imposti dagli avversari (le Sweet 16 con Providence), un po’ sprigionando la propria forza offensiva (le Elite Eight con Miami): in un modo o nell’altro Kansas è sempre riuscita a fare il proprio dovere in questo Torneo, lasciando la sensazione netta che il meglio debba ancora arrivare. Il che è una gran brutta notizia per una Villanova incerottata e chiamata a far fronte al talento a palate che c’è fra gli esterni Jayhawks, tra un Remy Martin che ha finalmente smesso i panni di Godot (superlative le sue prestazioni con Providence e Creighton) e un Ochai Agbaji che, sì, ha sorpreso in negativo al Torneo, ma che è capacissimo d’inserire le marce alte proprio sul più bello.
Dove rischia – David McCormack convincente a metà, Mitch Lightfoot che non spaventa nessuno: il punto debole di Kansas sta in un frontcourt che rischia di annaspare contro la più piccola ma molto più combattiva Villanova. Una serata storta del reparto lunghi potrebbe sobbarcare gli esterni di responsabilità eccessive e quindi mettere a rischio l’accesso alla finale. Altro problema: le altre tre squadre arrivate a New Orleans han tutte messo a segno un paio di vere statement win. Kansas? Mezza, cioè il secondo tempo con Miami. Insomma, ha incontrato qualche ostacolo in meno superandolo in maniera non altrettanto brillante nel complesso.
North Carolina
Percorso al Torneo
95-63 vs #9 Marquette
93-86 vs #1 Baylor
73-66 vs #4 UCLA
69-49 vs #15 Saint Peter’s
Dove è forte – Cose che mai uno si sognerebbe di scrivere: alle Final Four di quest’anno c’è una Cenerentola che si chiama North Carolina. Frustrante e frustrata, indisciplinata e priva di personalità: quella brutta UNC di metà stagione è sparita con uno schiocco di dita nel finale della conference season, lasciando posto a una corazzata offensiva capace di fiammate incredibili e di stare sempre abbondantemente sopra al punto per possesso nel Torneo. Brady Manek sembra Larry Bird, Armando Bacot mangia in testa a tutti sotto i tabelloni e Caleb Love – altro ex Godot – si è addirittura mostrato in versione videogioco contro UCLA (30 punti di cui 27 decisivi nel secondo tempo). Ogni squadra che arriva fino a qui è in missione, ma i Tar Heels sembrano esserlo più di tutti.
Dove rischia – La voglia di Duke di vendicare con gli interessi la beffa di un mese fa all’ultima di Coach K al Cameron. Ecco, questa potrebbe essere l’unica forza capace di sovrastare la voglia di sorprendere di North Carolina. Sul piano più prettamente legato al gioco, UNC ha difeso in maniera disciplinata nelle ultime uscite, ma non ha affrontato una squadra che assomigli anche solo minimamente ai Blue Devils delle ultime due settimane né un giocatore dominante come Paolo Banchero. La sensazione è che in questa annunciata gara a chi segna di più, siano quelli di Durham ad avere tutto da guadagnare.
Duke
Percorso al Torneo
78-61 vs #15 Cal State Fullerton
85-76 vs #7 Michigan State
78-73 vs #3 Texas Tech
78-69 vs #4 Arkansas
Dove è forte – Fin qui, con le altre tre squadre, abbiamo parlato ripetutamente di attacco. Eppure a quello di Duke non si avvicina nessuna: miglior Adj. Efficiency offensivo dell’intera Division I su base stagionale, i Blue Devils hanno messo insieme un devastante 119.7 in questa voce nei quattro turni che precedono le Final Four. E questo pur affrontando una difesa d’élite come quella di Texas Tech. Paolo Banchero sta giocando da prima scelta assoluta del Draft e ha un impatto sulla gara che nessun’altra individualità delle squadre rimaste in corsa sembra in grado di eguagliare. Quello di Duke però è lungi dall’essere un one-man show, come dimostrato anche dalle prestazioni in crescita (e davvero decisive) di un insospettabile Jeremy Roach. È anche per questo che fa così tanta paura.
Dove rischia – Proprio difficile trovarle un punto debole in questo momento. In una eventuale finalissima, Villanova sembrava essere la criptonite perfetta per i Blue Devils, ma l’infortunio di Justin Moore ha sparigliato completamente le carte. Forse l’unica squadra capace di battere Duke adesso è proprio Duke, con la narrativa del presunto appuntamento col destino di Coach K che da acceleratore può trasformarsi in freno da un momento all’altro.