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Patrick Baldwin Jr., una stella nelle mid-major

Patrick Baldwin Jr.
Autore: Paolo Mutarelli
Data: 24 Mag, 2021

Patrick Baldwin Jr., prospetto cinque stelle della classe 2021, ha scelto di andare a Milwaukee, trovando suo padre come head coach. Per farlo, ha rifiutato la possibilità di unirsi ad una classe di reclutamento stellare a Duke con Paolo Banchero e di giocare per Coach K. Abbiamo già visto prospetti come Cade Cunningham o Evan Mobley che, costretti a passare un anno al college prima dell’ovvio approdo in Nba, vanno in una squadra in cui c’è un famigliare nello staff. Il caso di Baldwin, però, è più particolare nelle sue motivazioni e per l’impatto che può avere.

Regole, draft e rimonte perfette

Milwaukee non è una delle città più belle degli Stati Uniti e il suo programma di basket non è uno dei migliori della Horizon League, figurarci della Division I. La conference, dopo l’addio della Butler di Brad Stevens nel 2011, ha record 0-9 alla March Madness. Di queste nove sconfitte, non c’è neanche l’ombra dei Panthers che, da quando sono allenati da Patrick Baldwin Sr., non sono mai riusciti a finire una stagione con un record positivo (47-70 negli ultimi quattro anni).

Nonostante ciò, vi diciamo di seguire l’Horizon l’anno prossimo non solo per via dell’arrivo di Baldwin, perché potrebbe essere una delle conference più divertenti della prossima stagione. Ma a questo ci arriviamo dopo.

I motivi per cui Baldwin ha scelto Milwaukee sono essenzialmente due: salvare il lavoro del padre e farsi finalmente allenare da lui. Per la carriera di Baldwin Sr, entrato nell’ultimo anno di contratto con i Panthers, era vitale reclutare il figlio. 

Nel suo primo anno a Milwaukee, riuscì a battere la Loyola-Chicago che andò alle Final Four

Milwaukee non va al torneo dal 2006, quando la squadra di Bruce Pearl perse contro la futura campionessa Florida. Da lì in avanti il programma si è depresso, toccando i minimi storici d’incassi al botteghino. Ventiquattro ore dopo la decisione di Baldwin Jr., il reparto marketing dell’università ha incassato oltre 40mila dollari dalla vendita degli abbonamenti stagionali. 

Un prospetto di questo tipo che genera ricavi per l’università, che la mette sulla mappa degli scout Nba e che può fare da calamita per altri prospetti: queste sono le cose che Baldwin sta dando al padre, oltre alla possibilità di vincere la conference, andare al Torneo, vedere il suo contratto esteso e quindi svoltargli la carriera.

A proposito di Draft, negli ultimi venti anni solo Ja Morant ha centrato la Top 5 giocando in una mid-major. Baldwin punta ad essere il secondo in una conference che negli ultimi dieci anni ha prodotto diversi giocatori da Nba come Gordon Hayward, Shelvin Mack e Kendrick Nunn e, insieme a lui, l’anno prossimo potrebbe vedere anche Antoine Davis di Detroit in odore di Draft. Le possibilità sono tante anche perché, secondo i ranking che stilano le classifiche dei prospetti, Baldwin è il miglior giocatore uscito dallo stato del Wisconsin negli ultimi venti anni.

Questo è il pedigree di un giocatore che è stato sedotto da Milwaukee nel momento in cui i ragazzi di suo padre hanno sfoderato una pazzesca rimonta a marzo per centrare la semifinale del torneo di conference. Sotto di 24 a sei minuti dalla fine contro la testa di serie #2 Wright State, DeAndre Gholston e Te’Jon Lucas hanno portato la squadra all’overtime e poi alla vittoria. “Quel giorno ho visto una squadra di combattenti. Sarebbero tornati molti ragazzi e ho pensato che poteva essere un bel posto in cui andare a giocare”. Così Baldwin è stato conquistato da Milwaukee.

Un giocatore speciale 

Nell’ultima puntata del nostro podcast, però, abbiamo ricordato come gli ultimi grandi prospetti 5 stelle che non hanno scelto una power conference come destinazione hanno faticato. Makur Maker l’ultimo della lista. Perché Baldwin dovrebbe essere diverso?

Un motivo: giocare dal padre potrebbe rendere meno traumatico l’impatto con la D-I dopo una stagione da senior all’high school problematica a causa del Covid e in cui ha giocato poco per un infortunio alla caviglia. Inoltre, da quando ha iniziato a reclutare one&done, Coach K è sempre più in difficoltà nella gestione del talento e unire il ritorno dall’infortunio alla pressione a cui sono sottoposto i Blue Devils tutto l’anno, specialmente dopo una stagione come quella dello scorso anno, poteva non pagare i dividendi sperati.

Baldwin, appena prima dello scoppio della pandemia, in mezzo ai Crazies

Baldwin Jr. è un prospetto davvero interessante in ottica NBA. Già solo la combinazione taglia (206 cm d’altezza) e capacità balistiche intrigherebbero chiunque. Ma Baldwin ha un gioco offensivo più sfaccettato. Ha fluidità e coordinazione al tiro da un po’ tutte le mattonelle del campo e gli istinti di passaggio lo rendono un giocatore difficile da raddoppiare o su cui aiutare quando penetra a canestro. Potrebbe essere la soluzione principale dei Panthers, insieme a Dre Gholtson, partendo anche off-ball visto la presenza del transfer da UTEP Jordan Lathon.

Le sue doti da passatore

Come detto, potete segnarvi l’Horizon League come conference da seguire l’anno prossimo, non solo per la presenza di Patrick Baldwin Jr. In primis, c’è il nostro Mattia Acunzo in una Robert Morris interessante che vuole schiodarsi dall’ultima posizione. I campioni in carica di Cleveland State tornano con diversi giocatori interessanti e potrebbero dare filo da torcere ai Panthers e, come abbiamo detto, Antoine Davis è uno dei migliori e più completi scorer della nazione a Detroit. Quindi ce ne sono di squadre da seguire.

Baldwin Jr. s’inserisce così nella lista dei vari Pete Maravich, Doug McDermott, Tony Bennett, Bryce Drew, Buddy Boeheim e molti altri ragazzi che sono stati allenati dal padre al college. Nessuno di loro però ha dovuto battere la concorrenza del coach più vincente della storia di questo sport. Forse, anche solo per questo, Baldwin Sr. si meriterebbe il rinnovo.

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