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Olivia Miles e la rinascita di Notre Dame

Olivia Miles
Autore: Isabella Agostinelli
Data: 23 Dic, 2022

Non fatevi ingannare dagli occhiali e dalla spessa montatura da nerd: Olivia Miles è il motore e l’anima della Notre Dame post McGraw. Ed ha una sola missione in testa: riportare il programma alle Final Four e vincere un titolo.

Subito protagonista

Dopo aver terminato anzitempo l’esperienza liceale (ha lasciato la Blair Academy a metà dell’ultimo anno sfruttando la sospensione dei tornei di high school causa Covid), il 25 gennaio ha firmato per le Fighting Irish e il giorno dopo era già in palestra ad allenarsi con le nuove compagne.

Il 31 ha debuttato ufficialmente in NCAA contro Syracuse: in appena sei partite ha messo a segno una media di 9.3 punti e 3.5 assist, numeri che l’hanno subito messa nei radar per vari premi come player of the week. Peccato che la NCAA abbia deciso di escludere dalla premiazione tutti i giocatori e giocatrici che come Miles avevano “anticipato” il loro ingresso al college.

Poco importa. L’anno successivo, quello ufficiale da freshman, è stato quello della consacrazione a nuova leader delle Fighting Irish. Dopo aver eguagliato il record di Marina Mabrey (fino ad allora unica giocatrice di Notre Dame a realizzare una tripla doppia al primo anno di college), a marzo è diventata la prima matricola nella storia della NCAA sia maschile che femminile a realizzare una tripla doppia nel primo round della March Madness.

E non finisce qui. Quest’anno è già nella shortlist come Player of the Year  e il suo nome è già iniziato a circolare in WNBA per una possibile scelta al primo turno nel Draft del 2025.

In fondo, cosa ci si potrebbe aspettare da una giocatrice che ha “la visione di gioco di Sue Bird, la calma e la fluidità di Steve Nash e l’abilità di sfruttare la sua stazza per superare le guardie avversarie simile a quella di Diana Turasi”?

Una visione di gioco poco ortodossa

Miles è una giocatrice che ama alzare i ritmi riuscendo allo stesso tempo a gestire al meglio il gioco delle proprie compagne. Le sue scelte – un passaggio ad una mano, normalmente la sinistra, con una traiettoria trasversale al corpo e completamente fuori equilibrio – mettono in seria difficoltà la difesa avversaria. Se ha la possibilità di arrivare fino al ferro, spesso preferisce effettuare un passaggio schiacciato a terra per una compagna piuttosto che prendersi un tiro. Gli assist sono infatti una caratteristica fondamentale del suo gioco, tanto che lo scorso anno, con una media di 7.4, era seconda solo a Caitlin Clark. In fase di contropiede poi dà il meglio di sé con passaggi no-look.

L’incubo delle difese

Le sue abilità nel passaggio e nel creare gioco spesso mettono in ombra le doti di realizzatrice di questa giocatrice che al momento viaggia con una media di 16.0 punti a partita. Miles sa infatti fare un po’ di tutto dalla media distanza e vicino al ferro. Sa crearsi spazi con il jump shot oppure finire al ferro grazie ai suoi floater, la vera specialità della casa. Grazie a questo fondamentale, riesce a superare anche le giocatrici avversarie più alte. Molto meno efficace invece è il tiro dalla lunga distanza che si ferma al 25.9% su 2.5 tentativi.

La calma prima della tempesta

Sia che si tratti di un passaggio o di una discesa a canestro, tutto parte da un momento di perfetta immobilità. Nel momento poco prima di passare all’azione Olivia Miles spesso si ferma davanti alla sua diretta avversaria. Ma è una staticità solo apparente. Il suo corpo infatti sarà pure fermo, ma la sua mente sta già leggendo le varie possibilità: un passaggio dietro la schiena, un passo fulmineo per un jump shot o per uno dei suoi soliti allunghi al ferro. Tutto accade in un battito di ciglia e, nella maggior parte dei casi, l’avversaria non se lo aspetta. Chiedete a Caroline Ducharme di UConn per una conferma!

 

Completa il profilo della futura star la grande capacità vocale: Olivia Miles non ha paura di dire quello che pensa sia fuori che dentro il campo (è molto attiva a livello di diritti civili) a costo di sembrare scomoda o scontrosa. Lo scorso anno grazie a lei, Notre Dame si è spinta fino alle Sweet 16. Riuscirà a riportare il programma fino alle Final Four?

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