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Obi Toppin, il lungo più versatile del draft

Obi Toppin - Dayton
Autore: Giulio Scopacasa
Data: 5 Feb, 2020

Se ora le sue qualità sono davanti agli occhi di tutti, non molti ad inizio anno si sarebbero aspettati una stagione del genere da Obi Toppin. Ingranaggio ben oliato del sistema di Anthony Grant, passano proprio dal lungo numero 1 tutte le ambizioni di titolo nazionale dei Flyers.

La stagione

“Alcuni dicono che ho il fisico di Stoudemire, altri che gioco un po’ come Horford perché so tirare, non so quale sia il paragone più bello che abbiano fatto finora”. Obi Toppin ha parlato così di se stesso in una breve intervista rilasciata a ESPN, quando gli hanno chiesto quale fosse il paragone che lo aveva reso più orgoglioso.

Se la partita contro Kansas a inizio anno ha fatto scomodare diversi scout, il resto della stagione ha soltanto confermato il suo sviluppo come giocatore. L’ala forte di Dayton è salita fino alla posizione numero 7 del nostro super mock draft a suon di ottime prestazioni. Se fosse effettivamente scelto, come sembra ormai scontato, sarebbe il primo giocatore dei Flyers ad essere chiamato al primo giro al draft da quando nel 1979 i San Antonio Spurs selezionarono Jim Paxson.

“Non avevo mai sentito parlare di Dayton in Ohio fino al giorno della mia visita, conoscevo solo Daytona Beach, in Florida”, affermava un ingenuo ragazzino in uscita dall’high school. La sua infanzia è stata caratterizzata da tanti trasferimenti tra Brooklyn, la Florida e il Maryland, sempre al fianco della madre e del fratello minore. Arrivato al campus però, il ragazzo si è subito ambientato bene.

Obi Toppin - Dayton

Dopo un anno da redshirt e una stagione da freshman positiva nella quale ha preso le misure, Obi Toppin nel suo anno da sophomore ha aumentato la sua produzione a 19.8 punti e 8 rimbalzi di media, il tutto condito da un ottimo 62.5% dal campo.

Il numero 1 di Dayton è un’ala versatile, 206 cm per 99 kg, di quelle che al primo impatto ti fanno dire: “sa fare tutto”. Offensivamente può fare male in tantissime maniere, sia vicino al ferro sia da lontano. La sua dote migliore è l’atletismo. Prepotente e dominante come pochi vicino a canestro, è anche capace di capire dove stare in campo senza essere troppo ingombrante per le spaziature della squadra. Ovviamente quando si tratta di highlights, è sempre in prima fila.

 

Contro Duquesne, diciannovesima vittoria della stagione dei Flyers, che non hanno mai perso nei tempi regolamentari (solo due sconfitte quest’anno, entrambe ai supplementari), Obi Toppin ha chiuso con una doppia-doppia da 22 punti e 10 rimbalzi. Oltre al già citato strapotere fisico, ha anche una buona tecnica. Il tiro è fluido e la meccanica interessante, considerate le misure.

Nonostante non raggiunga grandi percentuali in stagione da tre punti, la sensazione è che possa sviluppare molto il proprio tiro diventando affidabile senza neanche troppo lavoro. La sua evoluzione dice che al suo primo anno tirava con il 52% da 3, ma ha tentato solo 21 tiri in tutta la stagione, evidentemente ben selezionati. Quest’anno è al 35,6% dall’arco, che resta una buon percentuale per un 206 cm e soprattutto con un volume passato a quasi 3 triple a partita.

In più, anche quando si tratta di tiri difficili e contestati, Toppin ha dimostrato di avere il coraggio di provarci. Contro Kansas, in totale fiducia, ha anche azzardato con successo una mossa alla Steph Curry, girandosi prima che il tiro entrasse.

 

“È veramente un ottimo giocatore”, ha detto Anthony Grant, allenatore dei Flyers, “ha dimostrato cosa è in grado di fare a se stesso e agli altri”. È vero che si tratta di un atleta abbastanza completo, ma ci sono alcuni aspetti sui quali può migliorare per far sì che l’impatto con il mondo NBA diventi più dolce. Difensivamente ha alcuni istinti perfetti sui tempi di aiuto e per le stoppate, ma deve migliorare negli scivolamenti laterali e nell’uno contro uno con i giocatori più piccoli di lui. Alzare il livello in marcatura sul perimetro gli permetterebbe di fare la differenza tra i professionisti contro ali più esplosive e veloci di lui.

 

“Dobbiamo essere ordinati. Oggi non ci siamo riusciti al meglio ma abbiamo vinto comunque. C’è tanto da imparare sempre” ha detto Toppin dopo la partita contro i Dukes. Se lui è il centro del progetto di quest’anno, i Flyers hanno tanti altri giocatori in grado di impattare le partite. Jalen Crutcher, Ibi Watson e Trey Landers tirano tutti sopra il 40% da tre punti e la minaccia che portano alle difese apre l’area per lo sviluppo del gioco tipico di Toppin.

La PG Rodney Chatman invece non è nel suo anno migliore quanto a realizzazione, ma il suo apporto è fondamentale per il sistema di Dayton. La squadra è coesa e continua a dimostrarlo a forza di vittorie. Dire quale sia il vero valore di questi Flyers è complesso, visto il livello medio delle squadre della Atlantic 10, ma c’è chi giura che se Toppin continuasse così, non sarebbe una sorpresa vedere i ragazzi di Grant puntare addirittura alla Final Four.

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