La storia hollywoodiana di Virginia ha il suo happy ending grazie a una clamorosa partita di De’Andre Hunter, mentre Davide Moretti gioca da protagonista ma viene aiutato poco dai migliori attaccanti di Texas Tech.
Vi abbiamo raccontato qui la partita, vediamo le pagelle.
Up
De’Andre Hunter: il primo canestro arriva dopo 18 minuti e mezzo e sette tiri sbagliati. Da lì in poi, un solo errore e chiude con il career high di 27 punti (e 9 rimbalzi). Compresa la tripla del pareggio. Compresa una gran difesa su Culver. Giocatore totale, elegante e concreto, vera stella della finale.
Davide Moretti: suo l’unico canestro di Texas Tech nei primi 10’, sua la tripla che riprende Virginia nel finale dei regolamentari: 15 punti e difesa, difesa, tanta difesa. Gioca da protagonista una Finale Ncaa, è andata male ma resterà comunque nella storia.
Ty Jerome: il ragioniere che non si alza da terra è l’emblema della vittoria del QI cestistico sull’atletismo: 16+6+8 la sua consueta stat line fatta di tantissime cose preziose che non finiscono negli highlights ma che ti fanno vincere le partite
Kyle Guy: Most Oustanding Player delle Final Four, dopo aver trascinato di peso Virginia in finale contro Auburn e aver segnato 24 punti senza un solo minuto di riposo contro Texas Tech. Altro fisico tutt’altro che statuario, ma mano dolcissima e palle giganti. Nelle due partite ha messo tutti ma proprio tutti i tiri che contavano, in qualsiasi condizione. Glaciale.
Brandone Francis: il dominicano con la faccia da cattivo, entra e scuote la sua squadra con un canestro dopo l’altro. Alla fine sarà il miglior realizzatore dei suoi con 17 punti, chiude la sua carriera universitaria da protagonista in una finale. E davvero, chi l’avrebbe mai detto.
Down
Jarrett Culver: molto bello il canestro del +1 a 35 secondi dalla fine, da puro hero ball la tripla finale che si stampa sul ferro, come le altre 5 tirate. Perde eccome il confronto con Hunter che gli segna a ripetizione in faccia, mentre l’ala di Virginia lo tiene a 5/22 e chiarisce chi dei due al draft va scelto prima.
Matt Mooney: si sognerà il piccolo Kiehi Clarke di notte e dà un cenno di vita con 5 punti filati solo all’inizio del supplementare, quando il freshman di Virginia è in panchina. Ma non incide sulla partita come aveva fatto contro gli Spartans e l’attacco di Texas Tech avrebbe avuto tanto bisogno anche di lui.
Dick Vitale: little paisà, little linguini, spacheti, lasagni. Dopo quella con Donte DiVincenzo, commenta un’altra finale rispolverando tutte le 4 parole storpiate di italiano conosciute da ogni americano medio. Anche basta, grazie.
Tariq Owens: si vede che non è al 100% dopo la storta alla caviglia rimediata contro Michigan State, e la sua intimidazione sotto canestro manca tantissimo ai Red Raiders che perdono la lotta ai rimbalzi. Poteva essere un fattore e non lo è stato.