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Miles McBride, The Deuce Factor

Miles McBride
Autore: Isabella Agostinelli
Data: 8 Gen, 2021

Il recruiting profile di Miles McBride nel 2019 non era certo da top assoluto: tre stelle, #239 del ranking a livello nazionale e #32 delle migliori point guard del Paese per ESPN. Ma il nativo di Cincinnati poteva contare su altre abilità che, seppur nascoste agli occhi dei più, non potevano di certo a sfuggire ad un veterano come coach Bob Huggins di West Virginia: talento, saggezza, dedizione, tenacia, spirito di squadra e mentalità vincente. Ecco come da underdog, diviso tra basket e football, Miles “Deuce” McBride si è trasformata in uno dei leader dei Mountaineers.

All I do is win

L’allenatore di WVU aveva notato che Miles, ai tempi della high school, non faceva altro che vincere, che si trattasse di football o di pallacanestro. Prima che un grave infortunio lo obbligasse a fermarsi per un’intera stagione e a scegliere su quale sport concentrarsi, Miles era il leader indiscusso (in veste di quarterback) della Archibishop Moeller. Allo stesso modo, con lui in campo, la squadra di basket della scuola era arrivata a vincere due titoli consecutivi (nella stagione da junior di Miles, lo aveva fatto con 29 vittorie e 0 sconfitte).

La guardia dell’Ohio aveva tutto quello che coach Huggins vuole in un giocatore: leadership e fiducia nei propri mezzi. Per questo, nonostante l’infortunio, la proposta avanzata da West Virginia rimase sempre sul tavolo. Altri programmi come Ohio State e Xavier preferirono invece aspettare e vedere come si sarebbe evoluta la situazione, perdendo così l’occasione.

Quel gesto ha fatto tutta la differenza– ha spiegato –“ha dimostrato quanta fiducia il coach avesse in me. Anche se non avevo potuto giocare per tutta una stagione, lui ha creduto in me. È stato un atto di lealtà nei miei confronti che non potevo non tenere in conto”.

McBride e coach Huggins

Miles McBride e coach Bob Huggins

Defense, defense

Miles aveva inoltre un fattore fondamentale: il fisico adatto per poter rientrare negli schemi difensivi di coach Huggins. Nella stagione 2018-2019, West Virginia aveva chiuso con un record negativo (15-21) con appena 4 vittorie in conference e un 135° posto su KenPom per Adjusted Defense. A rendere ancora più sconfortante la stagione, c’erano poi stati quei 109 punti rimediati contro Coastal Carolina nel CBI. In poche parole, la difesa dei Mountaineers, per una volta, faceva acqua da tutte le parti. Col suo fisico temprato dal football, Miles avrebbe potuto dare un contributo importante in difesa oltre che in attacco. E così ha fatto.

Nella stagione da freshman, pur avendo giocato da titolare solo due partite, non solo ha messo a referto 9.5 punti di media, ma ha anche dimostrato di essere un difensore coi fiocchi. Con il suo arrivo, non a caso, la difesa di West Virginia è diventata la terza migliore del Paese (87.1 di Adj. Defense). Ed è vero che la difesa è uno sforzo collettivo, ma guardate come il numero 4 riesce a stare incollato al portatore di palla per un’intera azione.

The “Deuce” Factor

Non c’è solo la difesa. Lo scorso anno, nella partita di debutto contro Ohio State, la combo guard ha messo a segno 21 punti. Poi altri 22 nella vittoria contro Texas Tech. A fine stagione, il nome di McBride risultava tra quelli del Big 12 All-Freshman Team e cominciava a fare capolino nei mock draft.

Dopo aver rivestito il ruolo di sesto uomo più off che on the ball, quest’anno Deuce si è guadagnato il posto da titolare con responsabilità in netto aumento in quanto a gestione del pallone e creazione per i compagni. Va detto che, nelle vesti di point guard, non brilla ancora per creatività, timing e letture, ma sta di fatto che il potenziale per migliorare sembra proprio esserci e che il suo peso nella metà campo offensiva è chiarissimo.

Non va spessissimo fino in fondo (le conclusioni al ferro rappresentano il 21.2% del suo fatturato dal campo) ma in area la sua efficacia è elevatissima (71%) specie considerando che pochi di questi canestri nascono da suggerimenti dei compagni (18.2% di conclusioni al ferro assistite). C’è poi da dire come spesso le occasioni offensive nascano proprio dalla sua difesa, basti pensare al modo in cui lui e West Virginia hanno dominato il primo tempo della gara vinta contro Richmond.

 

Dopo aver segnato solo 24 triple con un’efficacia del 30.4% nell’annata da freshman, ora questa percentuale è arrivata al 41.5% (su 3.4 tentativi a partita). Grazie a questa maggiore continuità da tre, anche l’attacco dei Mountaineers ha trovato più equilibrio: mentre lo scorso anno era solo al 67° posto per Adjusted Offense su KenPom (con un misero 28.6% da tre punti), quest’anno coach Huggins può vantare un ben più lusinghiero 14° posto.

Il vero problema è che il backcourt di WVU sta diventando sempre più dipendente da questo giocatore. Troppo dipendente. Huggins lo lascia molto in campo (32.9 minuti di media) ma quando è in panchina (per riposare o, come nel match contro Kansas, per troppi falli) i Mountaineers non hanno uno scorer altrettanto affidabile. È vero che, per esempio, c’è anche un Taz Sherman fra le seconde linee che in un paio di occasioni ha dato una bella mano, ma nel complesso – come testimoniano i numeri di Hoop Explorer – la squadra produce molto meno in attacco (-16.2) e subisce troppo in difesa (-14.7) quando McBride non è sul parquet.

Miles McBride on off stats Hoop Explorer prime 12 partite

I numeri on/off di West Virginia e Miles McBride (punti ogni 100 possessi) su Hoop Explorer dopo le prime 12 partite di questa stagione

Se riuscirà o meno a “sfondare” definitivamente, dipenderà però da un fattore chiave: la continuità. Nel suo anno da freshman, questa è venuta a meno proprio nella parte finale di stagione. Nelle ultime dieci partite giocate a marzo, West Virginia ne ha perse sei e, non a caso, Miles non ha raggiunto la doppia cifra in cinque di quei match. Senza Oscar Tshiebwe (che ha lasciato la squadra ad inizio gennaio) spetterà soprattutto a Derek Culver creare i giusti spazi per il compagno.

È vero che è un work in progress nel playmaking e che deve confermare i miglioramenti nel jumper dalla distanza (magari anche con un volume maggiore di conclusioni), ma già c’è chi lo vede come una lottery pick ed è grazie a lui se West Virginia può sognare in grande. Riuscirà Deuce a traghettare i Mountaineers fino al Torneo e, da lì, tornare alle Sweet 16?

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